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Il governo senza strategia, il fallimento di migliaia di pmi e il rischio di rabbia sociale

L'intervento di Raffaele Lauro, segretario generale Unimpresa

 

Anche la dodicesima comparsata televisiva di ieri del presidente del consiglio Conte per illustrare, nei dettagli, il nuovo decreto antivirus, meglio definibile come il dodicesimo bollettino della “disfatta governativa” e della “deriva del nostro paese,” ha confermato la totale mancanza di una strategia di fondo di questo esecutivo e l’assenza assoluta di un discorso di verità sui gravi errori commessi in primavera, sulle irresponsabili sottovalutazioni dell’estate e sulle colpevoli decisioni di questo malinconico autunno. Ci ha soltanto risparmiato, bontà sua, lo pseudo-trionfalismo autocelebrativo del cosiddetto “modello italiano”!

Questa mancanza di verità, dopo mesi di sofferenze dei cittadini e delle imprese, e dopo l’assenza di un’assunzione di responsabilità, di fronte alla comunità nazionale, convince sempre più che, accanto al flagello del covid 19, il nostro paese stia subendo tragicamente un secondo virus, più letale del primo, il “virus politico-istituzionale” di un governo allo sbando, senza una rotta, capace di creare soltanto confusione, angoscia e una rabbia sociale montante, sempre più esplosiva e pericolosa. Saranno queste nuove misure restrittive, enunciate tra larvate minacce e paternalistiche, quanto inutili, raccomandazioni, tra l’altro del tutto contraddittorie, in grado di evitarci di trovare sotto l’albero di Natale i “doni” di un lockdown totale e del fallimento di migliaia di piccole e medie imprese? Incombono i dubbi.

Dal canto suo, l’immaginifico ministro Gualtieri, dopo aver curato e rilanciato, a chiacchiere, la ripresa economica, promette solennemente il ristoro dei danni alle imprese, colpite dalle nuove misure, che sarà inviato sui conti correnti entro il prossimo 15 novembre, senza precisare in cosa consista questo cosiddetto ristoro, la sua natura e la sua entità.

Possiamo immaginare quali potranno essere le reazioni degli imprenditori danneggiati, a partire dai ristoratori, se si ritroveranno delle mancette, come in passato, peraltro in ritardo, visto che ancora oggi migliaia di imprenditori e di lavoratori sono in attesa della cassa integrazione di maggio?

C’è ancora qualcuno, nei palazzi della politica, che abbia una pur minima consapevolezza di quale effetto devastante possa provocare il non adempimento, come avvenuto in precedenza, di questo e di altri impegni, da parte della compagine governativa, sulla morale e sulla forza di reazione del mondo del lavoro e dell’impresa? Nonché sulla coesione sociale e, persino, sull’ordine pubblico? Quanto tempo ancora dovrà trascorrere e quanti danni ancora dovrà fare questo governo, prima di lasciare la guida del paese in mani più sicure, più esperte e più responsabili?

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