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Bce Riunione

Ecco quando la Bce non alzerà più i tassi

Che cosa ha deciso la Bce sui tassi e quali sono gli scenari dopo l'ultimo rialzo. Il punto di Martina Daga, Junior Macro Economist, AcomeA SGR. 

In occasione del meeting di politica monetaria di ieri la Bce ha deciso di alzare di altri 25 bp i tassi di riferimento, portando così il deposit rate al 4%, il refinancing rate al 4.50% e il marginal lending facility rate al 4.75%. Dall’inizio del ciclo dei rialzi lo scorso anno a oggi, la Bce ha alzato i tassi complessivamente di 450 bp. La decisione non era scontata, nell’ultima riunione di politica monetaria, infatti, Lagarde non aveva dato indicazioni sulla prossima mossa, lasciando la decisione odierna completamente dipendente dai dati. Questi, tuttavia, nelle ultime settimane ci hanno dato indicazioni diverse: da un lato la debole crescita economica, anticipata dai soft data già da alcuni mesi e ora confermata anche da hard data, avrebbe potuto sostenere una pausa nel ciclo dei rialzi; dall’altro lato l’inflazione rimane forte e sopra il target del 2%, con la componente core in particolare che fatica a scendere, e questo ha rappresentato una valida argomentazione per un ulteriore rialzo. Durante la conferenza stampa è stato chiarito che, nonostante la decisione sia stata supportata dalla maggior parte dei membri del board, alcuni avrebbero preferito una pausa.

Il mercato ha inizialmente letto la decisione in modo dovish, puntando l’attenzione su una frase inserita nel comunicato stampa che potrebbe lasciare intendere che, sulla base di una valutazione della situazione corrente, i tassi abbiano raggiunto un livello sufficientemente restrittivo e che, se mantenuti per un tempo sufficientemente lungo, contribuiranno a riportare l’inflazione al target del 2% tempestivamente. Tuttavia, come negli scorsi meeting le future decisioni rimangono data dependent, non solo nella determinazione del livello dei tassi ma anche nella durata di tempo per cui i tassi dovranno essere tenuti a tale livello.

In occasione di questo meeting sono state aggiornate e pubblicate le proiezioni macroeconomiche dello staff della Bce. La crescita dei prezzi è stata rivista al rialzo per questo anno e il prossimo, riflettendo una traiettoria più alta dei prezzi energetici, mentre al ribasso per il 2025. Sono invece attesi sviluppi più positivi per la componente core. È stato riconosciuto che i passati aumenti sono in questo momento trasmessi all’economia con forza, l’impatto della stretta monetaria ha portato a un ulteriore inasprimento delle condizioni finanziarie, che ha portato a una riduzione della domanda, fattore importante per riportare l’inflazione verso l’obiettivo. Considerando questo contesto domestico, insieme all’indebolimento del commerciale internazionale, i funzionari della Bce hanno abbassato significativamente le loro proiezioni di crescita economica per tutto l’orizzonte temporale proiettato. La significativa revisione al ribasso della crescita del 2024 è stata giustificata dallo spostamento in avanti nel tempo della ripresa economica. Nonostante non sia stata nascosta la preoccupazione sulle prospettive di crescita, in particolare guardando leading indicator come i PMI, per il momento lo staff della Bce non si proietta in una recessione economica. Durante la conferenza stampa è stato sottolineato come il mercato del lavoro rimanga molto forte in Area Euro, nonostante il rallentamento economico, con una crescita salariale al 5.5, la partecipazione alla forza lavoro in crescita ed il tasso di disoccupazione ai minimi storici (rispettivamente pari a 75% e 6.4%). Tuttavia, in questo momento si monitorano attentamente le nuove assunzioni nel settore terziario, particolarmente labor intensive, e che finora era in espansione e solo recentemente ha iniziato a dare segni di rallentamento in Europa.

Avvicinandoci alla fine del ciclo dei rialzi l’attenzione si sta spostando da “quanto ancora alzeranno i tassi di riferimento” a “per quanto tempo rimarranno alti” e verso gli altri strumenti di politica monetaria nelle mani della Bce. Per il momento non sono stati annunciati cambiamenti nel programma di Quantative Tightening, da luglio la Bce ha smesso di reinvestire tutti i titoli in scadenza del programma APP, a oggi la Bce detiene un totale di euro 3.135 bn dei titoli in questo programma principalmente concentrati nel PSPP, mentre per il momento rimane garantito il reinvestimento dei titoli in scadenza del programma PEPP fino alla fine del 2024. La liquidità in eccesso è rimasta sostanzialmente stabile da fine giugno, quando ha registrato un calo importante dovuto non solo all’avanzamento del programma di QT, ma anche al ripagamento della scadenza di giugno del TLTRO da parte delle banche europee.

 

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