Skip to content

Emilia Romagna, perché gli agricoltori alluvionati picchiano su Agricat (Ismea)

Tutte le critiche degli agricoltori dell'Emilia Romagna al fondo Agricat dell'ente Ismea sui rimborsi post alluvione 

 

Agricat non funziona. A dirlo sono i responsabili delle maggiori associazioni di lavoratori agricoli che si sono rivolti al fondo mutualistico per ricevere indennizzi a seguito di calamità naturali. “Il fondo mutualistico nazionale Agricat istituito da Ismea proprio per risarcire i danni da gelo o alluvione ha rigettato gran parte delle domande d’aiuto – ha detto presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna, Marcello Bonvicini -. Nello specifico, solo un numero esiguo di domande di risarcimento danni da gelo è stato accettato sulle 5.000 presentate in regione, a fronte di oltre 30mila ettari di colture danneggiate”.

CHI È NEL CDA DI AGRICAT

Come scrive Repubblica la struttura di Agricat, al momento, conta solo due dipendenti, due dirigenti per cui spende ogni anno 310mila euro, affiancati da una risorsa con contratto di somministrazione e tre impiegati al 50 per cento distaccati da Ismea. Il presidente di Agricat è l’avvocato penalista Silvia Rodano, mentre i due consiglieri sono Massimo Tabacchiera, manager pubblico anche in Ama, Atac e Roma servizi per la mobilità, e Lorenzo Viviani, nell’ultima legislatura parlamentare della Lega.

AGRICAT DEVE GESTIRE 350 MILIONI DI FONDI PUBBLICI

Una struttura agile, quindi, eppure i fondi che deve gestire Agricat sono ingenti. Costituita nel 2022 dall’ente pubblico Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), che ne controlla il 51%, per gestire il fondo mutualistico nazionale omonimo istituito dalla legge 234 del 30 dicembre 2021 per la copertura dei danni da alluvioni, gelo e siccità in agricoltura, ha una dotazione di 350 milioni all’anno, che arrivano per il 30 per cento dai fondi della PAC e per il 70 per cento dalle risorse della politica di sviluppo rurale. Il 30% di Agricat fa capo ad Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, mentre il restante 19 per cento è del Sin, il Sistema informativo nazionale per lo sviluppo dell’Agricoltura.

ALL’AGRICOLTORE CHE SI LASCIÒ ALLAGARE I TERRENI PER SALVARE RAVENNA RIMBORSATI SOLO IL 30% DEI DANNI SUBITI

Tra chi non ha ricevuto le somme richieste vi sono anche persone simbolo dell’alluvione del 2023. Fabrizio Galavotti, l’agricoltore che si lasciò allagare i terreni per salvare Ravenna, ha ricevuto solo il 30% della richiesta, 130mila euro a fronte di 450mila di costi per le mancate produzioni. Storie che, come riferito dal presidente di Cia Emilia-Romagna Stefano Francia a Repubblica, rappresentano la punta di un iceberg: “alle associazioni di categoria stanno arrivando migliaia di segnalazioni”. Davide Venturini, presidente di Confagricoltura Bologna, spiega che “al massimo viene riconosciuto il 20%”. La Coldiretti regionale, precisa il direttore Marco Allaria Olivieri, ha contato finora “oltre 3.100 dinieghi, pari al 70% delle richieste, fra gelate e alluvione”.

RESPINTO L’80% DELLE RICHIESTE DI INDENNIZZO

Come riportato dal Fatto Quotidiano Agricat sta respingendo quasi tutte le domande di indennizzo (l’80% delle circa 5 mila ) e quando non le respinge beffa gli imprenditori agricoli con ristori che si riducono a pochi spiccioli a fronte di danni per decine di migliaia di euro. “Non siamo ancora riusciti a capire cosa accade né come uscire da questa situazione assurda”, ha detto Stefano Francia, presidente regionale della Cia, Confederazione italiana agricoltori al Fatto. “Non sappiamo rispondere e abbiamo chiesto interventi urgenti per correggere il meccanismo. Gli imprenditori agricoli sono stremati dalle difficoltà degli ultimi anni: la siccità, le gelate e infine l’alluvione”, ha aggiunto Marcello Bonvicini, alla guida di Confagricoltura Emilia-Romagna. “Agricat, pagato dagli agricoltori, doveva essere uno strumento efficace – spiega in una nota la Cia – quando invece una burocrazia di gestione lenta e male organizzata rischia di fare saltare il banco, con l’unico risultato di non girare le risorse alle imprese agricole colpite. Il Fondo nasce con l’obiettivo di ampliare la base delle aziende che ricorrono a strumenti di gestione del rischio e deve essere quindi integrato alle polizze assicurative; ad oggi Agricat è completamente scollegato dall’assicurazione agevolata. Inoltre, è inconcepibile che strumenti informatici e procedure inadeguate arrechino enormi danni ai produttori scaricando strumentalmente colpe sui tanti Caa”.

MARTEDÌ 3 SETTEMBRE UN INCONTRO TRA AGRICAT E ISMEA PER CAPIRE COSA SIA SUCCESSO

Per fare il punto sulla questione il prossimo 3 settembre si terrà un incontro, convocato da Ismea, un tavolo tecnico con i coordinamenti nazionali dei Centri di assistenza agricoli per capire cosa si a successo. Una delle difficoltà risiederebbe nell’invio di documentazione incompleta. Attualmente le procedure per l’invio delle istanze di ristori, attraverso un portale telematico, sono più snelle ma Agricat avrebbe fatto sapere che spesso le domande, inviate tramite i Centri di assistenza agricoli, non sono compilate correttamente, forse a causa di una modulistica poco chiara. “ci attiveremo immediatamente presso il Governo per un incontro chiarificatore – ha fatto sapere l’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna Alessio Mammi -, in modo che ci vengano spiegate le ragioni di questa decisione insensata. Sarà anche l’occasione, come ribadito più volte, per fare presente che il sistema Agricat non sta funzionando e non garantisce le risorse alle imprese in modo rapido come dovrebbe – conclude Mammi – mettendo a serio rischio il reddito e la tenuta delle aziende che hanno diritto di beneficiarne”.

Torna su