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Sanpaolo Crt

Intesa Sanpaolo e Prelios, ecco come l’ex Unicredit Palenzona bistratta Unicredit di Mustier

Prelios lodata, Intesa Sanpaolo elogiata, Unicredit snobbata. Parole e silenzi, in una maxi intervista al Sole 24 ore, di Fabrizio Palenzona, presidente di Prelios, dominus della Fondazione Crt (azionista di Unicredit) ed ex vicepresidente di Unicredit che sulla banca di Mustier dice... 

E’ un Fabrizio Palenzona decisamente soddisfatto quello che oggi, ex vicepresidente di Unicredit, elogia Intesa Sanpaolo dalle colonne del Sole 24 Ore, che gli concede l’apertura delle pagine di finanza.

Da aprile dello scorso anno presidente di Prelios, l’ex società immobiliare in difficoltà che negli ultimi anni è risorta allargando il business alla gestione dei crediti deteriorati, il cavaliere del Lavoro dalle molteplici cariche societarie, bancarie e confindustriali parla dell’operazione sui crediti Utp che Intesa Sanpaolo ha annunciato la scorsa settimana, scegliendo proprio Prelios come partner.

“CON INTESA OPERAZIONE PER IL BENE DEL PAESE”

Quest’operazione, spiega Palenzona, “rappresenta per noi un salto qualitativo e dimensionale di grande rilievo, ma quello che più mi rende orgoglioso e motivato è che ora Prelios avrà la possibilità di fare la propria parte per il bene del Paese. L’obiettivo di Intesa, che noi abbiamo sposato, è chiaro: riportare in bonis il più grande numero di aziende possibile”.

Secondo l’esponente piemontese delle fondazioni si tratta peraltro di un “progetto molto innovativo e sfidante, figlio di una visione ben precisa del ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina” gruppo che “ha avuto il coraggio di fare un’operazione, unica in Europa di questo rilievo, e ha scelto Prelios. E’ una scommessa non soltanto per la banca e per noi, ma per il sistema Paese”.

LE LODI DI INTESA

Durante l’intervista l’ex presidente della provincia di Alessandria evidenzia che Prelios si è proposta a Intesa perché “è decisamente la banca più sofisticata a livello europeo nell’identificazione di soluzioni innovative nella gestione e riduzione dei crediti deteriorati e ha il coraggio di intraprendere strade nuove che tutelino patrimonio e mercato”. Una frecciatina indiretta a Unicredit, forse, che Palenzona non nomina mai, neppure quando gli viene fatto notare che a piazza Gae Aulenti Prelios non si è proposta.

Del resto, il passo indietro fatto da Palenzona a marzo 2017 da Unicredit non è mai stato chiarito: nel 2015 fu aperta una indagine a suo carico – archiviata nel 2018 – per reati finanziari aggravati insieme all’imprenditore Andrea Bulgarella ma ottenne piena fiducia dal consiglio d’amministrazione di Unicredit, in cui aveva un forte peso la fondazione Crt che egli ha sempre rappresentato nel board.

Dopo l’uscita di scena da vicepresidente (“allo scopo di agevolare le iniziative di revisione della governance”, disse), Palenzona poi diede le dimissioni dal consiglio di amministrazione di Unicredit, nell’ambito del rinnovo della governance del gruppo di piazza Gae Aulenti deciso dall’ad Jean Pierre Mustier.

L’IMPORTANZA DI UN’OPERAZIONE DI SISTEMA

L’operazione che stanno portando avanti la società e il gruppo bancario – rimarca Palenzona – presuppone un “dialogo con il resto del sistema bancario, perché nessuna azienda ha un solo fornitore di credito. Tutte le imprese che possono sopravvivere vanno salvate. Perché se un’azienda fallisce, tutto il sistema è più povero”. Una presa di coscienza non nuova per l’ex banchiere che, anche quando era in Unicredit, ha sempre avuto il pallino delle operazioni nazionali di sistema. Da cui Mustier, invece, si tiene ben lontano.

Operazioni di sistema, e non solo, si evincono dagli investimenti azionari della fondazione Cassa risparmio di Torino (di cui è dominus Palenzona pur non avendo cariche) presieduta da Giovanni Quaglia, vicino a Palenzona. Tra gli investimenti di Crt che si evincono dal consuntivo 2018 spiccano oltre a Unicredit (al 31 dicembre 2018 la fondazione deteneva 36.757.449 azioni, corrispondenti all’1,65% del capitale sociale, è scritto) anche Generali, Banco Bpm e Atlantia dei Benetton.

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