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Mps-Carige, ecco gli effetti dell’eventuale fusione sul personale. Tutti i numeri dello studio Uilca

Tutte le ricadute sul personale di Mps e Carige in caso di fusione tra le due banche. Ecco le conclusioni di una ricerca del “Centro Studi Uilca Orietta Guerra"

 

“Possiamo da una prima osservazione, non conoscendo ancora il nuovo piano industriale di Carige e quali sarebbero gli obbiettivi alla base di una ipotetica fusione con il Gruppo Mps, ipotizzare la presenza di un 10-15 per cento di sportelli che sul nuovo gruppo sarebbero sovraponibili in caso di fusione e che potrebbero essere riallocati o chiusi”.

E’ la conclusione della ricerca del “Centro Studi Uilca Orietta Guerra” sugli impatti della possibile fusione tra Carige e Mps soprattutto per quanto riguarda gli esuberi di personale.

Lo studio pone una particolare attenzione al fenomeno della sovrapposizione degli sportelli. “Come due anni fa nel caso delle Banche venete, la Uilca ci tiene a ribadire la forte titubanza sul fatto che due Banche in difficoltà insieme possano risolvere i loro problemi”, si legge nelle premesse della ricerca.

Il personale di Banca Carige al 31 dicembre 2017 era pari a 4.642 unità delle quali il 48% erano donne e dove solo il 3,8% del personale ha un’età media di 49 anni e si servizio di 23. Carige è prevalentemente una banca regionale che in Liguria ha il 38,9% degli sportelli pari a 183 punti operativi.

Confrontando i dati della distribuzione degli sportelli di Banca Carige con Banco Mps emerge come nelle regioni, dove è presente il gruppo Carige, vi sia anche la contemporanea presenza del Gruppo Banco Mps.

“Possiamo notare dalla comparazione (fig.2) come solo il due regioni, Liguria e Piemonte il numero di sportelli di Carige sia superiore a quello del Gruppo Mps. Analizzando l’allocazione della rete distributiva in Liguria vediamo (fig.10) come sono 20 le piazze dove entrambe le banche sono presenti con sportelli, mentre in Toscana, feudo del Gruppo Mps (fig.9), sono 26 i comuni dove entrambe le banche sono presenti”, sottolinea l’analisi del centro studi Uilca.

Osservando la regione Piemonte (fig.5) “notiamo come nella provincia di Torino, sono presenti circa metà degli sportelli delle due banche, mentre nella regione Lombardia (fig.6) la provincia di Como vede una maggior presenza di sportelli Carige rispetto a quelli del Banco Mps. In Veneto la presenza territoriale del Gruppo Carige è maggiore nelle province di Venezia e Padova, dove il Gruppo MPS rimane comunque maggiormente radicalizzato, in virtù dell’acquisizione della ex Banca Antonveneta”, è scritto nello studio.

Conclusione: “Possiamo da una prima osservazione, non conoscendo ancora il nuovo piano industriale di Carige e quali sarebbero gli obbiettivi alla base di una ipotetica fusione con il Gruppo Mps, ipotizzare la presenza di un 10-15 per cento di sportelli che sul nuovo gruppo sarebbero sovrapponibili in caso di fusione e che potrebbero essere riallocati o chiusi”.

Il segretario generale Uilca Massimo Masi commenta che “come Uilca siamo favorevoli, come già affermato durante l’incontro con i Commissari, ad una partnership forte per Carige con una Banca da individuare. Così come siamo favorevoli ad una analoga operazione per la Banca senese”.

Per Roberto Telatin, responsabile del “Centro Studi Uilca Orietta Guerra”, “è necessario fare nuove valutazioni sul tipo di fusioni. Motivo per il quale a questo studio ne seguiranno altri sulle banche interessati da tali fenomeni. Bisogna cominciare a ragionare a studiare quale modello di Banca ci troveremo davanti nei prossimi anni”.

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