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Carige

Ecco il nuovo piano lacrime e sangue per Banca Carige (in ossequio alla Bce)

Tutti i dettagli e le sorprese del piano presentato dai commissari di Carige su input anche della Vigilanza Bce

Quarto aumento di capitale nel giro di sei anni per Carige, dopo l’operazione da circa 550 milioni portata a termine a fine 2017 con grande fatica.

E’ questa la principale novità emersa oggi dal piano industriale presentato dai commissari di Banca Carige. Ecco tutti i dettagli.

CHE COSA PREVEDE IL PIANO DI CARIGE

Il nuovo piano strategico di Banca Carige 2019-2023 prevede un aumento di capitale da 630 milioni di euro da realizzare entro il primo semestre del 2019. Ai 400 milioni di euro dell’aumento bloccato per l’astensione del socio Malacalza Investimenti a dicembre, si aggiungono ulteriori 120 milioni per il derisking, 65 milioni per maggiori investimenti e 45 milioni per compensare gli effetti del stop al primo rafforzamento.

ECCO IL PERCHE’ DEL NUOVO AUMENTI DI CAPITALE

Il rafforzamento della struttura di bilancio, precisa Carige, permetterà alla banca di raggiungere solidi ratio patrimoniali (Cet1r e Tcr attesi al 14% a fine 2019). Nel piano, dal titolo ‘Riprendiamoci il futuro’, si legge che “il rafforzamento del bilancio sarà il principale driver che permetterà a Banca Carige il raggiungimento del break-even già nel 2020” e “tale importante risultato sarà possibile grazie alla normalizzazione del costo del rischio di credito e al venir meno degli effetti straordinari negativi che hanno appesantito le passate gestioni, nonché dalla realizzazione di risparmi di costo già contrattualizzati”.

TUTTI I DETTAGLI DEL NUOVO PIANO DI CARIGE

L’istituto di credito ligure lancia, a livello operativo, una ‘Rivoluzione lean’ per la semplificazione di processi, procedure e rapporti con i clienti, e con una focalizzazione su prodotti e segmenti che prevede il rilancio e riqualificazione del wealth management con leva su banca Cesare Ponti. Il Roe è visto al 7% al 2023 con ipotesi conservative sui ricavi, mentre si guarda a investimenti massicci nel rinnovamento informatico e digitale. La rivoluzione lean dovrebbe consentire di stimare l’abbattimento del cost/income ratio di un terzo: dall’attuale 94% al 60% circa nel 2023. Il piano strategico, precisa la banca, “valorizza i punti di forza in termini di clientela, risorse umane e specificità del territorio su cui il gruppo è radicato che presenta una ricchezza finanziaria pro-capite superiore del 24% a quella media italiana”.

ECCO I TAGLI AI COSTI E AL PERSONE

Il piano di Banca Carige 2019-2023 include il taglio di circa 1.050 ‘Full Time Equivalent’, ovvero posizioni a tempo pieno, e di “oltre 100 sportelli tradizionali”. Lo si legge nel comunicato con i numeri del nuovo piano strategico presentato dai commissari straordinari nella sede di Genova.

CHE COSA HA DETTO INNOCENZI

“Questo significa passare da 4.000 a 3.000 colleghi”, spiega Fabio Innocenzi, commissario straordinario di Banca Carige, in conferenza stampa a Genova. “Si tratta – prosegue Innocenzi – di anticipare con accordi individuali pensionamenti di un po’ di tempo e, anche sfruttando le novità che ha dato il governo su ‘Quota 100’, noi andiamo a ridurre personale senza l’approccio dirompente dei licenziamenti. Io vorrei, anzi, che venissero fuori spazi per assunzioni di giovani fino a 200 persone”. Infine, il commissario straordinario dell’istituto ligure, precisa che delle uscite “450 sono già contratualizzate, hanno già aderito a forme di prepensionamento a fine anno e sono già spesate, mentre le altre saranno spesate tutte nel 2019”.

DOSSIER AGGREGAZIONE

Banca Carige si aspetta offerte vincolanti per un’aggregazione “nel mese di aprile”. Così Fabio Innocenzi, commissario straordinario di Banca Carige, rispondendo ai giornalisti in conferenza stampa a Genova. Sui crediti deteriorati, precisa Innocenzi, “si sono fatti vivi diversi soggetti, tre soggetti hanno fatto una due diligence, uno si è poi ritirato, ma ci sono altri soggetti che stanno guardando alla banca nella sua totalità e stanno guardano anche alla componmeente Npe, perché abbiamo un’offerta aperta, soggetti che noi non diremmo nemmeno sotto tortura, che dovranno poi capire se vogliono la banca nella sua totalità se magari vogliono guardare agli Npe”. La procedura sui deteriorati è stato “un processo assolutamente e totalmente ‘fair'”, mentre sui ‘pretendenti’ “fin tanto che non avremo delle offerte vincolanti in termini di business combination che ci aspettiamo nel mese di aprile non commentiamo niente, altrimenti ci faremmo un danno”.

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