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Il Messaggero di Caltagirone elogia Nextalia e stritola Multiversity (Pegaso, Mercatorum e San Raffaele)

Dal groviglio editoria, università e finanza emergono tensioni e lotte di potere. Tutto da leggere e decifrare un articolo non firmato del quotidiano Il Messaggero del gruppo Caltagirone pro Nextalia e contro Multiversity (Pegaso, Mercatorum e San Raffaele)

 

Scontro fra poteri forti della finanza e dei servizi sul business della formazione e sulla competizione fra Nextalia e Multiversity.

L’ultimo atto è un articolo non firmato pubblicato dal quotidiano Il Messaggero con cui di fatto il quotidiano del gruppo Caltagirone sposa la causa di una società con azionariato tutto italiano (ossia Nextalia) e bistratta una società italiana, controllata dal fondo britannico Cvc, che possiede tra l’altro le università telematiche Pegaso, Mercatorum e San Raffaele, che hanno incamerato nei giorni scorsi un rapporto privilegiato con la Pubblica amministrazione grazie a un’intesa firmata con il governo Meloni.

L’AZIONARIATO DI NEXTALIA E IL PLAUSO DI CALTAGIRONE

“La sfida tra colossi che vale 19 miliardi della formazione. Un fondo tutto italiano prova a difendere il business dall’arrivo dei fondi stranieri”: il titolo del Messaggero non lascia adito a dubbi sulla posizione del quotidiano della famiglia Caltagirone a favore della società attiva nel campo della formazione del management e costituita su iniziativa del banker Francesco Canzonieri (ex Mediobanca) con Intesa Sanpaolo, Unipol, Confindustria, Coldiretti e Micheli Associati).

COSA FA DIGIT’ED

Fondata solo un anno fa da Intesa Sanpaolo Formazione e Nextalia Sgr, per conto del Fondo Nextalia Private Equity,  guidata dal Gianandrea De Bernardis, presidente esecutivo, Digit’ed vede Intesa Sanpaolo detenere una partecipazione pari al 20%, mentre Nextalia il controllo della società.

Si rivolge sia al segmento business, ovvero alle grandi aziende, piccole e medie imprese, alla pubblica amministrazione e agli ordini professionali, sia al segmento consumer, anche in collaborazione con istituzioni italiane e internazionali, per “rispondere così alle crescenti esigenze del mercato della formazione, legate alla trasformazione digitale, all’evoluzione delle competenze e al re-skilling”.

L’ACQUISIZIONE DI ACCURATE

All’inizio del 2023 Digit’Ed, partecipata da Nextalia, Intesa Sanpaolo e altri azionisti di minoranza, attiva nel settore dell’education, ha finalizzato l’acquisizione della maggioranza di Accurate Srl, società che opera nell’ambito dell’innovazione tecnologica applicata alla formazione medica rivolgendosi ad università, ospedali ed enti pubblici e privati operanti nell’ambito sanitario.

GLI INTRECCI DI DIGIT’ED CON LA TRECCANI

Si tratta insomma di una nuova acquisizione per Digit’Ed, dopo quella di Treccani Accademia dello scorso novembre. Lo scorso 22 dicembre, infine, si è tenuta un’assemblea straordinaria dell’Enciclopedia Treccani che ha approvato l’ingresso nell’azionariato dell’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani proprio di Digit’Ed e di BFF Bank: la prima con un capitale di 4 milioni di euro e la seconda con un 1 milione di euro (qui tutti i dettagli nell’articolo di Start Magazine).

TREMONTI E NON SOLO

Significativo lo stuolo di advisor che hanno curato l’operazione: Intesa Sanpaolo è stata assistita nell’operazione dallo studio Pedersoli in qualità di consulente legale; Nextalia SGR è stata assistita da Vitale & Co. in qualità di advisor finanziario, per i profili societari dallo studio legale Cappelli RCCD, per i profili fiscali dallo studio Tremonti, per i profili giuslavoristici dallo studio Sanzo Vascello e per i profili IT dallo studio Orrick.

LE MIRE DELLA NUOVA SOCIETÀ

Ma che cosa farà l’azienda promossa dal gruppo capeggiato da Messina e dalla sgr fondata dall’ex Mediobanca, Canzonieri? L’offerta formativa di Digit’Ed sarà focalizzata su soluzioni d’eccellenza a supporto dello sviluppo di competenze specifiche per la transizione digitale ed ecologica, anche attraverso un piano di investimenti nelle più moderne tecnologie di apprendimento, a partire dall’intelligenza artificiale, per fornire una esperienza di formazione sempre più efficace e di alta qualità.

CHE COSA PREVEDE L’ACCORDO TRA INTESA E NEXTALIA

L’accordo vincolante prevede l’acquisizione, da parte di una società di nuova costituzione, di Intesa Sanpaolo Formazione, la società di Intesa Sanpaolo focalizzata su iniziative di formazione rivolte alla crescita delle imprese e del territorio, nei confronti della quale – in vista della predetta acquisizione – è previsto il conferimento dalla capogruppo di specifiche attività riguardanti la progettazione e produzione di servizi e prodotti formativi per i dipendenti del Gruppo.

PALENZONA E NON SOLO: CHI SUSSURRA A CANZONIERI

Intanto si è allargato l’advisor board di Nextalia Sgr spa, con la nomina di cinque nuovi membri. Entrano Domenico Catenese, Antonio Falchetti, Silvia Merlo, Fabrizio Palenzona e Stefano Simontacchi, presidente dello Studio Bonelli Erede.

Evidentemente il banchiere ex Mediobanca non viene apprezzato solo dai vertici di Intesa se anche l’ex vicepresidente di Unicredit, Fabrizio Palenzona, che in verità da tempo si è avvicinato alla galassia del gruppo capeggiato da Carlo Messina. Il “Gattuso dei banchieri” (copyright Sole 24 Ore coniato per sobriamente per Canzonieri) ha affascinato anche Palenzona.

CALTAGIRONE, SEVERINO E NEXTALIA

L’articolo odierno del quotidiano Il Messaggero, comunque, può essere anche interpretato come una risposta indiretta agli articoli usciti nei giorni scorsi secondo cui Paola Severino, vicinissima a Caltagirone, si è dimessa dal cda della Luiss – di cui era vicepresidente – in polemica con la vendita della Business School a Nextalia: “La goccia che ha fatto traboccare il vaso del malcontento che Severino covava da tempo è stata la decisione del consiglio di amministrazione della Luiss di vendere il ramo d’azienda della Business School al fondo Nextalia, ma non solo, come ha svelato oggi il quotidiano La Verità in un articolo di Claudio Antonelli che non compare oggi nella rassegna stampa dell’università”, ha scritto Start Magazine il 7 luglio scorso.

Oggi La Verità scrive: forse Severino si è dimessa “sapendo che in ottobre il suo mandato era in scadenza e Bonomi non l’avrebbe riconfermata”.

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Di seguito un estratto dell’articolo del Messaggero:

Da una parte c’è la 24 Ore Business School, la storica scuola di formazione italiana nata oltre 20 anni fa, venduta dal Sole al fondo Palamon Capital circa cinque anni fa e acquisita pochi giorni fa da Digit’Ed, il polo tutto italiano dell’education executive di Nextalia sgr, la società di gestione del risparmio promossa dall’ex banker di Mediobanca, Francesco Canzonieri; dall’altra Sole 24 Ore Formazione, la nuova scuola di formazione de Il Sole 24 Ore, operativa da febbraio 2023 in joint venture con Multiversity, il gruppo di proprietà del fondo inglese Cvc, che ha al suo interno le università telematiche Pegaso, Mercatorum e San Raffaele. Una sfida che vale diversi miliardi di euro e che si innesta in uno scenario più ampio e articolato, quello del digital learning che in Italia vale 19,5 miliardi.

All’inizio dello scorso anno, scaduti i termini di non competition, il Sole 24 Ore aveva deciso di rientrare nel business della formazione – dal quale era uscito con la cessione a Palamon. Ha quindi costituito una nuova scuola chiamata “Sole 24 ore Formazione”, sfiorando la replica del brand che aveva già venduto pochi anni prima a Palamon. Un fatto che non è piaciuto al fondo e alla 24 Ore Business School, tanto da indurlo a intentare una causa nei confronti del gruppo editoriale di Confindustria, la quale è tra i grandi azionisti di Nextalia sgr, ora proprietaria della storica business school del Sole attraverso Digit’Ed. Ad inasprire lo scenario c’è un però un ulteriore elemento: Multiversity, l’altro grande concorrente nel settore education, sigla una partnership con la neonata Sole 24 Ore Formazione.

E qui si consuma l’ulteriore groviglio.

Quando l’anno scorso il Sole ha deciso di rientrare nel business della formazione al termine del periodo di non concorrenza, dopo aver venduto la business school a Palamon, lo ha fatto portando al CdA (il Sole è società quotata) un parere legale sull’uso del brand che sembra contrastare con il contratto fra Sole e Palamon. È certo infatti che non possa utilizzare il brand 24ore nel mondo della formazione e infatti la pubblicità che stanno veicolando, nonostante la società si chiami Sole 24 ore Formazione, recita “se non c’è scritto Sole non è la scuola del Sole 24 ore”.

In sostanza si stanno già preparando a rinunciare alla dicitura 24 ore. La questione più curiosa – riguardo cui alcuni si attendono un parere della Consob – è la presenza di Fabio Vaccarono (AD di Multiversity) nel consiglio del Sole che ha approvato l’avvio dell’operazione con Multiversity. L’ok alla partnership, discussa per la prima volta nel luglio 2022, è stata siglata nell’ottobre 2022 e un mese dopo, a novembre, il consigliere si è dimesso dal CdA.

Un fatto che sicuramente non è passato inosservato agli addetti ai lavori e che di fatto agiterebbe ancora oggi il consiglio di amministrazione del Sole. Va ricordato, infatti, che tra gli illustri consiglieri è presente Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano e presidente del CRUI, la conferenza dei rettori che si espresse in un documento ufficiale proprio contro le università telematiche, quelle università su la Multiversity guidata da Vaccarono sta investendo. Oggi Digit’Ed è considerato il polo italiano dell’education anche grazie al contributo di Intesa, azionista al 20%. E’ di proprietà di Nextalia, i cui azionisti sono tutti italiani, da Coldiretti a Confindustria, fino alle principali famiglie del Paese, banche, assicurazioni e casse di previdenza.

(Estratto di un articolo pubblicato su ilmessaggero.it)

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