skip to Main Content

LEGA Giorgetti

Guerra in Ucraina, ecco i settori più colpiti in Italia

Chi c'era e che cosa si è detto all'incontro “La crisi Ucraina - I riflessi sull’economia italiana” promosso da PwC Italia, in collaborazione con il gruppo editoriale Gedi

“Le speranze di una forte ripresa si affievoliscono”. Il premier Mario Draghi, parlando alla Camera in vista del Consiglio europeo, ha certificato ciò che molti operatori economici già temevano: la guerra in Ucraina ha messo i bastoni tra le ruote alla ripresa dell’economia europea nutrita con i fondi del PNRR. “Di fronte a questo occorre una risposta europea: sul piano economico, sul piano della Difesa, sul piano dell’energia”, ha poi aggiunto il Premier.

La modifica del quadro economico internazionale

“La crisi Ucraina – I riflessi sull’economia italiana” è stato il tema del primo incontro “Italia 2022: Persone – Lavoro – Impresa”, un ciclo di dialoghi promossi da PwC Italia, in collaborazione con il gruppo editoriale GEDI. All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e Alessandro Grandinetti, Partner PwC Italia, Clients and Markets Leader.

La modifica del quadro economico internazionale

Secondo le stime di Prometeia, il Pil italiano nel 2022 risulterebbe inferiore di 1,3 punti percentuali rispetto alle stime di crescita prebelliche. L’aspettativa di crescita è del +2,5%, rispetto a un primo scenario del +3,8% con i prezzi dei beni energetici sui livelli di inizio anno. “I recenti sviluppi geopolitici hanno modificato sostanzialmente il quadro internazionale e le prospettive di crescita dell’economia italiana – ha detto Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato PwC Italia, anch’egli presenti alla conferenza -. La crescita del Pil italiano per il 2022 sarà minore dell’1,3% rispetto alle attese, per effetto del caro energia, dell’aumento dell’inflazione e del conseguente livello più basso dei consumi delle famiglie”.

I settori più esposti

Le tensioni geopolitiche, e il conseguente rallentamento della produzione, continuano a far crescere i prezzi di materie prime come alluminio (+63% vs 2021), rame (+12,9% vs 2021), nickel (+63% vs 2021) e palladio (+27% vs 2021). Inoltre, a causa delle sanzioni verso la Russia, si potrebbe verificare una riduzione (se non azzeramento) dell’import di questi prodotti.

Il peso delle sanzioni sull’export italiano  

A questo va aggiunto il peso delle sanzioni alla Russia dell’export italiano. “L’imminente entrata in vigore delle contro-sanzioni russe sui prodotti italiani avrà evidentemente un impatto su quelli che pesano maggiormente nell’export verso la Russia, principalmente macchinari e apparecchi, cibo e bevande e tessile e abbigliamento, pari a 7,7 miliardi di euro, l’1,5% dell’export totale del nostro paese – ha aggiunto Toselli -. In questo senso non si prevedono nel complesso effetti particolarmente negativi per i settori economici italiani. Ciò dal momento che il comparto più importante del nostro export verso la Russia è quello dei macchinari e delle apparecchiature meccaniche, che equivale ad appena il 4,38% del totale dell’export del settore, pari a €49 miliardi”.

I prodotti energetici

Al momento i prodotti energetici (€6,9 miliardi pari al 49,1% di tutto l’import proveniente dalla Russia) sono esclusi dal regime di embargo. Il prezzo del gas e del greggio a 3 mesi, già in forte ascesa da aprile 2020, ha fatto registrare (tra febbraio e marzo 2022) un +82,1% e un +22,6% successivamente ai giorni che hanno portato all’escalation militare. Il rincaro della componente energetica giustifica circa il 55% dell’incremento dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo IPCA, che in Italia è cresciuto del +6,2% (vs. febbraio 2021), rispetto al +5,8% dell’area euro. I prezzi della componente energia hanno segnato a febbraio una variazione tendenziale del +45,9% (vs febbraio 2021), trainati dalle quotazioni degli energetici regolamentati (+94,4% vs febbraio 2021) che riflettono i rincari delle bollette di luce e gas.

I costi della transizione ecologica

Davanti a queste cifre si fa sempre più stringente l’urgenza di procedere con la transizione energetica. “La transizione ecologica ha un prezzo – ha detto il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti -. È un passaggio doloroso da fare. L’alternativa è il razionamento del gas russo, dieci anni di populismo energetico ha pesato. È il momento di scelte coraggiose come idrogeno e nucleare. Dobbiamo fare grandi sforzi verso ciò che è rinnovabile ma non escludere ciò che ci possono dare l’idrogeno o il nucleare, La Francia ha posizioni di forza proprio sull’energia”.

Back To Top