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Guerra in Ferak (ma Bankitalia nicchia)

Nel Nord-Est continuano (metaforicamente) a fischiare le pallottole: il teatro dello scontro continua a essere Ferak.

 

La guerra del Nord-Est non accenna ad attenuarsi. Il teatro dello scontro continua a essere Ferak, il veicolo societario in cui i soci di maggioranza, gli acciaieri vicentini Amenduni, coabitano da tempo con gli Zoppas e con il banchiere-editore-concessionario aeroportuale Enrico Marchi.

Tra i soci c’è anche Veneto Banca in liquidazione, i cui liquidatori sono accusati dal comitato dei creditori di essere allineati con Marchi anziché di lavorare nell’interesse dei creditori.

Questi ultimi lamentano che, quando si è trattato di liquidare altre partecipazioni di Veneto Banca, si è proceduto di gran carriera, e con robusti sconti.

Per contro, quando sul tavolo dei liquidatori è planata l’offerta degli Amenduni, i riflessi si sono fatti bradipici. A tal punto che i creditori, guidati dal loro rappresentante Luigi Ugone, hanno chiesto ufficialmente la rimozione di due liquidatori di Veneto Banca, Scognamiglio e Leproux. Dal ministero dell’Economia sono già stati ricevuti ai massimi livelli.

La palla ora è nel campo di Bankitalia, che ancora nicchia.

Nel frattempo, le cronache registrano la nomina a presidente di Finint Investments, la cassaforte di Enrico Marchi, di Giuseppe Zafarana (nella foto), già comandante generale della Guardia di Finanza e attuale presidente Eni. Come a dire: nel Nord-Est continuano metaforicamente a fischiare le pallottole.

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