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Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo-Ubi Banca, ecco chi spinge in silenzio sull’Ops

Intesa Sanpaolo-Ubi Banca è l'operazione di sistema per eccellenza. Ecco perché. Il commento del giornalista economico e finanziario Andrea Montanari

 

Intesa-Ubi Banca è l’operazione di sistema per eccellenza. L’intervento dell’Antitrust è notevole, seppure probabilmente dovuto visto il forte radicamento territoriale nel Nord Italia.

Però nell’ops sono coinvolti tutti i principali operatori del settore finanziario (bancario e assicurativo) italiano. quindi un suo eventuale stop avrebbe un impatto rilevante sul mercato.

Ciò perché Mediobanca è advisor dell’offerta e sono coinvolte anche Bper (prenderebbe sportelli in eccesso) e il suo azionista di riferimento UnipolSai, secondo gruppo assicurativo italiano alle spalle di Generali, il cui primo socio è proprio Mediobanca.

Ma se ci ricordiamo bene un paio d’anni fa la stessa Intesa aveva elaborato un progetto di aggregazione con il Leone di Trieste: progetto abortito perché venne anticipato dalla Stampa (con la S maiuscola).

Ma non si può certo dimenticare che di recente la stessa UnipolSai ha rilevato quasi il 2% di Mediobanca – operazione finanziaria è stato detto ma non certo di secondo livello – che continua a non cedere parte del 13% detenuto in Generali.

E non può certo essere trascurato l’aspetto che presidente di Ubi è Letizia Moratti, già sindaco di Milano – qualcuno nel Centrodestra le chiederebbe un nuovo impegno civico e politico per il 2021 -, esponente di una della famiglia più agiate e influenti della città dove ha sede Intesa Sanpaolo e il suo socio Fondazione Cariplo.

Senza poi tralasciare il fatto che Giovanni Bazoli seppure non coinvolto direttamente nella partita è stato l’anima di Intesa e pur di Ubi (senza ruoli) e da bresciano doc sogna da sempre questa integrazione. Forse anche per dare un segnale forte ai soci bergamaschi, quelli più restii all’Ops Intesa-Ubi e forse più propensi all’ingresso in scena del Crédit Agricole che, però, come ha già dichiarato l’ad di Intesa, Carlo Messina, darebbe un segnale di ostilità al Paese e al mercato creditizio. Sempre che ai francesi ciò importi.

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