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Mediaset

Ecco il vero ostacolo alle nozze Mediaset-ProsiebenSat.1

Che cosa si dice e non si dice sulle ipotesi di mercato che accreditano un merger sull'asse Italia-Germania tra Mediaset e ProsiebenSat.1

Nelle slide che accompagnano la presentazione del bilancio 2018 della tedesca ProsiebenSat.1 si specifica che nel 2019, in un mercato locale destinato a crescere in termini pubblicitari, si punterà all’espansione nel digitale e nell’e-commerce, grazie al lancio della piattaforma in streaming.

Ma si fa anche esplicito riferimento al fatto che il gruppo presente in 13 mercati europei e guidato dal ceo Max Conze avvierà diverse discussione con potenziali partners per diversificare il business e creare economie di scale. Con l’obiettivo di passare dai 4 miliardi di giro d’affari e al miliardo di ebitda del 2018 ai 6 miliardi di ricavi e a 1,5 miliardi di mol nell’arco di cinque anni.

E’ quindi nell’ambito di questo ambizioso piano che si inserisce la possibile trattativa, anticipata per la prima volta da MF-Milano Finanza l’1 maggio 2018, con Mediaset. Anche se è vero che dopo le smentite di rito di entrambe le società, proprio durante l’assemblea dei soci del Biscione di giovedì 18, il cfo Marco Giordani ha sottolineato che «non ci sono progetti di espansione in Germania e che l’obiettivo non è Prosiebensat.1».

Ma come vanno interpretate queste prese di posizione? Secondo gli analisti, il merger sull’asse Italia-Germania pare il più plausibile, dal punto di vista industriale. Innanzitutto perché la capitalizzazione delle due società è simile: ciò agevolerebbe in termini di concambio azionario un merger-of-equals, più semplice rispetto ad altre opzioni. Inoltre anche in termini di giro d’affari e margini Mediaset e Prosiebensat.1 si equivalgono. In più, si creerebbe un asse territoriale complementare, visto che il network di Cologno Monzese è forte in Italia e Spagna (è leader sul fronte degli ascolti commerciali e della pubblicità), mentre il gruppo tedesco ha un solido bacino in Centro e Nord Europa.

Per la Fininvest dei Berlusconi, che nel frattempo ha visto approvata dall’assemblea l’opzione del voto maggiorato che blinda ancora di più il suo 44,1%, sarebbe l’operazione perfetta visto che continuerebbe a mantenere un ruolo di rilievo in termini azionari. Visto che il network tedesco è una public company.

Mentre il vero nodo da sciogliere – ed è per questo che i due fronti non confermano l’ipotesi del matrimonio – è quello della governance. Il ceo di Prosiebensat.1, Max Conze, gode di libertà d’azione e piena fiducia da parte dei soci e non vuole mollare il timone del comando. Mentre in casa Mediaset è chiaro il ruolo di guida di Pier Silvio Berlusconi. E’ questo lo scoglio più grande da superare nel caso le due società dovessero valutare formalmente il deal che ancora non è stato portato sul tavolo del cda di Mediaset.

La soluzione? Una guida in tandem e un ruolo non solo di rappresentanza per il secondogenito del fondatore del gruppo di Cologno, Silvio Berlusconi. Quest’ultimo è il protagonista dietro le quinte del progetto di creazione di un polo europeo della tv generalista per il suo ruolo politico, in un momento chiave per l’Europa: a fine maggio ci sono le elezioni a Bruxelles.

(estratto di un articolo pubblicato su Milano Finanza; la versione integrale si può leggere qui)

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