QUANTI MILIONI INCASSERA’ CHI VINCERA’ GLI EUROPEI DI CALCIO
Europei di calcio. Alla squadra vincitrice 28,5 milioni in premio. (Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) July 11, 2021
GLOBAL MINIMUM TAX: FATTI E PROBLEMI
G20, l’accordo storico sulla minimum tax cambia il fisco globale. A Venezia i Grandi danno il via libera per l’aliquota al 15% per le multinazionali. Si parte dal 2023, ma America, Germania e Francia ne chiedono un rafforzamento. (Rep)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) July 11, 2021
Global minimum tax. "Restano da definire i dettagli tecnici entro il summit dei capi di Stato e di governo di ottobre a Roma. Da persuadere il gruppo di Paesi coinvolti nel negoziato Ocse che ancora puntano i piedi. Tra loro ci sono Irlanda, Estonia e Ungheria". (Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) July 11, 2021
CONVERGENZE USA-CINA
Singolare convergenza tra Usa e Cina nell’inasprire l’antitrust. Biden firma direttive contro Big Tech e altri settori con poca concorrenza. Xi Jinping prosegue offensiva per ridurre il potere dei “campioni nazionali” del digitale, da Alibaba a Didi. (Federico Rampini)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) July 11, 2021
LA CINA ALLARGA I CORDONI DELLA BORSA ALLE BANCHE
La Banca centrale cinese ha ufficializzato il taglio dello 0,5% dei ratios dal prossimo 15/7 per la maggior parte degli istituti. La motivazione ufficiale sta nel bisogno di liquidità delle Pmi cinesi che più soffrono la pressione inflazionistica da materie prime. (Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) July 10, 2021
IL PAPERONE CINESE
"Il re cinese delle batterie per auto sorpassa Jack Ma per ricchezza. Zeng Yuqun, fondatore di Catl e fornitore dei colossi auto, tra i paperoni cinesi". (Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) July 10, 2021
LE GRANDI GENIALATE DI DI MAIO
Flop legge anti delocalizzazioni voluta da Di Maio. «Il risultato è zero», disse un anno fa Patuanelli giustificandosi con i vincoli costituzionali sulla libertà di impresa e con le norme Ue (l’80% delle delocalizzazioni dall’Italia è diretto in Paesi dell’Est europeo). (Rep)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) July 11, 2021
RAI: DI TUTTO, DI PIU’
Rai. "Il Pd “guadagna” un amministratore delegato – Carlo Fuortes, sovrintendente dell’Opera di Roma – considerato da sempre vicino al Nazareno per interposto Nicola Zingaretti, e più in generale alla galassia del centrosinistra che infatti esulta, per una volta compatta". (Rep)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) July 10, 2021
FOA (RAI) BISTRATTA L’USIGRAI
Il ruolo dell’Usigrai secondo Marcello Foa, presidente uscente della Rai, intervistato da La Verità pic.twitter.com/6sxShAld5u
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) July 11, 2021
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SUI PREMI PER GLI EUROPEI DI CALCIO:
Montepremi tagliato, ma sempre da record. La Uefa ha messo 331 milioni sul piatto delle 24 nazionali partecipanti a Euro 2020, cifra ridotta di 40 milioni dopo lo scoppio della pandemia ma maggiore rispetto all’edizione del 2016, dove il montepremi era di 301 milioni.
Il premio massimo è di 28,5 milioni. Per raggiungerlo, è necessario aver vinto tutte le gare della fase a gironi, arrivando fino al successo. Una strada percorribile dall’Italia, che ha chiuso il proprio girone a punteggio pieno: i tre successi contro Turchia, Svizzera e Galles sono valsi alla Figc 3 milioni, da aggiungere ai 9,5 milioni previsti per la partecipazione.
Vanno inoltre sommati: 1,5 milioni per gli ottavi vinti contro l’Austria; 2,5 milioni per la qualificazione ai quarti, dove gli Azzurri hanno battuto il Belgio; e 4 milioni per la semifinale in cui hanno superato la Spagna.
In totale, fanno 20,5 milioni già in cassa, più i 5 milioni garantiti a entrambe le finaliste.
Se l’Italia dovesse alzare la coppa, il premio salirebbe a 28,5 milioni. L’Inghilterra, che nel girone ha pareggiato una partita, può arrivare a 28 milioni.
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SU GLOBAL MINIMUM TAX:
L’obiettivo è avere le nuove regole di contrasto al dumping fiscale entro il 2023. Due anni per dare attuazione a un’intesa storica, come ha ribadito ieri il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz a Venezia, poche ore prima del comunicato finale del G20 dei ministri dell’Economia e dei banchieri centrali. Una «rivoluzione», secondo il francese Bruno Le Maire, con la quale i Venti Grandi recepiscono l’intesa raggiunta il 1° luglio in sede Ocse sulla tassa minima globale del 15% sui redditi delle multinazionali e sulla ridistribuzione della competenza a tassare i gruppi più grandi. A partire dai colossi del digitale come Google o Facebook, che «finalmente pagheranno la loro giusta quota di tasse», ha aggiunto Le Maire.
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI REPUBBLICA SULLA LEGGE DI MAIO ANTI DELOCALIZZAZIONI:
Mentre in Francia Macron stanzia 20 miliardi di incentivi fiscali per far tornare nel Paese le aziende che hanno delocalizzato, noi siamo fermi alla legge varata dall’allora ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, che prevedeva sanzioni per le multinazionali beneficiarie di soldi pubblici che avessero trasferito le linee produttive all’estero. A parte la gaffe iniziale, e cioè la non retroattività della norma che non coprì così il caso dal quale era scaturita (Bekaert),o il pressing dei vari governi italiani sulle autorità dei Paesi d’origine delle multinazionali, che ha rimediato al meglio qualche telefonata con amministratori di secondo livello (vedi, appunto, la vicenda Whirlpool), il bilancio di quella norma e dei successivi aggiustamenti è desolante: è stato giusto un anno fa l’allora ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ad ammetterlo rispondendo ad un’interrogazione parlamentare su quante erano state fino ad allora le revoche di finanziamenti pubblici:«Il risultato è zero», disse giustificandosi con i vincoli costituzionali sulla libertà di impresa e con le norme Ue (l’80% delle delocalizzazioni dall’Italia è diretto in Paesi dell’Est europeo). Un anno dopo, la risposta dell’attuale inquilino del Mise, Giancarlo Giorgetti, non sarebbe diversa.