Giuseppe Marsocci è stato nominato oggi nuovo amministratore delegato dell’azienda di moda Giorgio Armani. La decisione è stata interpretata come un segno di continuità dopo la morte del fondatore, il mese scorso, e prima di una possibile vendita della società.
Marsocci, già direttore commerciale della Giorgio Armani, assumerà il nuovo incarico con effetto immediato.
COSA PREVEDE IL TESTAMENTO DI GIORGIO ARMANI
Il testamento di Armani impone, entro diciotto mesi dall’inizio del periodo di successione, che l’azienda ceda una quota del 15 per cento a un gruppo del lusso, preferibilmente Lvmh (proprietario di marchi come Louis Vuitton, Christian Dior, Fendi e Loro Piana), EssilorLuxottica (Armani ne era socio con il 2 per cento) o L’Oréal. L’attuale proprietario della Giorgio Armani, con il 100 per cento delle quote, è la Fondazione Giorgio Armani.
Una volta individuato l’acquirente e avergli ceduto la quota del 15 per cento, entro cinque anni la Fondazione Giorgio Armani dovrà vendergli altre azioni fino al raggiungimento di una quota massima del 70 per cento circa. In alternativa, la società andrà quotata in borsa, preferibilmente in Italia.
LA SITUAZIONE DEL SETTORE DEL LUSSO
Nel 2024 le vendite della Giorgio Armani sono diminuite del 5 per cento a 2,3 miliardi di euro: colpa, in particolare, dell’incertezza economica che fa calare i consumi e del rallentamento della domanda in Cina, un vasto mercato.
In generale, il periodo è poco positivo per l’intero settore del lusso. “Nel 2025 si prevede una contrazione del mercato tra il 2% e il 5% secondo Bain”, ha spiegato Chiara Robba, analista di Generali Asset Management. “Inoltre, la crescente incertezza economica e tensioni geopolitiche (come le tariffe Usa e le guerre in Ucraina e nel Medio Oriente) stanno erodendo il ‘feel good factor’ fondamentale per le spese in beni discrezionali”.
CHI COMPRERÀ LA GIORGIO ARMANI?
Secondo indiscrezioni di stampa citate da Robba, L’Oreal starebbe valutando l’acquisizione della divisione Beauty della Giorgio Armani, con cui ha un accordo di licenza fino al 2050.
EssilorLuxottica, invece, non si è espressa – possiede con l’azienda un accordo di licenza per gli occhiali -, e non sono chiare nemmeno le intenzioni di Lvmh: per il gruppo francese, “Armani rappresenterebbe circa un 3% delle vendite e meno di 1% dei profitti inizialmente”.