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Edoardo Ravà

Goldman Sachs, Ravà, Cdp e Meloni. La lettera di Walsingham

Edoardo Ravà, managing director della Goldman Sachs, a capo del team di debt capital market della banca d'affari americana, "è in corsa per la carica di ad della Cassa depositi e prestiti", ha scritto Repubblica. La lettera di Francis Walsingham

Caro direttore,

stai perdendo colpi, è ufficiale.

Domenica sera, quando ti ho mandato l’articolo sull’intervista di Juncker rilasciata al Sole 24 ore, ti ho anche accennato sempre via mail a uno spunto per un vostro pezzo o per un tuo tweet-post su X.

L’articolo su Juncker, Mattarella e non solo sta facendo boom (non so se hai notato ma l’ha rilanciato anche l’ex ministro ulivista Arturo Parisi, salvo poi cancellare il post…), mentre il mio spunto a latere su tutt’altro è rimasto lettera morta.

Non era malaccio lo spunto, visto che oggi Repubblica ci ha dedicato un pezzone.

Edoardo Ravà, managing director della Goldman Sachs dal 2018, a capo del team di debt capital market dell’influentissima banca d’affari americana, “è in corsa per la carica di ad della Cassa depositi e prestiti”, ha rivelato il quotidiano diretto da Maurizio Molinari.

Ok, prevengo subito la tua obiezione: io non ti avevo scritto di Cdp, ti avevo detto che Ravà, su nomine e non solo, è in ottimi rapporti con i vertici di Fratelli d’Italia e dunque di Palazzo Chigi.

E ti avevo aggiunto altri elementi.

Primo: “L’Antonio Guglielmi di questo giro è Edoardo Ravà”, ma forse non hai colto la sottigliezza, eppure su Guglielmi in passato hai scritto in lungo e in largo e ti sei pure esposto a suo favore, ma forse solo per la tua indole da bastian contrario visto che l’establishment voleva isolare il banchiere d’affari di Mediobanca in odor di grillismo-leghismo durante il governo giallo-verde e, soprattutto, visto che Francesco Giavazzi sulla prima pagina del Corriere della sera pestò ben bene Guglielmi quando era considerato in corsa per una nomina di peso, non ricordo più se al ministero dell’Economia o alla Cdp.

Secondo elemento che hai lasciato cadere (secondo me ti stai appassionando troppo alle classifiche dei top manager e ai premi per i brand aziendali): “Non tutti in Goldman Sachs gradiscono la vicinanza di Ravà al melonismo”.

Oramai sei stato bruciato da Repubblica e amen.

Ma proprio stamattina mi ha chiamato un tuo antico collega (non mi ha detto di salutarti, quindi presumo che fra voi non corra più buon sangue) per commentare la notizia pubblicata da Repubblica e per raccontarmi un episodio gustosissimo.

Il banchiere Ravà è figlio di Vittorio Ravà, ex potente responsabile della comunicazione nei gruppi Benetton e Fiat. Insomma un pezzo grosso che – si vocifera ancora ai piani alti del quotidiano Il Giornale – fu criticato e non poco decenni fa quando era potentissimo in casa Fiat per gli striminziti budget pubblicitari decisi per il quotidiano di Berlusconi, a differenza di quelli assegnati con molta maggiore munificità al quotidiano comunista il manifesto.

Quisquilie e pinzillacchere, dirai.

Ok.

Comunque sto già godendo all’idea – nel caso Ravà davvero sia nominato alla guida di Cdp – che acerrimi critici delle banche d’affari in primis proprio Goldman Sachs – come Fazzolari, Menia, Foti, Malan, Rampelli, Donzelli ecc ecc – scriveranno entusiastici comunicati stampa per la nomina di Ravà.

La “rivoluzione conservatrice” – idea forte della destra italiana grazie anche al prezzolinismo seminato negli anni dal ministro Gennaro Sangiuliano – sarà realizzata e avrà dato buoni frutti.

Cordiali saluti,

Francis Walsingham

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