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Extraprofitti

Tutte le ultime mosse di Intesa Sanpaolo

Gli aumenti ai dipendenti. L'imposta sugli extraprofitti non pagata (come previsto in seconda battuta dal governo). Una campagna contro le disuguaglianze sociali. E la lettera del Papa ai vertici del gruppo. Ecco le ultime novità per Intesa Sanpaolo.

Attivismo non solo mediatico di Intesa Sanpaolo: aumenti ai dipendenti che spiazzano le banche concorrenti e l’Abi, soffuse stilettate al governo (anche per la tassa sugli extraprofitti comunque non pagata come anche Unicredit e Mediobanca), campagna contro le disuguaglianze sociali.

Ecco le ultime novità che arrivano dal gruppo Intesa Sanpaolo capeggiato dall’ad, Carlo Messina (nella foto).

LE ULTIME MOSSE DI INTESA SANPAOLO

Invece di versare 828 milioni di tassa sugli “extraprofitti” al governo Intesa Sanpaolo destina 1,5 miliardi a progetti a sfondo sociale, per ridurre le disuguaglianze. Quasi in sincrono con l’annuncio del fondo da 2 miliardi di riserve non distribuite, alternativo al pagamento dell’obolo, la prima banca italiana prepara 1,5 miliardi di donazioni – un miliardo tolti i costi di struttura – dal 2023 al 2027. Il progetto “Nessuno escluso” è stato presentato ieri a Brescia, dove avrà sede la divisione della banca dedicata al sociale. Una decisione che ha “commosso” Giovanni Bazoli, fautore bresciano del gruppo e ora presidente emerito, che ha detto: «La mia compiacenza e commozione derivano soprattutto dal fatto di constatare come Intesa Sanpaolo è rimasta coerente e fedele a quella idea di banca concepita fin dall’inizio».

GLI ANNUNCI DI MESSINA

Intesa Sanpaolo anticipa tutti nella partita del rinnovo dei contratto dei bancari. Dal palco dell’evento «Nessuno Escluso – Crescere insieme in un Paese più equo», dove ha presentato il programma da 1,5 miliardi di aiuti al sociale al 2027, Messina ha annunciato la decisione di aumentare lo stipendio dei dipendenti di 435 euro, come chiesto dai sindacati al tavolo di confronto con l’Abi. Tavolo cui l’istituto di credito si è sfilato.

L’AUMENTO PER I DIPENDENTI DI INTESA SANPAOLO

Intesa Sanpaolo erogherà un aumento economico ai lavoratori di qui a fine anno e ripristinerà la base piena per il calcolo del Tfr, già da questo trimestre, indipendentemente dallo sviluppo del negoziato in Abi. Una scelta coerente con quella di revocare il mandato di rappresentanza all’Associazione bancaria italiana sul contratto – al cui rinnovo il gruppo bancario partecipa con la formula dell’invito permanente – ma che indubbiamente – ha sottolineato il Sole 24 ore – “rappresenta un altro inedito: è la prima volta nella storia delle relazioni sindacali del credito che una banca, da sola, dà la spinta finale sul contratto”.

LE PAROLE DI MESSINA

«L’anticipo dell’incremento retributivo sarà erogato entro la fine dell’anno, per intervenire rapidamente in considerazione della situazione economica e procederemo anche con il ripristino della base piena di calcolo del Tfr, confidando che la trattativa per il contratto di lavoro venga chiusa rapidamente e in modo soddisfacente per tutte le parti», ha spiegato Messina. La notizia è stata accolta con favore dai sindacati.

COSA FARÀ INTESA SANPAOLO CONTRO LE DISUGUAGLIANZE

La somma per contrastare le disuguaglianze messa in campo da Intesa si declinerà in 300 milioni all’anno di contributi di qui al 2027 e giustifica la scelta di non pagare la tassa sugli extraprofitti, pari a 828 milioni di euro, mettendo a riserva, come consentito dal dl Asset, un ammontare pari a due volte e mezzo il suo importo: oltre 2 miliardi per l’esattezza.

«Quando si parla di tematiche sociali, credo che sia una priorità assoluta partire dalla propria comunità», ha rimarcato il ceo, che ha sottolineato nel suo intervento i tanti ruoli di Intesa Sanpaolo: «Oggi deve essere considerata come la principale istituzione che in Italia si occupa di contrasto alle diseguaglianze e di interventi nel sociale. Voglio sia chiaro che non solo siamo una grande banca europea, una grande compagnia assicurativa ma anche la più grande fondazione che opera in Italia», ha detto Messina, che si è augurato «di poter avere l’onore di continuare a guidare questa azienda per molti anni».

LA SOFFUSA STILETTATA DI MESSINA AL GOVERNO SECONDO IL SOLE 24 ORE

Anche per questo il banchiere chiede rispetto. Soprattutto per ciò che la banca fa «nella lotta alle disuguaglianze» e che «deve essere guardato con attenzione molto significativa da tutti nel nostro Paese». Da tutti, “Nessuno escluso”, verrebbe da dire richiamando il titolo del convegno, e «anche da chi guarda alle banche» con l’idea che «da esse si generino elementi di volontà non sempre positivi nei confronti del Paese».

Chiosa il Sole 24 ore: “È realistico che il suo richiamo guardi a 360 gradi a tutti gli stakeholder del sistema Paese, dalla politica alle imprese, dai media alle altre istituzioni. Ma è naturale che il pensiero vada poi al Governo che, in questa fase, sembra interlocutore poco attento al mondo bancario – settore in cui Intesa Sanpaolo svetta per importanza – salvo poi percuoterlo per battere cassa. Il caso della (pasticciata) tassa sugli extraprofitti lo dimostra. Senza un coordinamento, il solo annuncio a sorpresa, quest’estate, del provvedimento è riuscito in un colpo solo a costare miliardi di capitalizzazione al comparto, spaventare gli investitori, irritare la Vigilanza e non è riuscito a raccogliere finora un euro dalle banche italiane, e ben pochi ne raccoglierà. Messina da parte sua, a maggio, aveva aperto all’ipotesi di un contributo ma condizionandolo alla «lotta alle diseguaglianze»”.

LA LETTERA DI PAPA FRANCESCO

Papa Francesco si è congratulato per l’evento e in una lettera allo stesso Messina ha lodato il percorso intrapreso dalla banca: «Auspico che le vostre discussioni contribuiscano concretamente a disegnare un modello di sviluppo in grado di generare soluzioni nuove, più inclusive e sostenibili a sostegno dell’economia reale». E a tal proposito, secondo il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, un tale sviluppo «è una sfida che non si può più rimandare. E tutti noi, ciascuno nel proprio ambito, siamo chiamati a compiere la nostra parte».

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