Consiglio dei ministri lampo, 8 minuti. Si autorizza la fiducia sul ddl concorrenza, che giace al Senato da sei mesi. Messaggio: il continuo gioco al rialzo di Lega e Forza Italia contro la messa a gara delle concessioni balneari non può tenere in ostaggio il ddl. (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 20, 2022
"Si trovi un accordo entro maggio sui balneari o il governo porrà la fiducia sull’intera riforma della concorrenza. Appare glaciale Mario Draghi ai suoi ministri mentre legge loro una comunicazione scarna, che ha il sapore dell’ultimatum". (Repubblica)
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"Nella stessa giornata il premier regola Conte sulla politica estera e Salvini sulla politica interna, ponendoli entrambi davanti a una scelta". (Corriere della sera)
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La mossa di Draghi di chiedere la fiducia «entro maggio» – appoggiata in Cdm dai leghisti Giorgetti e Garavaglia come dai forzisti Gelmini e Brunetta – sconfessa la nota dei capigruppo del Senato di Lega e FI su «ulteriori approfondimenti su concessioni balneari». (Corsera)
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Spiagge. "Il governo sta sopravvalutando questa questione. Ci sono tanti problemi, il Covid che non è scomparso, la guerra… E il governo fa una riunione di emergenza sulla questione dei balneari. Farei queste riunioni su cose più gravi". (Maurizio Gasparri, Forza Italia)
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Spiagge. "Difficile trovare una quadra sul tema delle concessioni demaniali dopo che il Consiglio di Stato ha detto chiaramente che a partire dal 2024 occorre mettere tutto a gara". (La Stampa)
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Fonte: La Stampa pic.twitter.com/XYIB1FMLhF
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA SULLE SPIAGGE:
Il grilletto pare sia stata la nota firmata ieri mattina da Anna Maria Bernini e Massimiliano Romeo, capigruppo al Senato di Forza Italia e Lega. Sarebbero state quelle poche frasi a suggerire al premier Mario Draghi di rompere gli indugi: «Necessari ulteriori approfondimenti», «accordo a oggi non raggiunto», niente atti «sulla pelle di famiglie che da anni si prendono cura del nostro mare».
Il fatto è che il maxi emendamento del governo sulla messa a gara delle concessioni balneari, che sta rallentando da mesi l’intero ddl concorrenza, è firmato da Massimo Garavaglia, il ministro leghista al Turismo, scritto in collaborazione con il collega dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Il fatto è che Massimiliano Fedriga, il presidente (leghista) della Conferenza delle Regioni, aveva già dato il suo via libera. Il fatto è, ancora, che il premier proprio di questo tema aveva parlato con Matteo Salvini non più tardi di lunedì. Certo, il segretario aveva detto «troveremo un accordo, anche se prima dovrò confrontarmi col partito. Con una parte, soprattutto». Forse un riferimento a Gian Marco Centinaio, già ministro al Turismo, che molto si è battuto per il rinvio delle gare. Anche se, al di là del merito della questione, in una parte del partito la Lega di governo resta sotto osservazione.
In realtà, il tema balneari all’inizio non avrebbe dovuto essere incluso nel decreto concorrenza. È per questo che molti leghisti sostengono che tra le gare per le spiagge e il Pnrr non ci sia relazione, e che il legame sia stato generato proprio dal fatto che il governo lo abbia inserito nella riforma della concorrenza, quella sì richiesta dall’Unione.