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Congiuntura

Fmi e Bruxelles troppo pessimisti sull’economia italiana. Report Cer

"Non trovano conferma le revisioni peggiorative apportate alle stime sul nostro Paese dal Fmi e dalla Commissione europea", è scritto nell'aggiornamento congiunturale dell'Osservatorio Covid del Cer (Centro europa ricerche)

 

Decolla la produzione industriale. Nel mese di maggio, infatti, è aumentata del 42,1% su maggio, il doppio di quanto atteso dal Consensus. Il balzo era stato anticipato dalla risalita dei consumi elettrici nei mesi di giugno e luglio. È questa la fotografia scattata dall’Osservatorio Covid del Centro Europa Ricerche (Cer) nell’aggiornamento congiunturale curato da Stefano Fantacone.

Il report del Cer evidenzia come gli andamenti della produzione industriale siano compatibili con un recupero dei livelli pre-Covid entro il trimestre e potrebbero anticipare un contenimento della flessione annua tra il 10 e il 12%.

IL RAPPORTO DEL CER

«Si tratterebbe di un risultato migliore di quello sperimentato nel 2009, quando la produzione industriale diminuì quasi del 19%. Allora, venne inoltre consegnato all’anno nuovo un trascinamento dell’1,3%, mentre il 2021 potrebbe ricevere un’eredità positiva compresa tra l’8 e il 10%», spiega il rapporto.

I NUMERI

Questi dati insieme a quelli attesi in settimana relativi all’interscambio commerciale con i Paesi europei e alla produzione nelle costruzioni mostreranno più informazioni sul grado di resilienza dell’economia italiana. Quel che si può evincere – scrivono gli analisti del Cer – è la poca attendibilità delle previsioni del Fondo Monetario Internazionale e della Commissione europea che attribuiscono all’Italia una flessione rispettivamente dell’11% e del 12%.

LA BACCHETTATA A FMI E COMMISSIONE EUROPEA

“Non trovano conferma – si legge nel report congiunturale – le revisioni peggiorative apportate alle stime sul nostro Paese dal Fmi e dalla Commissione europea”.

I FATTORI DI RISCHIO

Quel che pesa sullo scenario internazionale è l’andamento dell’epidemia che sembra non fermarsi. La situazione che preoccupa di più è quella degli Stati Uniti dove, contrariamente a quanto accaduto in Europa, la fine del lockdown e la ripresa dell’economia non coincidono con il contenimento dei contagi.

LE CONCLUSIONI DEL RAPPORTO

«Nel trade-off fra salute pubblica e crescita economica, il più importante Paese mondiale sembra assegnare un peso maggiore al secondo obiettivo, rifiutando di mantenere le misure di contenimento fin tanto che non venga piegata la curva epidemica. Quanto un simile modello sia sostenibile nel tempo è però incerto e da ciò deriva un pesante condizionamento per lo scenario internazionale», conclude il rapporto del Cer.

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