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Gilet Gialli

Ecco quanto i Gilet Gialli incideranno sul Pil francese (ed europeo)

Il commento di Anna Maria Grimaldi, senior economist direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, sull'indice PMI a dicembre

 

Il PMI composito è calato notevolmente a dicembre a 51,3 dal 52,7, ben al di sotto delle previsioni di stabilizzazione. L’indice è tornato sui minimi da fine del 2014, quando la ripresa era appena avviata. Il calo è spiegato dal peggioramento del quadro nei servizi con il PMI a 51,4 da 53,4 mentre l’attività ha tenuto meglio nel manifatturiero con il PMI per il comparto in calo di soli quattro decimi (51,4 da 51,8).

La discesa del PMI composito euro zona riflette in larga misura il deterioramento del PMI servizi francese, che è crollato a 49,6 da 55,1, molto probabilmente perché le continue proteste dei giubbotti gialli hanno depresso il morale e l’attività. Il PMI manifatturiero francese è calato meno a 49,7 da 50,8.

Riteniamo che il PMI tedesco dia un’indicazione più attendibile di come si sono evolute le condizioni cicliche a dicembre, dal momento che non ci risulta che vi siano stati fattori eccezionali di cui tenere conto. Il PMI composito è rimasto invariato a 52,2 dal 52,3, comunque più debole delle attese. Il PMI manifatturiero tedesco è scivolato ulteriormente di 0,3 punti a 51,5 ancora su di un peggioramento degli ordini all’export. L’indice per i servizi è calato anche in Germania anche se nettamente meno (52,5 da 53,3) che in Francia ciò segnala che indipendentemente dagli eventi francesi, l’attività nei servizi potrebbe star perdendo impulso.

La nostra lettura è che l’economia della zona euro si sta avvicinando al tendenziale su scia di un mix di fattori temporanei (entrata in vigore della direttiva UE sulle auto diesel in estate, proteste delle giacche gialle in Francia) e di sviluppi ciclici che hanno accresciuto l’incertezza sullo scenario politico, maggiori preoccupazioni sull’impatto del rallentamento del commercio globale sull’attività e sui piani di investimento delle imprese. Finora, i consumatori sono venuti in soccorso sostenendo la domanda interna, il minor slack nel mercato del lavoro ha innescato un’accelerazione dei salari, che i dati Eurostat di questa mattina mostrano in crescita del 2,5% a/a nei mesi estivi dopo il +2,3% del 2° trimestre.

L’indice PMI occupazionale continua a segnalare una creazione solida di posti di lavoro nei prossimi mesi anche se a ritmi meno sostenuti rispetto ai mesi precedenti. L’indice PMI prezzi praticati è sceso a 52,9 da 53,3, meno rispetto all’indice PMI prezzi pagati (58,6 da 60,2). Per il momento, quindi, la trasmissione tra maggiori pressioni salariali a prezzi interni rimane flebile.

Sulla base dei dati degli ultimi mesi, abbiamo tagliato le nostre stime di crescita del PIL euro zona a 1,5% nel 2019 da un precedente 1,7%. Si tratta di un tasso di crescita in linea con il potenziale che incorpora parte dei maggiori rischi vero il basso per la crescita. La nostra previsione è inferiore alle proiezioni della BCE di dicembre che hanno mostrato una crescita al di sopra del potenziale fino al 2021.

 

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