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Premio Guido Carli 2022

Evviva i talenti italiani

Chi ha ricevuto il Premio Carli

 

Ci vuole passione, come dice la canzone, per dedicare un intero pomeriggio fino a sera tardi al talento italiano. Con un messaggio preciso: asse euro-atlantico. La parte dove stare. La formula euro-atlantica riecheggia anche nel video di saluto-discorso che il ministro degli Esteri, il pentastellato Luigi Di Maio manda alla Fondazione Guido Carli, così come fa il presidente del Consiglio, Mario Draghi, alla vigilia del suo viaggio a Washington.

Romana Liuzzo, nipote dell’economista che trent’anni fa, da ministro del Tesoro, pose con Gianni De Michelis la firma al Trattato di Maastricht, Liuzzo presidente della Fondazione Guido Carli, e il presidente onorario Gianni Letta, con il Premio Carli omaggiano il talento italiano. Lo fanno rimettendo il nostro Paese al centro di quell’asse euro-atlantico che è stato decisivo per uscire “da un’economia chiusa” e entrare in “quella di mercato”, ricorda il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. Sottolinea, Brunetta, nel nome di Carli: “Non c’è alternativa all’Europa”. Un Gianni Letta, con particolare brio, conduce le premiazioni che vanno dal generale Francesco Paolo Figliuolo a Gerry Scotti a Alberta Ferretti (la stilista internazionale che “aprì a 18 anni una boutique a Rimini”) al re del pomodoro Francesco Mutti fino a Federica Pellegrini, la regina del nuoto all’attore Toni Servillo.

E’ stato un omaggio al talento italiano la tredicesima edizione del Premio Guido Carli, in scena all’Auditorium Parco della Musica di Roma, ideato da Romana Liuzzo e dedicato quest’anno al suo Massimo Dell’Omo, “inviato di guerra e marito speciale” recentemente scomparso. “Stavolta – dice – non ci siamo fermati solo agli economisti, ma abbiamo esteso il premio a tutti i settori che onorano questo Paese, alle eccellenze italiane della moda e dell’arte, dello sport, della diplomazia e solidarietà”.

Ecco quindi Francesco Giambrone, nuovo sovrintendente del teatro dell’Opera di Roma, premiato da Barbara Palombelli (una delle tre donne in giuria con Ornella Barra, con International Walgreens Boots Alliance e Monica Maggioni, direttrice del Tg1 e new entry di questa edizione) e Ruth Dureghello, prima presidente donna della comunità ebraica di Roma, la più antica d’Europa, premiata dall’ambasciatore Giampiero Massolo, che l’ha definita “donna forte nella testimonianza in un’epoca non semplice”. Dureghello ha dedicato il suo premio a Sami Modiano, superstite della Shoah “che ha fatto del racconto della sua esperienza un insegnamento e che ha trasformato le sue ferite in messaggio di pace”.

Istituzionale ma anche disinvolto (per ogni premiato vengono elencati ruolo, opere, ma anche hobby, sogni infantili e ricette preferite dai passatelli in brodo dell’ambasciatrice italiana in Usa Mariangela Zappia alla pasta alla Norma ma senza ricotta salata di Giambrone), l’evento ha visto quindi sul palco premiato da Antonio Patuelli, presidente di Abi, Francesco Rocca presidente nazionale della Croce Rossa Italiana che ha ricordato le missioni umanitarie in Ucraina e Luigi Ferraris, ad di Ferrovie dello Stato.

In tanti dedicano il premio ai figli, o ai genitori un po’ come è successo ai David di Donatello con le parole commosse di registi e attori dirette alle mogli. Lo fa anche Francesco Mutti, “quello del pomodoro buono” come lo introduce Letta che dedica la medaglia “a mia moglie, a mia figlia e ai miei genitori che mi hanno insegnato il valore del lavoro”. Lo fa Zappia e lo fa tra gli altri Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi con una dedica al marito e alla figlia “gioia della mia vita”. Melandri parla del progetto del “grande Maxxi” , saluta con una frase di Alda Merini (“Il premio più grande è la vita”) e aggiunge che la vita oggi bisogna salvarla da questa guerra.

Fedele Confalonieri premia Gerry Scotti supermodesto (“ho lavorato tanto e ho avuto fortuna, non ho grandi meriti” si schermisce), Maggioni lo consegna a Federica Pellegrini e alle sue imprese, “bracciata dopo bracciata che portano con sé l’Italia”: “La mia famiglia è sempre stata la mia fortuna, ho nuotato per vent’anni, il nuoto è stato la mia vita”, sottolinea Pellegrini, esortando le personalità in platea a investire nel nuoto.

Claudio Descalzi , ad di Eni, premia Mariangela Zappia, ambasciatrice d’Italia negli Usa: “Voglio rivolgere un messaggio alle donne, questa carriera si può fare, anche con marito e figli” è il pensiero dell’ambasciatrice a Washington. Tra le altre donne sul palco la stilista Alberta Ferretti “che ha vestito Jane Fonda ma anche Chiara Ferragni” come ricorda Ornella Barra che le consegna la medaglia in bronzo del Poligrafico e Zecca dello Stato, anche “perché donna vicina alle donne”.

Applausi per Toni Servillo, premiato dal presidente del Coni Giovanni Malagò. Letta lo introduce scherzando sulla sua interpretazione “perfetta” di Berlusconi in ‘Loro’ di Sorrentino. “ “Grazie a Letta che frequenta i teatri, occorrerebbe che altre persone delle istituzioni come lei lo facessero”, dice Servillo. Che dedica il premio ai giovani esortandoli a fare impresa: “Non bisogna cercare qualcuno che ti piazzi ma bisogna piazzarsi da soli”. Il generale Figliuolo ex commissario straordinario per l’emergenza Covid riceve il premio da Urbano Cairo: “Questo premio va suddiviso con la mia squadra, solo insieme si può vincere e questo premio l’ha vinto la squadra Italia, ho incontrato una bella Italia ovunque”. Premio alla presidente Rai, Marinella Soldi, cresciuta a Londra, che ricorda la lezione del mondo anglosassone sulla libertà di scegliere cosa diventare.

Talento italiano, iniezione di coraggio e ottimismo, nonostante tutto. Ma anche chiarezza sulla parte dalla quale stare.

“Guido Carli ci ha insegnato da che parte stare. E oggi sono convinto che rispetto all’ Europa starebbe dalla parte di Draghi e Macron. Ora tocca a noi”, sottolinea Brunetta. Prosegue: “Carli oggi
sosterrebbe il disegno di un’Europa sovrana su energia e sicurezza, servirà un Next generation nuovo, teso a rafforzare la sovranità europea nei punti di fragilità evidenziati dalla guerra. Il 9 maggio l’Europa sarà a un bivio. Quello tra la regressione e la capacità di sopravvivere ai mali del suo passato. Nessuno stato si salva da solo, non c’è alternativa”.

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