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Pubblicità Alcolici India

L’India vuole annacquare (ancora di più) gli alcolici

In India le pubblicità degli alcolici sono bandite ma spesso aziende come Carlsberg e Pernod Ricard optano per degli spot in cui, pur promuovendo altri oggetti che nulla hanno a che fare con le loro bevande, presentano richiami inequivocabili ai loro prodotti di punta. A breve però dovranno cambiare strategia in quello che è l'ottavo mercato mondiale degli alcolici per volume. Tutti i dettagli

 

Giro di vite sulle pubblicità in India. Nonostante la pubblicità diretta di alcolici sia già vietata, le autorità si apprestano a imporre nuove restrizioni e aziende quali Carlsberg, Pernod Ricard e Diageo, oltre a temere per le vendite, potrebbero dover mettere mano alle loro campagne di marketing.

PUBBLICITÀ DI ALCOLICI PIÙ ANNACQUATE

Entro un mese l’India dovrebbe emanare nuove regole sulle pubblicità degli alcolici, i quali già oggi non possono essere pubblicizzati direttamente ma solo attraverso una sponsorizzazione “surrogata” – come viene definita da Reuters che per prima ha dato la notizia.

Nel Paese infatti i produttori di alcolici optano per degli annunci che spesso aggirano il divieto mostrando oggetti meno desiderabili, come acqua, cd musicali, bicchieri, i cui loghi e altri elementi assomigliano ai loro marchi di liquori.

Il produttore danese di birra Carlsberg, per esempio, promuove in India la sua acqua potabile Tuborg, con uno spot che mostra star del cinema a una festa da ballo su un tetto e lo slogan “Tilt Your World” – che altrove riecheggia invece nelle sue pubblicità di birra. E la britannica Diageo nello spot da 60 milioni di visualizzazioni per il suo ginger ale Black & White – totalmente analcolico – mostra i caratteristici terrier bianchi e neri dell’omonimo scotch.

Le nuove regole prevedono il “divieto di impegnarsi in pubblicità surrogate”, che si estende alle sponsorizzazioni e agli annunci di prodotti considerati come “estensioni del marchio” perché condividono le caratteristiche del brand di alcolici e mirano esplicitamente ad aggirare gli attuali divieti.

ANCHE LE CELEBRITÀ DI BOLLYWOOD NEL MIRINO

Spesso questi prodotti vengono promossi da popolari star di Bollywood, le quali con le nuove regole si vedrebbero coinvolte nei provvedimenti: “Non si può prendere una strada tortuosa per promuovere i prodotti”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Nidhi Khare, alto funzionario per gli affari dei consumatori, il quale ha aggiunto che “l’India non è contraria alle pubblicità di estensione del marchio ma vuole che esse raffigurino adeguatamente il prodotto che viene presentato, piuttosto che dare ai consumatori l’impressione che la pubblicità sia per un marchio di liquori”.

“Se troveremo che le pubblicità sono surrogate e fuorvianti – ha aggiunto -, allora anche coloro che stanno approvando (i prodotti), comprese le celebrità, saranno ritenuti responsabili”.

LE SANZIONI

Stando alla bozza visionata da Reuters, le sanzioni previste dalle nuove norme si basano sul diritto dei consumatori e prevedono per i produttori multe fino a 5 milioni di rupie (60.000 dollari), mentre i promotori di pubblicità ritenute ingannevoli rischiano il divieto di sponsorizzazione da uno a tre anni.

QUANTO VALE IL MERCATO INDIANO PER I PRODUTTORI DI ALCOLICI

Stando ai dati riportati da Reuters, l’India è l’ottavo mercato mondiale degli alcolici per volume, con un fatturato annuo stimato da Euromonitor in 45 miliardi di dollari.

“Il crescente benessere di 1,4 miliardi di persone – si legge – rende l’India un mercato redditizio per produttori di birra come Kingfisher, United Breweries, parte del gruppo Heineken, che detiene più di un quarto della quota di mercato in volume. Famose per i loro whisky, Diageo e Pernod, insieme, hanno una quota di mercato di circa un quinto, mentre per Pernod l’India contribuisce a circa un decimo dei ricavi globali”.

Le stime mostrano infatti che “il consumo di alcol pro capite in India salirà a quasi 7 litri nel 2030, da circa 5 litri nel 2019, periodo in cui il consumo del gigante asiatico Cina scenderà a 5,5 litri”. Inoltre, “i decessi legati all’alcol in India sono stati 38,5 ogni 100.000 abitanti, contro i 16,1 della Cina”.

A favore dei divieti e delle limitazioni complete alla pubblicità degli alcolici è anche l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per cui si tratta di “misure efficaci dal punto di vista dei costi” nell’interesse della salute pubblica.

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