La mossa di Mediobanca è interessante e alza l’asticella della partita giuridica. L’ipotesi di concerto e le ricadute – specie su eventuali opa obbligatorie – era già stata avanzata da alcuni commentatori e il ruolo di Delfin e Caltagirone non è mai passato inosservato, anzi.
Tre passaggi: Nel comunicato ex art. 102 di MPS si legge che: “Si precisa che, in relazione all’Offerta, non vi sono persone che agiscono di concerto con l’Offerente ai sensi dell’art. 101-bis, commi 4, 4-bis e 4-ter, del TUF e dell’art. 44-quater del Regolamento Emittenti”.
Sempre all’interno di MPS viene pubblicato il parere del Comitato parti correlate. Tema: il ruolo di Delfin e Caltagirone, azionisti sia di MPS che Mediobanca. Qui il passaggio più importante, che ribadisce l’autonomia del management MPS nell’operazione.
Sullo stesso tema investe il cda di Mediobanca, che sin dal primo comunicato ha avvertito i propri azionisti che ci sono soggetti – Delfin e Caltagirone – che agiscono per interessi propri (i.e.: timore di un effetto gregge nel caso loro portino in adesione le azioni).
Ora si va sull’ultimo tassello: sebbene non annunciato nè scritto, c’è un concerto tra i due soggetti? Che ripercussioni su Generali? In caso di esito positivo dell’OPS MPS-MB, gli intrecci azionari portano ad un controllo di concerto su Generali che fa scattare opa obbligatoria?
Delfin e Caltagirone hanno sempre agito in autonomia, senza patti nè altro. Anche se votano spesso in accordo e gli acquisti hanno una certa coincidenza temporale, non sarà facile provare un’azione di concerto senza niente di scritto ma solo sulla base di presunzioni.