Subbugli sindacali e politici sul futuro di Tim e della rete ex Telecom Italia.
“Oggi il Governo non è condizione di dire ‘Voglio fare cosi’ oppure no’, non c’è una strada predeterminata”, ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, rispondendo a una domanda sul dossier Tim durante la conferenza stampa di fine anno.
Tim? "Non è ancora chiaro cosa stia succedendo", ha detto Mario Draghi in conferenza stampa.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 22, 2021
“Ci sono tre cose – ha ribadito Draghi – che il Governo deve tutelare nel futuro dell’assetto societario di Tim: l’occupazione, l’infrastruttura, cioè la rete e la tecnologia perché all’interno della società ci sono delle realtà tecnologia di primo ordine. Quindi ora noi dobbiamo vedere quello che sta succedendo perché ancora non e’ chiaro che cosa stia succedendo. La configurazione societaria che verra’ creata oa cui si perverra’ attraverso l’azione degli azionisti attuali o attraverso anche l’azione di Governo dovrà permette il raggiungimento di questi tre obiettivi”.
“C’era una situazione precedente che è in evoluzione , c’è un’Opa che sarà annunciata, di cui però ancora non si capiscono le caratteristiche, ci sono una serie di negoziati tra Cassa depositi e prestiti,. Ci sono nuove idee quasi ogni settimana e pero’ il punto fisso dell’azione di Governo è la tutela di questi tre aspetti”
Le organizzazioni sono meno placide del presidente del Consiglio. Oggi infatti i sindacati delle tlc hanno messo per iscritto un allarme sibilino: “Chiediamo che in questa fase di stallo non si compiano atti unilaterali da parte aziendale che possono compromettere una soluzione positiva e condivisa”, si legge in una nota del 22 dicembre.
A cosa si riferiscono i sindacati? Quali sono questi atti unilaterali?
Secondo le indiscrezioni di Startmag, sono alcune procedure propedeutiche in cantiere nell’ex Telecom Italia per iniziare a ridisegnare il perimetro del personale in vista di uno scorporo della rete.
Significativi alcun rumors pubblicati oggi.
“Ci stanno dicendo che a breve arriverà un annuncio shock. Circa 30mila persone si staccheranno dai dipartimenti tecnologici, servizi ai clienti e vendite per riversarsi in una società “parastatale” di fibra e rete con Cassa Depositi e Prestiti… Gran parte del debito finirà proprio lì”.
Questo messaggio – secondo Tobia De Stefano del quotidiano Libero – circola da qualche giorno ai piani alti, tra quadri e dirigenti, di Tim e conferma le ultime indiscrezioni sul futuro del colosso delle telecomunicazioni. Il destino è quello della separazione tra una società della rete (NetCo) e una dei servizi (ServiceCo).
Nella prima – secondo la ricostruzione di Libero – “dovrebbero confluire i 30mila dipendenti di cui sopra, nella seconda gli altri 13 mila. Insomma non ci saranno tagli ma molte persone dovranno fare training, essere riconvertite e nella sostanza imparare un nuovo mestiere. Il primo gruppo dovrebbe tenersi anche una parte dei debiti – si parla di quasi 22 miliardi -, mentre nel secondo ne resterebbero poco più di 7 rispetto ai 29 complessivi”.
A grandi linee il progetto del fondo Usa – che in Italia per gli aspetti legali è seguito dall’avvocato Andrea Zoppini – ha l’obiettivo di trarre valore dalle singole società del gruppo assicurando al governo che gli asset strategici, quindi la rete, Sparkle (fibra e cavi sottomarini) e Telsy (cybersicurezza) restino nelle mani dello Stato, ha aggiunto Libero: “E in questo senso la divisione in due del gruppo potrebbe fare il gioco del private equity che ha nel proprio board Xavier Niel, fondatore della compagnia telefonica Iliad che potrebbe poi essere interessato ad acquistare la società di servizi depurata da buona parte dei debiti”.
Kkr, il fondo Usa che il 20 novembre ha presentato una proposta d’Opa per 0,505 euro ad azione, sta aspettando il via libera alla due diligence propedeutica alla vera e propria offerta pubblica d’acquisto. Per adesso non sono in programma altri consigli di amministrazione prima del 2 marzo, ma secondo le voci circolate con insistenza negli scorsi giorni la pazienza degli americani potrebbe arrivare al massimo fino alla fine di gennaio. Non oltre. Poi scatterebbe l’Opa, che da amichevole diventerebbe praticamente ostile.
Tim, tutto sui piani (diversi) di Kkr e Vivendi sulla rete
(articolo in aggiornamento)