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Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo cestina l’idea di Unicredit: no ai tassi negativi sui conti

Che cosa ha detto il vertice di Intesa Sanpaolo sulla politica annunciata da Mustier in Unicredit sui tassi negativi per i conti correnti oltre il milione di euro

Differenze di vedute tra Intesa Sanpaolo guidata da Carlo Messina e Unicredit sulla dibattuta idea lanciata da Jean-Pierre Mustier nella doppia veste di presidente dei banchieri europei e di numero uno del gruppo Unicredit. Ecco le ultime novità.

“Sui depositi di piccolo ammontare noi di Intesa Sanpaolo non pensiamo di applicare degli interessi negativi e sui grandi depositi il nostro obiettivo è di offrire a questi risparmiatori delle opportunità di investimento che siano apprezzabili e questo si fa non rimanendo esclusivamente limitati al campo strettamente finanziario”. Così ha detto oggi il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, rispondendo ai giornalisti sulla proposta di Mustier (Unicredit) di trasferire i tassi negativi sui depositi superiori al milione di euro (qui l’approfondimento di Start sul guazzabuglio mediatico e comunicativo del gruppo bancario capitanato dal banchiere francese).

“Noi operiamo una serie di attività nelle startup, nell’innovazione, nei fondi destinati a questo tipo di crescita, sia in campo industriale che nei servizi, e queste sono opportunità di investimento che possono interessare quei risparmiatori che hanno disponibilità importanti”, ha aggiunto Gros-Pietro, a margine di un evento del fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo. “Gli interessi negativi trasportati sui conti correnti – conclude – difficilmente possono indurre i titolari dei conti correnti a investire perché si investe quando ci sono prospettive di reddito e quindi la soluzione è nella politica dei governi”.

Gros-Pietro ha precisato che sul trasferimento dei tassi negativi sui depositi, compresi quelli di grandi dimensioni, “non ci siamo posti il problema e non li stiamo applicando”. Per il presidente di Intesa Sanpaolo, “quello dei tassi negativi è certamente un problema nel sistema della finanza che però non nasce in essa. Come ha ripetutamente affermato il presidente della Bce Mario Draghi non si esce da una situazione di interessi negativi se non si cambiano le politiche fiscali dei paesi”. Per cui, “serve una politica fiscale a livello europeo che promuova gli investimenti”, sottolinea il presidente dell’istituto di credito. Anche perché “l’Eurozona è un’area che continua ad avere complessivamente un surplus di bilancio, quindi ogni anno sottrae alla circolazione monetaria qualche cosa, ma non bisognerebbe sottrarlo. In questa situazione di mancanza di sviluppo, o di insufficiente sviluppo, bisognerebbe invece aggiungere”.

Unicredit – come detto e approfondito qui su Start – ha annunciato l’applicazione di un onere ai depositi oltre il milione di euro (rappresentano lo 0,1% della sua base clienti) per compensare l’impatto dei tassi negativi della Bce (-0,5%). “In Germania quella dei tassi negativi sui c/c è già realtà nei conti oltre 100 mila euro, ma nel Paese il rendimento del Bund a dieci anni è sotto zero già da diverso tempo ed è quindi più giustificabile per le banche tedesche ricorrere a una soluzione del genere. In Italia, invece, pur essendo ai minimi, il Btp a dieci anni presenta un rendimento positivo (1%), quindi lo scenario è diverso”, ha osservato Mf.

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