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Sanzioni Contro Russia

Swift, funzioneranno le sanzioni finanziarie contro la Russia?

Sanzioni: ecco come la Russia con la Cina sta già lavorando a un'alternativa al sistema Swift. L'approfondimento di Giuseppe Gagliano

 

Funzioneranno le sanzioni finanziarie contro la Russia?

Le sanzioni economiche sono uno strumento geopolitico tanto quanto altri strumenti e non hanno affatto un valore neutrale o super partes. Tuttavia è innegabile che le sanzioni abbiano un alto valore simbolico soprattutto a livello internazionale anche perché fino a questo momento sono uno dei pochi strumenti ,se non forse l’unico strumento coercitivo di politica estera a disposizione dell’UE.Un’arma in verità spuntata .

Ma spesso l’uso delle sanzioni determina effetti contrari a quelli previsti come per esempio il rafforzamento del sostegno dato dalla popolazione al regime del Mali che fu sanzionato nel 2021 e nel 2022. Ma veniamo a Mosca.

EFFETTI DELLE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA

La Russia è da anni pienamente consapevole di essere oggetto di sanzioni e quindi ha deciso di sapersi adattare dinamicamente e di trarne il dovuto vantaggio. Come? La Russia per esempio ha posto in essere un embargo sull’importazione di prodotti agricoli dall’Unione Europea, dal Nord America, dall’Australia e dalla Norvegia e tutto ciò ha determinato una scelta protezionistica dando un grande impulso alla produzione nazionale.Infatti le vendite nel settore dell’agrobusiness da parte della Russia sono arrivate alla cifra record di 30 miliardi di dollari nel 2020 addirittura superiori a quelle del gas naturale facendo della Russia un esportatore netto di prodotti agricoli.

Per quanto riguarda il settore strettamente finanziario la Russia ha cercato ad ogni costo di limitare la propria dipendenza dal dollaro americano. Come? La sua banca centrale per esempio ha accumulato notevoli riserve che sono l’equivalente di un terzo del suo prodotto interno lordo proprio allo scopo di scoraggiare qualsiasi attacco o guerra economica contro la sua valuta.

DOSSIER SWIFT

Un passo concreto verso questa direzione è avvenuto nel 2018 quando si è sbarazzato dei buoni del tesoro americani che ha scambiato almeno in parte con il debito sovrano cinese di cui la Russia -non dimentichiamocelo -è diventato ormai il principale acquirente estero. Ma la Russia è andata anche oltre: per proteggere il suo sistema bancario dalla destabilizzazione occidentale nel 2015 la Russia ha posto in essere il suo sistema di messaggistica finanziario denominato SPFS e una carta bancaria nazionale, Mir, che garantirebbe le transazioni all’interno del paese se gli occidentali escludessero la Russia da Swift. Nel 2021 l’87% della popolazione avrà la carta Mir, che però fornisce appena un quarto delle transazioni, poiché i ceti medi continuano a prediligere le carte occidentali, utilizzabili all’estero.

LA SCAPPATOIA CINESE

Ma la Russia ha saputo porre in essere anche una politica di alleanza con la Cina: Mosca fu può infatti contare sul sostegno della Cina per difendersi davanti alla comunità internazionale dell’ONU. Infatti che sia la Russia che la Cina hanno più volte invocato il principio di non interferenza negli affari interni facendo riferimento proprio all’articolo due della carta del Nazioni Unite.

Tuttavia le contro sanzioni che sia la Russia che la Cina hanno applicato di volta in volta sono minime e quantificabili intorno al 3% rispetto invece agli Stati Uniti che globalmente parlando hanno raggiunto la cifra record del 53% di sanzioni poste a livello globale. Come mai questo divario? È presto detto: sia la Russia che la Cina non hanno uno strumento potente come il dollaro. Di fronte a questa potenza la Russia e la Cina cercano di porre un freno e un limite come dimostra il fatto che gli accordi commerciali bilaterali in dollari americani sono scesi: al 46% nel 2020 rispetto al 90% nel 2015.

Non solo: ma la Russia ha stretto partnership anche di natura bancaria con la Russia forse poco note ma di estremo significato politico: ventitré banche russe sono collegate al sistema di messaggistica finanziaria cinese (CIPS), Rispetto a una sola banca cinese sull’SPFS russo.

Sia chiaro tuttavia che CIPS è solo un piano di backup, non un serio concorrente della sua controparte occidentale. In ultima analisi siamo persuasi che le sanzioni che verranno attuate avranno o uno scarso effetto o addirittura un effetto nullo sulla Russia. Pensiamo ad esempio all’Iran e gli scarsissimi risultati che sono stati ottenuti dagli Stati Uniti con la politica delle sanzioni.

Queste sanzioni avranno delle enormi ripercussioni sull’economia dell’Unione Europea più che su quella russa.

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