Finalmente un segnale inequivocabilmente diverso, una netta inversione di rotta rispetto al passato quello lanciato oggi dal ceo di Unicredit, Andrea Orcel, con la presentazione del nuovo piano industriale del gruppo.
Si ravvisa la volontà di rilanciare Unicredit e sostenerne la crescita, rafforzandone lo standing anche a livello globale, partendo da uno sviluppo strutturale dei ricavi e senza puntare sulla solita sterile ricetta, sempre rigettata dalle Organizzazioni Sindacali, di perseguire il consolidamento dei conti agendo soprattutto sul taglio dei costi e del personale.
Puntare sulla tecnologia è una strategia oggi inevitabile: bisogna però governare l’evoluzione digitale e i suoi impatti sul modo di lavorare, sull’accrescimento delle professionalità delle Colleghe e dei Colleghi e sulle esigenze della clientela e in questo processo il Sindacato deve essere protagonista attivo.
Non è di secondaria importanza, infine, per Unisin l’attenzione al sud del Paese, ai suoi territori ed alla sua economia così come, più in generale, una forte sensibilità sociale e di attenzione alla sostenibilità ambientale, nonché la conferma della essenzialità del mantenimento della rete fisica che resta sempre un punto di riferimento per lo sviluppo e per la clientela che ha più difficoltà con il progredire dell’evoluzione digitale.
Su possibili esuberi, il tasso di sostituzione nel settore – oramai affermato – è di almeno una nuova assunzione ogni due uscite, che devono sempre essere volontarie e gestite attraverso gli strumenti previsti: questo è indispensabile se si vuole anche garantire il ricambio generazionale.
Nei prossimi giorni il gruppo provvederà a consegnare la documentazione necessaria per dare avvio alle procedure sindacali. In quella sede, verificheremo che quanto oggi dichiarato trovi effettivo riscontro. In tal senso, essenziale sarà la gestione delle procedure esclusivamente in ambito nazionale con le delegazioni sindacali aziendali di Unicredit coadiuvate dalle segreterie nazionali.