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Il banchiere francesino Bini Smaghi difende la Francia e la Bce, che strano

Cosa ha scritto Lorenzo Bini Smaghi sul Foglio non troppo a sorpresa sulla Francia... Il corsivo di Giuseppe Liturri

Ci sono tanti modi di screditare l’euro, l’eurozona e il sistema istituzionale che li regge. Uno è quello di attribuirgli meriti che non esistono, ottenendo il classico boomerang. È questa l’etichetta che ci permettiamo di assegnare all’intervento di Lorenzo Bini Smaghi – economista ed ex membro del comitato esecutivo della Bce – pubblicato sabato sul Foglio.

In sintesi, secondo il Nostro, il pur incompleto assetto istituzionale dell’eurozona è comunque sufficiente per fungere da ombrello di protezione per i Paesi aderenti, prova ne è il differente tasso di interesse dei titoli decennali di Francia e Regno Unito, segno che «i mercati attribuiscono al debito inglese un rischio sostanzialmente più elevato».

Detta così, somiglia molto ad affermare che la Ferrari è tra le auto più veloci perché è colorata di rosso. Affermazione ovviamente priva di fondamento che potrebbe indurci a terminare qui il nostro commento.

Tuttavia merita seguire il filo del ragionamento perché le contraddizioni abbondano. L’economista fiorentino sostiene che i due Paesi messi a confronto hanno fondamentali di finanza pubblica sostanzialmente molto simili e per diversi aspetti preoccupanti. Ciononostante i rendimenti dei rispettivi titoli decennali mostrano una forbice rilevante a favore della Francia (venerdì in chiusura era pari a 135 punti) perché (ripetiamo testualmente) «i mercati finanziari attribuiscono al debito inglese un rischio sostanzialmente più elevato».

Il maggior rischio (quindi il maggior rendimento) è attribuibile alla differenza nell’inflazione (osservando l’ultima rilevazione di dicembre, 120 punti in più quella complessiva e 190 punti in più quella “di fondo”) e all’aspettativa di deprezzamento della sterlina. E fin qui siamo nell’ambito delle cose possibili e delle normali relazioni causa-effetto. Invece, come un coniglio dal cilindro, ecco che spuntano i meriti della Bce. Che avrebbe il ruolo di tenere basse le aspettative d’inflazione e che gli investitori ritengono pronta a intervenire, se necessario «in caso di difficoltà sulla finanza pubblica francese». Da qui la convinzione che esista un ombrello di Francoforte a favore di Parigi (e non solo).

Su questi temi, Bini Smaghi non è proprio un quisque de populo. Infatti dal 2015 è Presidente del consiglio di amministrazione di Société Générale, uno dei più grandi gruppi finanziari francesi e, incidentalmente, con il portafoglio gonfio di decine di miliardi di titoli pubblici francesi.

A questo punto, sorgono spontanee diverse domande:

  • Allora se ne potrebbe dedurre che, per gli stessi motivi che tengono più bassi i tassi sul debito francese, i mercati ritengono più rischioso il debito degli Stati Uniti (decennale al 4,62%, molto vicino al 4,65% inglese)? Difficile crederci. Non è che, semplicemente, le differenze di inflazione spiegano già abbondantemente le differenze nei tassi nominali, senza bisogno di tirare in ballo ombrelli inesistenti? O Bini Smaghi dubita della capacità di intervento della BoE o, addirittura, della Fed in caso di crisi del debito pubblico di quei Paesi?
  • Su quali elementi Bini Smaghi fonda il suo convincimento che la Bce potrebbe intervenire sul debito francese e la BoE, parimenti, non potrebbe intervenire sui titoli inglesi? Non è forse vero esattamente il contrario? Cioè che sono i titoli inglesi e USA a godere di un quasi incondizionato ombrello da parte delle rispettive banche centrali, mentre la Bce per intervenire dovrebbe vedere soddisfatte delle condizioni molto complicate e mai testate (lo strumento TPI).
  • Perché non guardare semplicemente ai fondamentali – tra cui, oltre alla differenza nell’’inflazione, spiccano la differenza nel tasso di crescita dei salari (In Uk quasi il doppio della Francia) e il diverso tasso di disoccupazione (in Francia intorno al 7% e in UK al 4% circa) – per ritenere adeguate quelle differenze dei rendimenti, anziché invocare il totem della Bce a cui gli investitori dovrebbero rendere tributo esigendo rendimenti inferiori rispetto a quelli inglesi?
  • Maliziosamente, non è che quello di Bini Smaghi è un auspicio, visto che Société Générale è imbottita di titoli pubblici francesi e, in caso di crisi sui mercati, se la Bce non intervenisse, la sua banca registrerebbe perdite molto significative?
  • Davvero Bini Smaghi crede che la Ferrari sia più veloce perché è colorata di rosso?

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