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Mascherine FCA

Ecco le mascherine “giarrettiera” di Fca per le scuole. Fatti, foto e mugugni

Perché destano perplessità e polemiche le mascherine prodotte da Fca e acquistate per conto del governo dal commissario Arcuri che stanno arrivando in questi giorni alle scuole

Nel pieno della crisi sanitaria della scorsa primavera, quando le mascherine erano introvabili, men che meno quelle a 50 centesimi di Domenico Arcuri, Giuseppe Conte chiamò a raccolta i maggiori industriali italiani chiedendo loro di riconvertire la produzione per creare gli agognati dispositivi di sicurezza. In estate il governo siglò il “patto della mascherina” con John Elkann. Fca, che aveva interrotto la produzione e visto bloccarsi l’export dei suoi veicoli, non era rimasta con le mani in mano e aveva già attrezzato negli stabilimenti di Torino Mirafiori e Pratola Serra nell’avellinese decine di linee adibite alla produzione di mascherine lungo 16 mila metri quadrati che avrebbero consentito nell’immediato a 600 tute blu di tornare al lavoro.

Le mascherine FCA, fotografate da una mamma

Una operazione “win win”: da un lato si sarebbe permesso a Fca, azienda strategica per il nostro Paese, operante nel settore che più di tutti ha subito i danni maggiori per il Coronavirus, di tornare a lavorare, almeno a regime minimo. Dall’altro consentiva al governo di produrre materiale tanto importante in casa, disponibile a chilometro zero, e avere la garanzia che fosse di qualità, non come le (tante) fregature comprate a scatola chiusa dalla Cina.

LE MASCHERINE FCA SONO DI QUALITA’?

La domanda che ci si pone ora è se le mascherine griffate Fca siano davvero di qualità. Non ne è molto convinto il senatore Gianluigi Paragone, ex grillino, oggi del gruppo Misto, che le ha sventolate a lungo a Palazzo Madama durante il suo intervento, tra l’ilarità degli altri parlamentari e i richiami della presidente di turno, la sua ex collega di partito, Paola Taverna. “Le mascherine made in Fca pagate dagli italiani, i finti soldi del Recovery Fund, i ricchi sempre più ricchi e i lavoratori sempre più sfruttati. Istantanea di un Paese che affonda con la complice incapacità e malafede del governo Conte”, ha scritto poi Paragone su Facebook a corredo del suo intervento.

 

Le mascherine made in FCA pagate dagli italiani, i finti soldi del recovery, i ricchi sempre più ricchi e i lavoratori sempre più sfruttati. Istantanea di un Paese che affonda con la complice incapacità e malafede del governo Conte

Pubblicato da Gianluigi Paragone su Martedì 13 ottobre 2020

“Sono la Fiat Duna delle mascherine”, ha invece commentato in aula il senatore, facendo riferimento a un vecchio modello noto per essere tra le automobili auspicabilmente dimenticabili del Lingotto. “Buone forse per spolverare, sembrano più giarrettiere”.

LE MASCHERINE FCA HANNO RIMESSO IN MOTO GLI STABILIMENTI

Eppure la commessa del governo di milioni di mascherine ha riavviato gli stabilimenti Fca (leggi anche: Ecco come Marelli, Fca e Ferrari scaldano i motori per la ripartenza) in un periodo di crisi nera per il settore automobilistico. Nelle ultime settimane sono state portate a 19 le linee nello stabilimento in provincia di Avellino e a 25 nella storica fabbrica torinese di Mirafiori.

Le mascherine FCA fotografate da una mamma

A regime è prevista una produzione giornaliera di 800 dpi al minuto, per un totale di 27 milioni di mascherine e l’impiego di circa 600 lavoratori, operativi su tre turni, con contratti che andranno da sei ai 12 mesi, selezionati tra gli operai monoreddito. Una parte delle tute blu si occuperà di logistica, una parte verrà destinata alla parte meccanica e l’ultima all’imballaggio dei dispositivi di protezione che saranno poi inviati dal Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19 per essere distribuiti sul territorio nazionale attraverso la Protezione Civile dove più ce ne è bisogno.

Alcune delle immagini pubblicate su Facebook da una mamma

LE MASCHERINE FCA SONO ARRIVATE NELLE SCUOLE

Negli ultimi giorni le mascherine Fca sono arrivate anche nelle scuole e pure alcune madri si stanno ponendo dubbi importanti circa la loro effettiva qualità. In un post per esempio, una mamma di una alunna di un liceo di Treviso lamenta: “gli elastici non sono posizionabili dietro alle orecchie, ma debbono passare dietro la testa, cosa impossibile per le donne, a meno che abbiano capelli cortissimi, perché scivolano giù. Inoltre non hanno l’anima in metallo per sagomarle sul naso, quindi non aderiscono e sono impossibili da usare con gli occhiali”. Forse, visto che in ballo c’è la salute pubblica, non solo il denaro pubblico, bisognerebbe che della questione delle mascherine Fca si occupasse ora una apposita commissione parlamentare per appurare che riescano davvero a proteggere chi le indossa e chi gli sta attorno.

Alcune delle immagini pubblicate su Facebook da una mamma
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