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Franceschini

Il lockdown della cultura cala come un sudario sul mondo dello spettacolo

La tragedia più grande saranno le migliaia di professionisti che fra qualche mese saranno usciti di scena, nella disperata ricerca di un ricollocamento, ove possibile, in altri settori. L'intervento di Enzo Mazza, consigliere delegato di Fimi (Federazione industria musicale italiana)

Il lockdown della cultura cala come un sudario sul mondo dello spettacolo.

In tutte le guerre, visto che molti utilizzano oggi questo paragone, spettacoli, concerti, teatri e cinema sono stati il vaccino per proteggere i civili dalla depressione e dalla paura.

Anche sotto le bombe e nelle città assediate, orchestre, cinematografi e teatri hanno cercato, in qualsiasi condizione, di contribuire a sostenere popolazioni provate e sotto forti pressioni psicologiche offrendo loro il conforto di un momento di evasione dall’orrore che le circondava.

L’ultimo Dpcm, anche di fronte alle prove evidenti che le misure messe in atto in questi mesi nelle location destinate agli eventi hanno limitato i contagi, colpisce invece al cuore non solo artisti e lavoratori del settore, ma lo stesso pubblico, al quale fai percepire l’insicurezza e il rischio di contagio che avrà un impatto anche sul futuro, allontanando le persone dai luoghi della cultura e dello spettacolo dal vivo.

La decisione di chiudere anche quel poco che già con enormi difficoltà cercava di mantenere una certa normalità emotiva, consentendo al pubblico di fan di vivere la passione di uno spettacolo in un contesto generale di dura crisi, è molto grave e avrà conseguenze pesantissime.

Il deserto che troveremo alla ripresa nel post pandemia dimostrerà che non bastano interventi di ristoro finanziario per risollevare settori che hanno bisogno di “stare sul palco” perché non di sola economia vive questo mondo.

La tragedia più grande saranno le migliaia di professionisti che fra qualche mese saranno usciti di scena, nella disperata ricerca di un ricollocamento, ove possibile, in altri settori.

Con la perdita di esperienze uniche non replicabili in poco tempo avremo di fronte la vera catastrofe che queste decisioni hanno causato.

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