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Facebook, ecco come Procura di Milano e GdF hanno messo una bomba nei conti di Meta

Basi e implicazioni della contestazione della Procura di Milano al gruppo Meta (Facebook) per omesso versamento dell'Iva. L'analisi di Giuseppe Liturri

 

Delle due, l’una. O la Procura di Milano ed il Nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di Finanza di Milano hanno preso un granchio di proporzioni colossali, oppure il colosso californiano Meta Platforms Inc. (cioè Facebook, Whatsapp e Instagram) è di fronte ad un salasso finanziario non banale.

È questa la conclusione che si trae leggendo la notizia secondo cui la Procura di Milano contesta al gruppo di Mark Zuckerberg l’omesso versamento di IVA per 870 milioni, avendo omesso proprio di presentare la dichiarazione IVA dal 2015 al 2021.

Il potenziale deflagrante della vicenda è notevole. Perché qui non si parla di una specifica violazione una-tantum, ma invece i finanzieri milanesi mettono una bomba proprio sotto il modello di business dei social, cercando di attrarre a tassazione IVA tutta la normale operatività.

Nello specifico, gli organi investigativi ritengono che tra l’utente e le piattaforme social ci sia uno scambio (una permuta, nel linguaggio giuridico) di utilità. L’utente offre i propri dati personali e consente ai social la profilazione. Una massa di dati che vengono poi ceduti a terzi o utilizzati anche dai social per operazioni di direct marketing, generando ingenti ricavi. In cambio, chi si iscrive riceve l’accesso ai servizi delle piattaforme social. Quindi l’iscrizione è solo apparentemente gratuita, ma sottende un “obbligo di fare” (la fornitura dei dati e del profilo personale) in contropartita di un altro obbligo, quello di consentire l’accesso alla piattaforma.

Gli inquirenti hanno quindi ricostruito il valore “in natura” di questa iscrizione solo formalmente gratuita, calcolando una base imponibile di circa 4 miliardi, ed hanno proceduto al calcolo dell’IVA non versata dalla società di Zuckerberg nella misura di 870 milioni.

La difesa degli avvocati di Meta si fonda tutta sull’assenza di nesso diretto tra le due prestazioni scambiate tra le parti. Anche richiamandosi ad un parere del Comitato IVA presso la UE che nel 2018 – specificamente interpellato dalle autorità tedesche – escluse la rilevanza IVA di situazioni in cui i servizi “di tecnologia dell’informazione” siano prestati in cambio di dati personali.

A loro avviso, la circostanza per cui le informazioni “cedute” dal cliente abbiano un valore economico, non sarebbe di per sé sufficiente a far ritenere che il servizio ricevuto in cambio sia stato prestato a titolo oneroso.

In materia esistono anche diverse sentenze della Corte di Giustizia Europea che evidenziano la necessità di un nesso diretto tra le prestazioni ed il controvalore ricevuto. Nesso che esiste solo quando il “controvalore effettivo” delle due prestazioni sia sostanzialmente equivalente e quindi sia possibile presumerne l’onerosità. In altre parole, se per ipotesi le piattaforme non sapessero che farsene di quei dati personali ed avessero ricavi di altra fonte, l’accesso alla piattaforma rimarrebbe una prestazione a titolo gratuito. Che diventa onerosa, e quindi imponibile IVA, quando i dati personali costituiscono proprio il “servizio” che i colossi dei social utilizzano per generare i propri ricavi.

La delicatezza della materia è estrema, così come la discrezionalità interpretativa, tutta fondata sul concreto e puntuale accertamento delle modalità operative con cui operano i social network.

Se passasse la linea della Procura e degli organi investigativi milanesi si aprirebbe una crepa nei conti di Zuckerberg che, se applicata a livello UE, provocherebbe un bel colpo ai conti miliardari dei social network fino a portarli a ridisegnare il loro modello di business.

E ci permettiamo di osservare che – disponendo già di abbondante giurisprudenza in materia – stentiamo a credere che Procura e GdF si siano lasciati andare ad accuse prive di fondamento. Se così fosse, il danno alla loro credibilità e reputazione sarebbe notevole.

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