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Fase 2, che cosa faranno le regioni Veneto, Toscana, Liguria, Emilia-Romagna e Sardegna

Le prime attività economiche che riaprono dal 14 aprile dopo il decreto e le decisioni delle regioni che si discostano dall'impostazione del governo in attesa della fase 2.

La Fase 2 è ancora lontana, lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, parlando venerdì in conferenza stampa. E sebbene in più occasioni gli esperti abbiano detto e ripetuto che sarebbe consigliabile arrivarci con misure valide per tutto il territorio nazionale, sono diverse le regioni che hanno fatto piccole fughe in avanti. Ecco dunque cosa riapre a partire da oggi, a seconda delle singole ordinanze dei presidenti delle regioni.

PIEMONTE E LOMBARDIA LE PIÙ COLPITE, RINVIATE LE RIAPERTURE

Non avrà effetto il dpcm del 10 aprile in Piemonte e Lombardia, le Regioni in cui infuria ancora con virulenza la pandemia Covid-19. Niente librerie e cartolibrerie aperte, insomma. In Lombardia l’ordinanza firmata sabato dal presidente Attilio Fontana (Lega) consente però ai negozi di abbigliamento per l’infanzia di riaprire, purché attuino rigide misure misure di distanziamento e tutti osservino l’obbligo di coprire naso e bocca con mascherine o fazzoletti. Continua a valere la misura più restrittiva per gli studi professionali che potranno riaprire solo per urgenze e scadenze non differibili.

IN LIGURIA SI INIZIA A PENSARE ALLA STAGIONE TURISTICA

Superata la Pasqua senza il temuto afflusso di lombardi e piemontesi diretti verso le seconde case (non è comunque mancato chi ha provato ad arrivare in riviera), la Liguria ora guarda alla Fase 2 e prova ad arrivarci preparata. Il presidente di centrodestra della Regione, Giovanni Toti, ha firmato una ordinanza con la quale si ridà il via ai piccoli cantieri e agli stabilimenti balneari (cui si aggiungono anche i lavori negli orti e nei giardini), così da dare il tempo ai gestori di predisporre le strutture rispettando le misure di distanziamento sociale. C’è poi da considerare che le mareggiate autunnali avevano eroso buona parte del litorale tra Savona e Genova, compresa la nota spiaggia di Alassio: occorre dunque rimettere in moto al più presto le ruspe perché tornino a disegnare lingue di sabbia.

SI LAVORA ALLE SPIAGGE ANCHE IN FRIULI VENEZIA GIULIA

Ordinanza affine a quella ligure è stata adottata anche in Friuli (e in Abruzzo), così da permettere al settore balneare di farsi trovare pronto. La stagione turistica, però, nonostante le rassicurazioni del governo, resta incerta: molto dipenderà dai provvedimenti inclusi nella Fase 2: uno scaglionamento per età potrebbe infatti danneggiare il turismo delle regioni che accolgono una platea maggiormente anziana, uno scaglionamento per attività, con discoteche, pub e ristoranti ultimi a tirare su le serrande, trasversalmente danneggerebbe quelle che puntano tutto sulla movida. In Friuli Venezia Giulia sarà consentito fare attività motoria, ma solo vicino casa, a patto di indossare la mascherina.

IL VENETO ATTENUA IL LOCK DOWN

La regione maggiormente in fuga dalla Fase 1 è il Veneto, del resto sono settimane che Luca Zaia (Lega) scalpita per riaprire. Le nuove regole prevedono l’obbligo dell’uso di mascherina, guanti e gel igienizzante per uscire di casa, mentre è stato tolto il limite dei 200 metri per l’attività motoria, che può essere svolta solo “in prossimità dell’abitazione” e sempre singolarmente. Per ogni ulteriore approfondimento vi rimandiamo qui.

RIPRENDONO I CANTIERI IN TRENTINO

Il Trentino attua una misura mediana: riapre infatti i cantieri edili e le attività produttive che vengono svolte all’aria aperta, mentre decide di non seguire l’ultimo dpcm del governo centrale per ciò che concerne la riapertura delle librerie. Sui luoghi di lavoro dovranno essere garantiti il termoscan, le mascherine e le distanze minime.

TOSCANA, IL DISTANZIAMENTO SOCIALE RADDOPPIA

Curiosa anche la scelta della Toscana che permette alle attività previste dal dpcm del 10 aprile di riaprire solo se gestori e clienti indosseranno la mascherina e se sarà rispettata la norma sul distanziamento sociale che quasi raddoppia portando a 1,80 metri le distanze da rispettare. Inoltre, i gestori sono stati invitati a installare barriere divisorie sui banconi. Il presidente di Regione Enrico Rossi (centrosinistra) ha detto che il 27 aprile potrebbero riaprire alcune aziende dei comparti della metalmeccanica d’eccellenza e della moda, sempre con l’osservanza di rigorose misure igieniche.

L’EMILIA ROMAGNA NELLA FASE 1/2 (MA NIENTE JOGGING)

L’Emilia Romagna ha deciso di seguire il governo nella Fase “uno e mezzo”. Sì, dunque, alle riaperture nazionali a esclusione delle province di Piacenza e Rimini. In giornata Stefano Bonaccini (Pd) ha indetto un tavolo per chiedere al governo la ripresa di altre attività prima del 3 maggio, sulla scia della Toscana. Con l’avvicinarsi di due festività nazionali – 25 aprile e 1 maggio – nelle quali tutte le attività di vendita saranno chiuse (a eccezione di farmacie, parafarmacie, edicole e distributori di carburante), si è decisa la riapertura dei supermercati la domenica, per evitare un’eccessiva affluenza negli altri giorni feriali. Per il resto, l’ordinanza regionale conferma le misure già in vigore, a partire dal divieto di jogging o passeggiate.

IL LAZIO POSTICIPA LA RIAPERTURA

Nel Lazio Nicola Zingaretti ha deciso di posticipare al 20 aprile la riapertura delle librerie e delle cartolibrerie per consentire ai proprietari di mettere in sicurezza i locali, con segnali che agevolino il distanziamento sociale e laddove possibile la costruzione di barriere di plastica per tutelare i commessi. Confermata invece la chiusura dei supermercati il 25 aprile e il 1° maggio.

CAMPANIA, PUGNO DURO DI DE LUCA SULLE RIAPERTURE

La Campania è tra le Regioni che ha scelto la via del rigore. Vincenzo De Luca (centrosinistra) ha detto infatti no alla riapertura di librerie e cartolibrerie, a quella dei negozi di abbigliamento per l’infanzia, che potranno tirare su le serrande appena due mattine la settimana, dalle 8 alle 14. Vietato anche il cibo d’asporto.

SARDEGNA BLINDATA

Tutto chiuso in Sardegna sino al 26 aprile, vietata anche l’apertura degli esercizi commerciali il 25 aprile e l’1 maggio. Il presidente Christian Solinas ha firmato nella notte l’ordinanza più restrittiva delle misure dell’ultimo dpcm. Chiusi anche gli studi professionali, mentre è stato levato il limite dei 200 metri dalla propria abitazione (che resta valido solo per la passeggiata con gli animali domestici) per il runnig, a patto che sia “strettamente personale nelle immediate vicinanze della propria abitazione col rispetto delle distanze minime di sicurezza da qualunque altra persona di almeno un metro e, comunque, muniti di adeguata mascherina”. Ma si potrà correre solo in strada: restano interdetti infatti parchi, giardini e litorali.

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