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Ecco le novità con il decreto Salvini sulla casa

Che cosa prevede il decreto "salva casa" approvato dal governo e come il ministro Salvini lo ha illustrato in conferenza stampa

Passa la linea della sanatoria per le piccole violazioni edilizie. Il decreto “salva – casa” voluto dal vice premier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è stato approvato dal consiglio dei ministri. Vengono cancellati i piccoli abusi, se realizzati entro il 24 maggio 2024: dal mancato rispetto delle altezza, all’aumento della cubatura, dai cambi di destinazione d’uso, alle vetrate panoramiche, alla “sanatoria” sui dehors realizzati durante l’emergenza Covid. “È una rivoluzione liberale, passiamo dal silenzio rigetto al silenzio assenso – esulta il ministro Salvini dopo l’approvazione del decreto -. È una bellissima giornata non solo per i proprietari ma per tutto il settore edilizio. Una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale entrerà nelle case di milioni di italiani in maniera risolutiva”. 

Ecco tutti i dettagli.

COSA C’È NEL DECRETO SALVA CASA VOLUTO DA SALVINI 

Il decreto, come detto, si applica agli interventi di piccola entità e le “tolleranze costruttive sono riparametrate in misura inversamente proporzionale alla superficie utile”. Ciò significa che sono favorite le dimensioni minori, le case più piccole. Minore è la superficie utile “maggiore è il limite consentito percentualmente”. Tra le misure previste dal decreto c’è l’installazione di pompe di calore sotto i 12 kw, l’ampliamento delle tolleranze costruttive ed esecutive, l’inserimento nel criterio di edilizia libera per vetrate panoramiche amovibili, tende e altre opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici. 

LA SANATORIA SU VETRATE E TENDE DA SOLE 

La sanatoria, per quest’ultime, è possibile solo se queste opere non determinino “la creazione di un organismo edilizio rilevante e comunque, di uno spazio stabilmente chiuso, con conseguente variazione di volumi e di superfici devono avere caratteristiche tecnico-costruttive e profilo estetico tali da ridurre al minimo l’impatto visivo e l’ingombro apparente e devono armonizzarsi alle preesistenti linee architettoniche”. Inoltre, viene introdotta la semplificazione dell’accertamento di conformità eliminando la doppia conformità che d’ora in poi sarà richiesta solo nei casi più gravi. 

SALVINI: “LO AVEVAMO PROMESSO E LO ABBIAMO FATTO”

“Lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto: approvato in Consiglio dei ministri il decreto legge salva casa”. Così celebra l’approvazione del decreto il ministro delle infrastrutture. Il nuovo decreto Salva – casa pone fine alla pratica del silenzio rigetto, sostituendola con il silenzio assenso. Ciò significa che se una Pubblica Amministrazione non risponde, entro i termini prestabiliti, la domanda deve essere considerata accolta. Inoltre, nel rispetto delle normative di settore e di eventuali specifiche condizioni comunali viene semplificato il cambio di destinazione d’uso di singole unità immobiliari. “Un decreto di buonsenso – dice ancora Salvini – che regolarizza piccole difformità, liberando finalmente gli uffici comunali da milioni di pratiche edilizie e restituendo il pieno utilizzo degli immobili ai legittimi proprietari”.

DECRETO SALVA CASA: LA RICHIESTA DI SANATORIA E IL PAGAMENTO DI UNA SANZIONE PECUNIARIA 

La richiesta di sanatoria deve essere presentata allo sportello unico edilizia ma, come scrive il Corriere, se l’intervento ricade in zone a vincolo paesaggistico, sarà necessario un parere vincolante dell’autorità competente, che deve pronunciarsi entro 180 giorni, pena l’applicazione del silenzio assenso. Per le difformità più gravi “il rilascio del permesso e la segnalazione certificata di inizio attività” sono subordinati al “pagamento di una sanzione pecuniaria pari al doppio dell’aumento del valore dell’immobile conseguente alla realizzazione degli interventi, e comunque in misura compresa tra 1.032 euro e 30.987 euro», si legge nella relazione illustrativa al decreto”. 

SALVINI SPIEGA CHE IL SUO DECRETO SALVA – CASA NON È UN CONDONO 

Il ministro Salvini ci tiene a sottolineare che il “suo” decreto non apre la porta a un condono edilizio. “Non è un condono  – dice il vicepremier – perché se uno si è fatto 3 piani in più o una villa con piscina in riva al mare la risposta è l’abbattimento, ma se uno sta impazzendo per 30 centimetri di difformità in un appartamento di 100 metri quadri approvato il decreto liberiamo le case di milioni di italiani”. L’obiettivo del decreto è dare fiato ai proprietari di casa che hanno commesso piccole violazioni edilizie. “Ci sono interventi su piccole irregolarità che riguardano la vita di tutti giorni – continua il ministro delle infrastrutture -: verande, tende soppalchi, gradini, grondaie, finestre, pareti e porte interne”.

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