Con l’arrivo dell’estate, arrivano inesorabili anche le scadenze fiscali del mese di giugno in cui si concentrano, in meno di 15 giorni, le patrimoniali IMU e TASI, le reddituali IRPEF-IRES-IRAP e anche le previdenziali dell’INPS.
Si parte con la scadenza del 18 giugno delle tasse sul mattone, da sempre fonte di un acceso dibattito politico tra favorevoli e contrari, con circa 18 milioni di contribuenti interessati e con un introito per le casse dello Stato di circa 20 miliardi complessivi, 10 con la rata in acconto in scadenza il prossimo lunedì.
Il dibattito sulle patrimoniali, sollecitato sia dall’incessante campagna elettorale interna, sia da input a volte poco lineari dall’esterno (vedi le varie raccomandazioni OCSE) è più attuale che mai e per evitare strumentalizzazioni e comprendere il peso e la distribuzione delle patrimoniali nel nostro Paese, occorre valutare attentamente i dati italiani nell’ambito del contesto internazionale.
LE PATRIMONIALI NEL CONTESTO INTERNAZIONALE
Il TAX POLICY REFORM 2017 pubblicato dall’OCSE certifica come in relazione al PIL, il mix di patrimoniali formato da imposte dirette ed indirette sul mattone, sulle transazioni finanziarie e di capitali e sulle successioni e donazioni spinge l’Italia al decimo posto tra tutti i Paese aderenti e con 5 Stati dell’Unione Europea che la precedono (ovvero hanno una tassazione maggiore).
IL FOCUS SULLA TASSAZIONE IMMOBILIARE OCSE -UE
Sempre secondo l’OCSE, la percentuale media del prelievo sul patrimonio immobiliare in relazione al gettito totale tra tutti gli Stati aderenti è salita dal 2,8 del 2005 al 3,3 del 2015 (ultimo anno analizzato).
In Italia le imposte sugli immobili incidono per il 3,6% sul totale del gettito, percentuale quindi importante, addirittura sopra la media OCSE e più che raddoppiata dal 2010 (1,4%) ultimo anno prima dell’introduzione dell’IMU.
Inoltre, se si considerano i dati dei principali 4 Stati europei, Germania, Spagna, Francia e Gran Bretagna, solo gli ultimi due Paesi hanno un prelievo superiore a quello italiano (sempre in relazione al gettito complessivo) rispettivamente il 5,7% ed il 9,5% mentre più basse sono quelli di Spagna (3,4%) e Germania (1,2%).
IL FOCUS SUI PROPRIETARI DI IMMOBILI IN UE
Uno studio dell’EUROSTAT ha indicato che nel 2015 sette persone su dieci nell’area UE disponevano di una abitazione di proprietà, più di un quarto (26,9 %) stava pagando un mutuo, mentre più dei due quinti della popolazione (42,5 %) risiedevano in un’abitazione di proprietà senza pagare un mutuo.
Leggermente sopra la media i dati dell’Italia certificati dall’ISTAT con quasi 8 persone su 10 che possiedono una abitazione di proprietà e di cui circa il 18% a fronte di un mutuo ipotecario.