Venerdì 13 novembre partirà la procedura sindacale che consentirà a Intesa Sanpaolo di avviare la distribuzione degli organici a seguito della cessione di una parte degli sportelli di Ubi Banca e Bper.
E’ l’indiscrezione raccolta in ambienti milanesi da Start Magazine.
La comunicazione avverrà attraverso una lettera a firma di Gaetano Micciché, alla testa di Ubi, per chi resterà in Intesa Sanpaolo e di Alessandro Vandelli, numero uno di Bper, per chi sarà destinato alla Banca Popolare dell’Emilia Romagna e riguarderà tutte le figure professionali.
Sia i dipendenti di Ubi che resteranno in Intesa sia quelli che saranno destinati a Bper riceveranno un invito per una convention digitale che dovrebbe tenersi nel corso della prossima settimana.
In seguito – si apprende da ambienti bancari – è previsto per tutti un colloquio individuale con le rispettive strutture di rappresentanza.
L’iter si dovrebbe concludere indicativamente a febbraio e in aprile si perfezionerà la cessione del ramo d’azienda di Ubi da parte di Intesa.
Ecco numeri e indiscrezioni sui dipendenti di Ubi che andranno in Bper
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COMUNICATO STAMPA DATATO 12 NOVEMBRE DI BPER:
Con riferimento all’accordo sottoscritto in data 17 febbraio 2020 con Intesa Sanpaolo (“Intesa”), come successivamente integrato in data 19 marzo, 15 giugno e 5 agosto 2020, e volto e a disciplinare l’acquisizione da parte di BPER Banca S.p.A. (“BPER” o il “Gruppo BPER” e, insieme a Intesa Sanpaolo, le “Parti”) dal Gruppo Intesa di un ramo d’azienda, si rende noto che le Parti, in virtù della ricognizione della struttura distributiva di UBI Banca, hanno sottoscritto in data odierna un accordo integrativo con l’obiettivo di completare la definizione delle filiali e di procedere all’individuazione delle risorse umane da includere nel perimetro del Ramo oggetto di acquisizione.
Il perimetro del Ramo risulta, pertanto, costituito da 486 Filiali dotate di autonomia contabile e radicamento dei rapporti giuridici con la clientela (7 in più rispetto a quanto già stabilito dalle Parti), e da 134 cosiddetti Punti Operativi1 funzionali al presidio commerciale della clientela delle Filiali, privi di autonomia contabile. La presenza nel perimetro del Ramo dei Punti Operativi consente di preservare l’elevato standard qualitativo del servizio offerto alla clientela, anche in ragione dell’articolata presenza sui territori presidiati. La distribuzione geografica delle Filiali e dei Punti Operativi del Ramo, in linea con quanto già convenuto dalle Parti, esprime un’elevata concentrazione nel Nord Italia, in particolare in Lombardia.
Le risorse umane riferibili al Ramo risultano complessivamente pari a 5.107, inclusive della quota di risorse interessate dal piano di uscite volontarie contenuto nell’accordo sindacale sottoscritto da Intesa
Sanpaolo con le Organizzazioni Sindacali il 29 settembre scorso, risultando sostanzialmente in linea con gli obiettivi di BPER e con quanto originariamente previsto. Il Ramo è prevalentemente costituito da
personale della Rete di Filiali e Punti Operativi e dei Servizi Private e Corporate, a cui si aggiungono risorse di “semi-centro”, a supporto dei presidi regionali e territoriali di coordinamento delle filiali acquisite, e di “centro”, per il rafforzamento delle funzioni centrali, di controllo ed IT.
Allo stato, si confermano pienamente le prudenziali stime economiche relative all’apporto del Ramo alla
Combined Entity (Gruppo BPER + Ramo) in coerenza con quanto già comunicato al mercato.
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ESTRATTO DELL’ARTICOLO DI START MAGAZINE SULL’ACCORDO SINDACALE INTESA SANPAOLO-UBI BANCA DATATO 1 OTTOBRE 2020
L’accordo tra Intesa Sanpaolo e sindacati sull’integrazione di Ubi Banca prevede che le uscite saranno gestite con pensionamenti e prepensionamenti solo su base volontaria e saranno scaglionate dal 2021 al 2023, mentre le assunzioni saranno effettuate entro il 2023. Soddisfazione è stata espressa da tutti i sindacati (Fabi, First-Cisl, Uilca e Unisin).
Ecco tutti i dettagli.
Con gli accordi raggiunti dal gruppo Intesa Sanpaolo e dai sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin-Confsal), l’integrazione dell’ormai ex-Ubi (così viene indicata negli accordi) acquista una cornice ben definita sul fronte delle risorse umane. L’Opas della scorsa estate di Ca’ de Sass sulla totalità delle azioni della ex Ubi ha portato alla nascita di un gruppo che ha complessivamente oltre 110mila persone.
COSA EMERGE DAL TESTO DELL’ACCORDO SINDACALE SU INTESA-UBI
Secondo quanto si legge nei testi, l’intesa vuole creare le migliori condizioni per una ordinata gestione delle possibili ricadute in un quadro di sostenibilità sociale e di attenzione alle persone. Con l’obiettivo, anche, di consentire un ricambio generazionale. Questo quadro di sostenibilità, si legge, prevede 5mila uscite e 2.500 assunzioni. Il turn over anticipato è stato scambiato con contratti stabili per giovani, secondo la misura richiesta dai sindacati che prevede un ingresso ogni due uscite.
L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE
Secondo quanto è emerso nella trattativa l’intesa, ha sottolineato il Sole 24 Ore, tramite il Fondo di solidarietà pagato dalla stessa azienda, dovrebbe garantire mediamente tre anni di prepensionamento a chi ne beneficerà: oltre ad «agevolare un ricambio generazionale senza impatti sociali, continuare ad assicurare un’alternativa ai possibili percorsi di riconversione/riqualificazione professionale e la valorizzazione delle persone del gruppo risultante dall’acquisizione di Ubi perfezionata il 5 agosto», riporta una nota.
I DETTAGLI DELL’ACCORDO INTESA-UBI
Le uscite dei lavoratori avverranno, per scaglioni, entro il 2023. Per quella data verrà assunto, a tempo indeterminato, un nuovo lavoratore ogni due all’addio, anche mediante stabilizzazione di attuali contratti a tempo. Almeno la metà delle assunzioni riguarderà «le quattro province di insediamento storico di Ubi (Bergamo, Brescia, Cuneo e Pavia) e il Sud Italia». Avrà diritto ad aderire chi matura i requisiti entro fine 2026, incluse le cosiddette “Quota 100” e “Opzione donna”, oltre a chi, senza rientrarvi, aveva aderito agli accordi di maggio 2019 (Intesa Sanpaolo) e gennaio 2020 (Ubi). Se le domande per lasciare, che si stima saranno alte, superassero quota 5.000, si farà la graduatoria sulle date di maturazione del diritto alla pensione, dando priorità a chi è stato escluso dai vecchi accordi o ai portatori di gravi handicap.
LE USCITE VOLONTARIE
Da notare che, con questo accordo, si concede a tutti i dipendenti di Intesa e Ubi di accedere alle uscite volontarie, compresi coloro che passeranno a Bper, insieme alle 532 filiali di cui 501 della ex Ubi e 31 di Intesa Sanpaolo, oltre alle 17 che andranno messe all’asta. «Abbiamo prestato la massima attenzione verso i lavoratori Ubi che saranno ceduti a Bper, anche loro, se lo vorranno, potranno accedere al piano delle uscite», spiega il coordinatore Fabi del gruppo Intesa Giuseppe Milazzo.
IL COMMENTO DI MESSINA
Come spiega il consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, «l’accordo siglato dopo un negoziato rapido ed efficace, permette di raggiungere un risultato basato, per entrambe le parti, sulla volontà di tutelare l’occupazione, di favorire lo sviluppo professionale delle persone, di rispettarne le aspirazioni». In un quadro generale «segnato da una notevole complessità, confermiamo l’assunzione – a tempo indeterminato – di 2.500 giovani – continua Messina -. I nuovi ingressi potranno sostenere la crescita del gruppo e le sue nuove attività. Presteremo attenzione particolare al sostegno alle nostre reti territoriali e alle zone svantaggiate del paese». Particolare attenzione nelle parole del manager anche ai sindacati. «Il nostro grazie va alle sigle sindacali per il rapporto solido e costruttivo stabilito negli anni – dice -: una volta di più ha portato a risultati positivi per l’occupazione e alla conferma dei piani di sviluppo di Intesa Sanpaolo, rafforzati sin da ora dalle competenze e professionalità delle persone provenienti da Ubi, nella prospettiva di un’ulteriore affermazione della propria leadership in Europa».