La Federal Reserve ha rivelato il proprio segreto di Pulcinella la scorsa notte: il tapering del programma di QE inizierà questo mese, con un taglio di 15 miliardi di dollari agli acquisti titoli e di altrettanti miliardi per ogni mese a venire, sino alla chiusura completa del piano entro il mese di giugno dell’anno prossimo.
Nondimeno, la Fed si è tenuta la flessibilità per aumentare o ridurre i tagli a seconda dei dati sull’economia: vale a dire, in base a quanto effettivamente l’inflazione si dimostrerà transitoria. La Fed ha così intrapreso i primi piccoli passi verso una posizione più aggressiva ma resta ancora indietro rispetto ai peer al di là del confine (la Bank of Canada), dell’Oceano (la Bank of England) e agli antipodi (la Reserve Bank of New Zealand), pertanto gli investitori dovranno mantenere la propria pazienza.
I dati sull’andamento dei prezzi negli Stati Uniti sono al rialzo, con il Services Index dell’Institute of Supply Management (ISM) ai massimi storici, e le aspettative a 10 anni sull’inflazione al di sopra del 2,5% (il livello non ufficiale della Fed per identificare un’inflazione “calda”). Persiste il rischio che la Fed debba muoversi più rapidamente di quanto essa stessa non si aspetti, rendendo vulnerabili i rendimenti a breve termine. Il dollaro USA sarebbe invece il principale beneficiario di questo scenario.