skip to Main Content

G42

G42, cosa fa e chi c’è dietro l’azienda emiratina che preoccupa gli Usa per i suoi affari con la Cina

La Cia la osserva con sospetto per i suoi legami con la Cina ma ha stretto accordi anche con AstraZeneca e aziende statunitensi come Microsoft e OpenAI. Ecco perché G42, società con sede ad Abu Dhabi, è finita sotto la lente dell'intelligence Usa

 

Per alcuni imprenditori della Silicon Valley è un visionario, per l’intelligence americana una minaccia per la sicurezza nazionale. Peng Xiao è l’amministratore delegato dell’impresa G42 con base ad Abu Dhabi e con stretti legami con Pechino e non solo. I suoi interessi e affari vanno dalla tecnologia alle comunicazioni, dalla farmaceutica all’intelligenza artificiale. E soprattutto quest’ultima, diventata una nuova arma nelle mani dei Paesi, inquieta particolarmente Washington, visto che di recente ha avviato partnership anche con Microsoft e OpenAI.

CHI È L’UOMO DIETRO A G42

La Cia – secondo quanto scritto dal New York Times, che ha indagato su G42 e portato alla luce le preoccupazioni dell’amministrazione Biden in merito ai legami della società con la Cina – gli ha dedicato un profilo riservato. Peng Xiao si è laureato alla George Washington University ma ha rinunciato alla cittadinanza americana per quella emiratina.

È stato Chief Technology Officer e Senior Executive VP presso MicroStrategy e Head-IT Operations presso Bond & Pecaro. Attualmente è l’amministratore delegato di G42 e fa anche parte del consiglio di amministrazione di Al Yah Satellite Communications e della Mohamed Bin Zayed University of Artificial Intelligence.

Le conclusioni del documento della Cia su Xiao, afferma il Nyt, “non sono chiare”.

COSA C’È DENTRO G42

Il nome di G42 è tratto dal libro cult di fantascienza The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy (in italiano, Guida galattica per gli autostoppisti) di Douglas Adams. Lo stesso che ha ispirato Elon Musk per la sua intelligenza artificiale Grok.

Se G sta per “gruppo”, il numero 42, come ha spiegato anche Xiao, è la missione della società, ovvero “la risposta al significato della vita”, così come si legge nel libro.

Per realizzare questa ambiziosa missione, G42 comprende al suo interno un fondo di investimento tecnologico da 10 miliardi di dollari, un modello di intelligenza artificiale in lingua araba, una piattaforma di talenti tecnologici, un’azienda sanitaria, un programma di sequenziamento del genoma e altro ancora.

CON CHI FA AFFARI G42

Dal 2018 a oggi, G42 è cresciuta molto e di recente ha stretto accordi con la casa farmaceutica anglo-svedese AstraZeneca e ha investito nel colosso cinese ByteDance – a cui fa fa capo TikTok -, acquistando all’inizio di quest’anno 100 milioni di dollari di azioni.

Ma i suoi affari sono anche oltreoceano, specialmente in ambito tecnologico. Con Cerebras Systems, società di IA della Silicon Valley, ha annunciato un accordo da 100 milioni di dollari per costruire il “più grande supercomputer del mondo” e il suo Ceo, Andrew Feldman, ha definito Xiao “un visionario”. Al supercomputer lavorerà anche Nvidia perché l’intenzione di G42 è quella di abbandonare il suo “fornitore di tecnologia tradizionale, che comprendeva hardware cinese”.

Altri accordi sono stati siglati con Microsoft e Dell Technologies e lo scorso ottobre con OpenAI.

L’ALLARME DELL’INTELLIGENCE USA

Come osserva il Nyt, dalla mole di comunicati pubblicati dalla stessa G42 il tutto è avvenuto alla luce del sole. Eppure, le agenzie di intelligence statunitensi hanno messo in guardia dalle sue attività con grandi aziende cinesi che gli Usa considerano una minaccia per la sicurezza. Tra queste, il gigante delle telecomunicazioni sottoposto a sanzioni Huawei.

“I funzionari statunitensi temono che G42 possa essere un canale attraverso il quale la tecnologia americana avanzata viene trasferita ad aziende cinesi o al governo. I rapporti dell’intelligence – afferma il Nyt – hanno anche avvertito che i rapporti di G42 con le aziende cinesi potrebbero essere un canale per portare i dati genetici di milioni di americani e di altre persone nelle mani del governo cinese”.

LE NUOVE ARMI

La preoccupazione è dovuta al fatto che tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale hanno usi sia civili che militari e se prima il controllo dei funzionari statunitensi per contenere l’influenza della Cina in Medio Oriente era limitato a controllare come si muoveva con la costruzione di basi militari e la vendita di armi, oggi deve anche considerare altri rischi quali l’IA ma anche i big data, il quantum computing, il cloud computing, le infrastrutture di sorveglianza e la ricerca genomica.

Nel caso di G42, le agenzie di intelligence hanno segnalato alcune aree specifiche di preoccupazione, come per esempio lo “stack” della società, ovvero l’infrastruttura tecnologica sottostante, “che è stata costruita con l’aiuto di aziende cinesi, tra cui Huawei”. Inoltre, hanno esaminato una filiale di G42 chiamata Presight AI, “che vende tecnologia di sorveglianza alle forze di polizia di tutto il mondo, compreso un software quasi identico ai prodotti popolari tra la polizia cinese”.

GLI EMIRATI ARABI UNITI TRA CINA E STATI UNITI

La questione dei legami tra G42 e la Cina è stata sollevata lo scorso giugno dal Consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, in occasione della visita alla Casa Bianca dello sceicco Tahnoon bin Zayed. L’amministrazione Biden, secondo quanto riferito dal Nyt, “ha sollevato preoccupazioni sulla leadership dell’azienda e ha spinto affinché G42 interrompesse i legami con le aziende e le agenzie cinesi”.

Si è anche parlato della possibilità di sanzioni perché per Washington, sulle tecnologie emergenti sensibili, gli Emirati devono scegliere tra Stati Uniti e Cina. Per Abu Dhabi, l’IA è un’importante alternativa alla rendita petrolifera ma la sua collaborazione con altri attori non va sottovalutata nemmeno in altri ambiti. Il Paese, infatti, ricorda il Nyt, sta coltivando legami più stretti sia con la Cina che con la Russia anche per ridurre la sua dipendenza dagli Stati Uniti come fornitore di armi.

Back To Top