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Banche

Intesa Sanpaolo, Unicredit e non solo. Ecco come brindano le banche

Analisi dei conti economici di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Montepaschi, Banco Bpm, Fineco Bank, Bper, Credito Emiliano, Cassa di Risparmio di Bolzano, Banco Desi, Popolare di Sondrio e Crédit Agricole. L'articolo di Emanuela Rossi

Una partita perfetta: è quella giocata dagli undici maggiori istituti di credito del Paese nel 2022 secondo il centro studi Uilca, che ha condotto un’analisi sui conti economici di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Montepaschi, Banco Bpm, Fineco Bank, Bper, Credito Emiliano, Cassa di Risparmio di Bolzano, Banco Desi, Popolare di Sondrio, Crédit Agricole. Nonostante i riflessi della guerra in Ucraina, il sistema bancario ha saputo destreggiarsi e mettere a segno un’importante crescita di utile, ricavi e margine d’interesse. E per il futuro, rileva il sindacato del credito, “il quadro economico, seppure in rallentamento, si prevede migliore di quanto predetto nei mesi passati” perché “la politica monetaria restrittiva della Bce, che proseguirà anche per il 2023, con il rialzo dei tassi, consentirà al settore di migliorare ulteriormente i ricavi da margine d’interesse e utili”.

CRESCONO UTILE, RICAVI E MARGINE D’INTERESSE

Buona progressione dell’utile netto, come si diceva, che avanza del 54,7% dai 9,4 miliardi di fine 2021 ai 14,5 di fine 2022, nonostante alcune poste straordinarie come le rettifiche di Unicredit e di Intesa Sanpaolo su asset coinvolti nella guerra in Ucraina. Bene anche i ricavi (+8,6%) da 56 a 60,8 miliardi (con i ricavi da negoziazione a +11,4%) e il margine d’interesse (+19,6%) da 24,5 a 29,4 miliardi. Crescono anche del 4,9% le rettifiche su crediti che si attestano a 7,3 miliardi. Scendono invece dell’1,5% le commissioni, da 24,3 a quasi 24 miliardi, “soprattutto a causa del minor contributo commissionale dei servizi di consulenza, intermediazione e gestione finanziaria per le performance negative dei mercati finanziari nel 2022”, evidenziano dal sindacato.

IN CONTROTENDENZA CALO UTILE CALA IN MPS, CREDEM, CREDIT AGRICOLE E POPOLARE SONDRIO

Il forte incremento dell’utile (+54,7%) si riduce (+19,7%) togliendo dal gruppo i due “big” Intesa Sanpaolo e Unicredit, che fanno registrare rispettivamente +4% (da 4,1 a 4,3 miliardi) e +208% (da 2 a oltre 6,4 miliardi).

Segno più ancora per Bper (+175,9% da 525 milioni a 1,4 miliardi), Cassa di Risparmio di Bolzano (+141,5% da 73 a 175 milioni), Banco Desio (+48,4% da 55 a 81 milioni), Banco Bpm (+23,5% da 569 a 703 milioni), Fineco Bank (+12,6% da 381 a 429 milioni).

In calo invece l’utile per Montepaschi (da 310 milioni a un rosso di 205 milioni), per Credito Emiliano (-10% da 352 a 317 milioni), per Crédit Agricole (-7,9% da 607 a 559 milioni) e per Popolare di Sondrio (-6,4% da 269 a 251 milioni).

IN LIEVE AUMENTO I COSTI

Segno più per le spese del personale (+0,4%), che passano da 18,5 miliardi a 18,6 miliardi, e per le spese amministrative (+0,7%) da oltre 8,8 miliardi a 8,9 miliardi. I costi operativi salgono dello 0,3% a 31,6 miliardi dai precedenti 31,5 miliardi mentre la voce “altri oneri” flette dell’1%.

PROSEGUE IL CALO DEI CREDITI DETERIORATI

La qualità del credito continua a migliorare e dunque a scendere il peso degli Npl. Il coverage medio (ovvero il rapporto di copertura) è pari al 49,7%, compreso fra l’86% di Fineco Bank e il 46,9% di Crédit Agricole, passando ad esempio per il 57% di Bper, il 56% di Credem e il 48,4% di Mps. L’Npl netto medio scende all’1,4% con punte del 2,2% in Banco Bpm e Mps e dell’1,9% in Cassa Risparmio di Bolzano per arrivare fino allo 0,1% in Fineco Bank. In Intesa Sanpaolo e Unicredit il coverage medio è dell’48,4% e del 48,2% e l’Npl netto dell’1,2% e dell’1,4%.

Secondo la Uilca “l’elevata patrimonializzazione delle banche italiane è tuttavia una garanzia per fronteggiare un’eventuale crescita degli Npl che ormai hanno un’incidenza molto bassa rispetto al totale dei crediti. Solo in una banca di quelle analizzate nello studio l’Npe ratio netto è superiore al 2%, per questo anche una loro risalita a causa della recessione economica non dovrebbe essere fonte di preoccupazione per gli istituti di credito”.

UILCA: SERVONO RICONOSCIMENTI ADEGUATI PER I DIPENDENTI DEL CREDITO

Dai conti economici 2022 degli undici gruppi bancari secondo Fulvio Furlan, segretario generale Uilca, ne discende che la professionalità dei lavoratori del settore merita “un adeguato riconoscimento: per questo ci sono le condizioni per un significativo aumento salariale nel prossimo rinnovo contrattuale, in linea con le previsioni di inflazione, con la crescita della produttività e la riduzione dei costi e per un ristoro rispetto alla fiammata inflazionistica, ai rincari dei costi delle materie prime e dell’energia e all’innalzamento dei tassi d’interesse che mettono le famiglie in grandi difficoltà”. Non solo: il sindacato ricorda il problema della desertificazione bancaria e segnala che “le banche non devono derogare alle responsabilità sociali e devono recuperare logiche di profitto e finanza sostenibile”.

 

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