Sono già iniziate le grandi manovre attorno alla Fondazione Cariplo, dove il regno di Giuseppe Guzzetti terminerà il prossimo aprile con l’approvazione del bilancio.
CHE COSA SUCCEDE IN CARIPLO E DUNQUE IN INTESA SANPAOLO
Per conoscere le prime candidature al vertice della fondazione milanese (azionista di Intesa Sanpaolo al 4,38% e di Cdp all’1,56%) bisognerà attendere almeno fine mese: dal 30 ottobre gli enti nominanti avranno infatti 60 giorni di tempo per individuare le terne da cui l’attuale commissione centrale di beneficenza sceglierà i futuri amministratori.
L’INTRECCIO FINANZA-POLITICA
Quest’anno la partita assumerà anche una forte connotazione politica, visto che andrà a intrecciarsi con il rinnovo dei presidenti delle Province, anticipato dal governo al 31 ottobre. Anche se la conquista della maggioranza nella prossima commissione è ipotesi improbabile, la Lega punta comunque a ritagliarsi un ruolo di primo piano e in questa direzione starebbe da tempo lavorando il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti.
COME E’ LA GOVERNANCE DI CARIPLO
Ma a rendere particolarmente impegnativo il rinnovo di aprile non sono solo le mire della politica. Lo statuto approvato a fine 2015 ha messo infatti paletti precisi alla nuova governance di Cariplo. In primo luogo il protocollo Acri-Mef ha imposto uno snellimento degli organi: la commissione passerà da 40 a 28 membri, mentre il consiglio di amministrazione scenderà da 9 a 7. In conseguenza di questa riduzione le province minori dovranno alternare le candidature.
QUANTO DURA IL MANDATO
Non solo; anche la durata del mandato ha subito una sforbiciata, passando da sei a quattro anni sempre in ottemperanza degli accordi presi con il ministero del Tesoro.
I NUOVI DIVIETI
Ma tra le righe del nuovo statuto c’è anche un altro elemento di novità che potrebbe complicare le candidature: gli articoli 14 e 15 prevedono che non possano entrare nella commissione gli amministratori ed ex amministratori di Intesa Sanpaolo (compresi sindaci e direttore generali) con carica cessata da meno di 12 mesi.
LE NECESSARIE COMPETENZE TECNICHE
C’è poi un terzo aspetto che influirà sulle candidature: il protocollo Acri-Mef ha posto un forte accento sulla gestione del patrimonio, richiedendo implicitamente competenze tecniche ai vertici delle fondazioni. Una buona ragione per attendersi profili più tecnici che politici per i nuovi amministratori e soprattutto per il presidente.
Articolo pubblicato su Mf/Milano finanza