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Automazione

Usa e Giappone sbuffano per l’attivismo della Cina nella robotica occidentale

Alberto Forchielli avverte:"“Occhio ragazzi, i cinesi stanno comprando tutto ciò che incontrano nella robotica occidentale, si profila un dominio o addirittura un monopolio cinese incontrastato nel settore"

Quando si parla di robot industriali c’è poco da stare allegri in Occidente. La Cina si sta muovendo a passi da gigante e in modo aggressivo per acquisire tecnologie di operatori stranieri incoraggiata in questo atteggiamento dall’assistenza del governo di Pechino nell’espandersi nel settore.

A lanciare l’allarme è il sito giapponese Nikkei rilanciato a sua volta da un post su Facebook di Alberto Forchielli, imprenditore, giornalista e blogger italiano, esperto di economia e affari internazionali con particolare focus su Cina, India, Stati Uniti, Germania, sud-est asiatico e Singapore.

COSA DICE FORCHIELLI

“Occhio ragazzi, i Cinesi stanno comprando tutto ciò che incontrano nella robotica occidentale, si profila un dominio o addirittura un monopolio cinese incontrastato nel settore che si somma al 5G di Huawei. Non ci rimarrà altro che fare i camerieri e i fattorini per i nuovi padroni e stavolta non esagero”, ha commentato in un post Forchielli.

https://twitter.com/Forchielli/status/1199354486969516032

I CINESI COMPRANO TUTTO

“I produttori cinesi – si legge su Nikkei – hanno comprato o acquistato una partecipazione, o prevedono di farlo, in almeno 13 aziende nei quattro anni trascorsi da quando Pechino ha fatto debuttare la sua iniziativa ‘Made in China 2025’ per sostenere le industrie high-tech del paese. La tendenza non mostra alcun segno di calo di fronte alla crescente rivalità della Cina con gli Stati Uniti per la supremazia tecnologica”.

LE MANI SULLE TEDESCHE CLOOS E NIMAK

Nanjing Estun Automation, ad esempio, uno degli acquirenti più attivi in Cina, “prevede di completare entro la fine dell’anno l’acquisizione per un costo stimato di 196 milioni di euro della tedesca Carl Cloos Schweisstechnik. ‘Lo sviluppo congiunto porterà sul mercato nuove tecnologie lungimiranti e soluzioni innovative in modo più dinamico e veloce’, ha dichiarato il presidente di Estun Bo Wu”, ha sottolineato Nikkei ricordando che la Cloos, fondata nel 1919, è nota per i robot che tagliano e saldano l’acciaio per auto. L’accordo, la quinta acquisizione estera di Estun, ha ricevuto il via libera da parte delle autorità tedesche. “La Estun è un’azienda relativamente nuova, che si concentra su robot di saldatura per produttori di automobili e di elettrodomestici. Le sue acquisizioni aggressive hanno triplicato il fatturato dell’azienda in tre anni a circa 1,4 miliardi di yuan (199 milioni di dollari) nel 2018”. Ma la Estun non è sola. “Jiangsu Hagong Intelligent Robots dovrebbe acquisire la tedesca Nimak, un produttore di pistole per saldatura robotizzata, entro la fine di novembre per 65 milioni di euro”.

LO SHOPPING CINESE BRUCIA LE TAPPE DEL KNOW HOW

I robot industriali sono fondamentali per la produzione di automobili e aerei. Tuttavia, ricorda Nikkei, “i buoni prodotti richiedono anni di esperienza di base”, mentre le aziende cinesi hanno deciso di saltare la fila e arrivare direttamente a dama. “Molti degli obiettivi sono piccole aziende italiane e tedesche con una lunga e stimata storia. I quattro principali produttori di robot – le aziende europee ABB e Kuka, insieme alle giapponesi Fanuc e Yaskawa Electric – dominano l’80% del mercato globale in valore. Ma solo poche aziende possono essere acquisite, soprattutto se si considerano le risorse di cui dispongono le aziende cinesi. Il principale player cinese Siasun Robot & Automation ha realizzato lo scorso anno un fatturato di 3 miliardi di yuan”, spiega il sito nipponico.

LO ZAMPINO DELLO STATO AIUTA LE AZIENDE

C’è però un ma. Le aziende cinesi continuano, infatti, a fare shopping, “in gran parte grazie all’assistenza governativa. I registri pubblici mostrano che Efort Intelligent Equipment ha ricevuto almeno 170 milioni di yuan di sovvenzioni nel 2018. Estun ha ricevuto circa 30 milioni di euro. Anche l’assistenza è disponibile in diverse forme. La provincia di Zhejiang copre circa il 10% del costo di acquisto di nuovi robot industriali per sostenere la domanda. La provincia di Henan offre fino a 3 milioni di yuan per tali acquisti”, si legge su Nikkei.

A WASHINGTON NON PIACE LA CONCORRENZA SLEALE DI PECHINO

La tattica cinese però non piace agli Stati Uniti e finisce per alimentare ancora più tensioni sul piano commerciale. “Washington pensa che i sussidi governativi massicci e i trasferimenti di tecnologia forzati attraverso acquisizioni minino la concorrenza leale sul mercato. I produttori cinesi di robot hanno avuto stretti legami con il governo fin dall’inizio – Efort è stata fondata nel 2007 attraverso un investimento della Chery Automobile di proprietà statale – e molti di loro godono ancora di un trattamento speciale”.

GLI SFORZI CINESI DANNO I LORO FRUTTI

In ogni caso gli sforzi della Cina stanno cominciando a dare frutti. “Abbiamo colmato il divario con gli attori esterni in termini di qualità e tecnologia”, ha detto un dirigente Siasun a Nikkei. Il produttore ora annovera BMW e altre aziende globali tra i suoi clienti, e il fatturato di Siasun è salito del 26% nel 2018. La Cina, inoltre, è il più grande mercato mondiale per i robot, che rappresenta circa il 30% del totale. Ma anche i produttori cinesi dovrebbero vendere quest’anno il 30% dei robot del mondo.

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