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Bancomat

Ecco il piano di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Iccrea e non solo sulle commissioni per il Bancomat

Il nuovo progetto di Bancomat Spa (società controllata in primis da Intesa Sanpaolo, Unicredit, Iccrea, Banco Bpm e Mps) sul servizio di prelievo, l’istruttoria avviata dall’Agcm e i primi commenti sulla proposta.

 

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Bancomat Spa sul progetto relativo al servizio di prelievo di contante con la carta bancomat presso gli sportelli bancari automatici (Atm) convenzionati. Le principali novità della proposta riguardano l’abolizione della commissione interbancaria e il pagamento della commissione applicata al prelievo – da parte del consumatore – direttamente all’Istituto di credito dov’è collocato l’Atm. Il motivo di questa proposta è legato al fatto che le banche spesso per la gestione degli Atm si ritrovano a sostenere dei costi superiori all’ammontare delle commissioni interbancarie. Il nuovo sistema di remunerazione punterebbe quindi – secondo Bancomat spa – a incentivare maggiori investimenti da parte dei proprietari degli Atm sulle relative apparecchiature, così da apportare anche un beneficio ai consumatori. Si attende ora il giudizio dell’Antitrust che dovrà valutare se le nuove regole del circuito possano configurare un’intesa suscettibile di restringere o falsare la concorrenza nel mercato comune, oltre che per verificare quali siano i reali vantaggi per gli utenti. Intanto, l’Unione nazionale dei consumatori si è già espressa in merito al progetto, definendolo “pura follia”.

Vediamo più nel dettaglio chi è Bancomat, da chi è detenuta, cosa prevede il progetto sui prelievi, quali sono i motivi alla base della nuova proposta e perché l’Unc ha bocciato il progetto.

CHI E’ BANCOMAT SPA

Bancomat Spa è la società che gestisce i circuiti di prelievo e pagamento Bancomat e PagoBancomat, nonché le relative carte, utilizzabili per effettuare pagamenti su Pos (Point of Sale) e prelievi presso gli sportelli automatici Atm (Automated Teller Machine). Il capitale sociale di Bancomat è detenuto da 125 soggetti e i principali sono: Intesa Sanpaolo che possiede il 25% circa del capitale; Unicredit con il 19% circa; Iccrea Banca con l’11,5% circa; Banco Bpm con il 7,6% circa e Monte dei Paschi di Siena con il 7,5% circa. Nessuno dei soci ha il controllo di Bancomat, né singolarmente, né congiuntamente.

AGCM AVVIA ISTRUTTORIA SU PROGETTO BANCOMAT

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Bancomat Spa dopo una comunicazione inviata all’Agcm dallo stesso circuito. In pratica, l’istruttoria è stata avviata su richiesta della stessa Bancomat Spa. Il procedimento riguarda il progetto relativo al servizio di prelievo di contante con la carta bancomat presso gli sportelli bancari automatici convenzionati. Il servizio Bancomat permette al possessore della carta contrassegnata con il marchio di tale circuito di prelevare contante presso gli sportelli automatici convenzionati con il circuito Bancomat, anche appartenenti a banche diverse dall’Istituto di credito che emette la carta.

COME FUNZIONA ADESSO

Attualmente per ogni operazione di prelievo in circolarità la banca emittente della carta addebita sul conto corrente del proprio cliente la somma prelevata e accredita la stessa somma alla banca proprietaria dello sportello Atm presso cui viene effettuato il prelievo. L’istituto di credito proprietario dello sportello Atm, inoltre, ottiene dalla banca emittente il pagamento della commissione interbancaria pari a 0,5 euro.

LE NOVITÀ DEL PROGETTO BANCOMAT

Le novità più importanti del progetto Bancomat allo studio dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sono da un lato l’abolizione della commissione interbancaria e dall’altro il pagamento della commissione applicata al prelievo – da parte del consumatore – direttamente all’istituto di credito dove è collocato l’Atm. La commissione verrebbe comunicata al titolare della carta prima dell’autorizzazione all’operazione di prelievo.

I MOTIVI ALLA BASE DEL CAMBIAMENTO

La modifica dell’attuale modello di remunerazione, ad avviso di Bancomat Spa, sarebbe giustificata dall’aumento dei costi sostenuti dalle banche nella gestione degli Atm legati all’evoluzione tecnologica delle apparecchiature e ai maggiori rischi collegati ad iniziative fraudolente più sofisticate. Questi costi in molti casi arriverebbero a essere maggiori dell’ammontare della commissione interbancaria. Con il nuovo sistema di remunerazione si punterebbe così a incentivare maggiori investimenti da parte dei proprietari degli Atm sulle relative apparecchiature in modo da apportare un beneficio ai consumatori, secondo la società controllata in particolare da Intesa Sanpaolo, Unicredit, Iccrea, Banco Bpm e Mps. Si deve comunque considerare che al momento il progetto prevede un cambiamento, ma non è detto comporti un risparmio complessivo per gli utenti.

AGCM VALUTERÀ SE NOVITÀ POSSONO RESTRINGERE O FALSARE CONCORRENZA

Si attende quindi la valutazione dell’Agcm. Dal momento che le regole di circuito sottoposte da Bancomat all’Autorità costituiscono un’intesa fra soggetti concorrenti, l’Antitrust valuterà se le nuove regole di circuito possano configurare un’intesa suscettibile di restringere o falsare la concorrenza nel mercato comune. Si terrà inoltre conto dell’impatto sulla capacità competitiva dei vari operatori, anche considerando la differente estensione della rete degli sportelli Atm.

IL COMMENTO DELL’UNC

In attesa del verdetto dell’Agcm è già arrivato il primo commento. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, sostiene che il progetto di Bancomat Spa sia “pura follia. Per questo chiediamo sia integralmente bocciato dall’Antitrust. Sarebbe un evidente sopruso”. Dona ha sottolineato che con le nuove modalità ogni banca proprietaria dell’Atm finirà ad applicare in modo autonomo “un balzello diverso a suo piacimento, magari approfittando del fatto di essere l’unico istituto presente in quel comune e di agire in condizioni di sostanziale monopolio. Il consumatore sarebbe nella sostanza costretto a subire quella che sarebbe una vera e propria prepotenza e vessazione. Un abuso bello e buono”. Il  presidente dell’Unione nazionale consumatori ha precisato come non si capisca “a che titolo, con che modalità e in quale misura scatti quel prelievo, e come fa eventualmente il consumatore a contestarlo, dal momento che non ha rapporti contrattuali con l’istituto di credito dove è collocato l’Atm”.

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