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progetti immobiliari

Ecco i progetti immobiliari milanesi salvati dal Parlamento

Gli effetti di un intervento del Parlamento sui progetti immobiliari considerati illegali dalla procura meneghina. Fatti, nomi e approfondimenti.

Il mondo dell’edilizia milanese chiama, Roma puntualmente risponde. Il capoluogo lombardo ha ottenuto dal Parlamento un nuovo salvacondotto: quello di sanare per legge giganteschi progetti immobiliari a Milano che la Procura considerandoli illegali ha bloccato, fermando di colpo le tante gru che si stagliano sullo skyline meneghino. Tra questi – a scopo puramente esemplificativo perché i casi giudiziari sarebbero molti di più, una quindicina: Hidden Garden, Torre Milano e Park Towers, fino al caso più recente di Scalo House.

I PROGETTI IMMOBILIARI COI SIGILLI

Uno dei tanti cantieri bloccati ha i sigilli dal 2022 ed è in Piazza Aspromonte. Là la Procura di Milano ha disposto il sequestro di un edificio in costruzione di sette piani da 27 metri circa nell’ambito di una indagine per abuso edilizio coordinata dal pm Marina Petruzzella che ha ipotizzato che il palazzo sia troppo alto rispetto a quelli adiacenti e quindi non sia conforme al piano urbanistico.

CHI È IL COSTRUTTORE

Sono finiti così congelati, almeno fino al voto parlamentare – poi chissà -, i progetti della Bluestone Holding srl che intendeva realizzare dietro il misterioso nome Hidden Garden un complesso residenziale di 45 appartamenti per 3.530 mq.

Sul sito ufficiale si legge: “Bluestone, il gruppo immobiliare che a Milano restaura edifici di pregio o realizza nuove costruzioni mettendo al centro del proprio lavoro la vita, le storie, i bisogni delle persone […]. Da più di 20 anni, con la nostra passione, siamo gli esperti dell’abitare contemporaneo perché nelle case che progettiamo e realizziamo abitano le storie delle persone che ci scelgono”.

LE DUE TORRI DI VIA CRESCENZAGO

E sempre spulciando il sito di Bluestone Holding srl si scopre che tra i progetti portati avanti figura anche Park Towers, “il nuovo complesso residenziale nel cuore del parco Lambro, dalla struttura unica: due grattacieli di 22 e 15 piani e un edificio in linea di 4, di design e immersi nel verde. Appartamenti personalizzabili e dalle finiture di pregio, con ampi terrazzi loggiati, un giardino privato di 5.000 mq e servizi esclusivi dedicati ai suoi abitanti”.

LE VIOLAZIONI RISCONTRATE

A Milano le chiamano “le torri di via Crescenzago”. E pure questo cantiere ha i sigilli, come ricorda un articolo del Sole 24 Ore: «l’intervento edilizio proposto dalla società Bluestone Crescenzago ha offerto un’apparenza di legalità alle violazioni compiute dei limiti inderogabili relativi alle altezze delle nuove costruzioni, agli standard di aree a servizi e all’obbligo di preliminare pianificazione urbanistica di dettaglio, dettati dalla legge per edifici di simili dimensioni».

Sono sei gli indagati, accusati di abuso edilizio: il legale rappresentante della Bluestone Crescenzago, il progettista dei lavori, il dirigente del Sue (sportello unico edilizia) del Comune di Milano, il tecnico istruttore del Sue, il responsabile del procedimento del Sue e il rappresentante della società Devero Costruzioni, a cui sono stati affidati i lavori.

IL SUPER SCONTO DEL COMUNE E IL DANNO ERARIALE

E dato che le inchieste sull’urbanistica avevano acceso un faro non solo sui presunti abusi edilizi, ma anche sui mancati oneri e monetizzazioni pagati al Comune, nei mesi scorsi del tema si è interessata pure la Corte dei Conti: danno erariale da 310mila euro dovuto a una “colpa grave” dei dirigenti del comune che avrebbero concesso uno sconto del 60 per cento sugli oneri di urbanizzazione e del 50 sul contributo di costruzione proprio perché’ l’operazione immobiliare è stata considerata ristrutturazione.

Già in un decreto di gennaio, ricorda TgR Lombardia, la giudice Cardamone sulle Park Towers indicava una monetizzazione al comune ampiamente sottostimata – 240 euro al metro quadro invece di mille – e la definiva un’operazione speculativa a favore dell’investitore privato, come per molti altri casi finiti sotto indagine: solo per il bosco navigli, sulla monetizzazione, i periti della procura calcolano un danno al comune per più di 5milioni e mezzo di euro.

UNA DENSITA’ EDILIZIA PARI AL TRIPLO DI QUELLA CONSENTITA

Qui l’intervento edilizio è stato posto in essere dopo la demolizione di due vecchi fabbricati a destinazione produttiva e terziaria, su un lotto di 7.650 metri quadrati. Al loro posto è sorto un complesso immobiliare composto da due torri residenziali: una alta 81,70 metri e l’altra sfiora i 60 metri (59,22 metri), più un terzo stabile a stecca altro 10 metri di 3 piani, per un totale di 113 appartamenti. Il tutto per una densità edilizia raggiunta pari a 3,15 mc/mq, cioè il triplo rispetto all’indice dello 0,35 previsto dal Pgt di Milano.

UNA RISTRUTTURAZIONE CHE HA CREATO UNA TORRE?

Su un’altra torre si sono concentrate le attenzioni dei magistrati requirenti meneghini: quella di Via Stresa. A leggere i documenti questo cantiere i cui lavori sono iniziati nel 2018 doveva sostanziarsi in una “ristrutturazione edilizia, con totale demolizione e ricostruzione e recupero integrale della superficie lorda di pavimento preesistente”, ma in realtà “l’opera – è l’accusa dei Pm – andava integralmente qualificata di ‘nuova costruzione’”, ossia come un organismo edilizio “radicalmente” nuovo, con regole sulle volumetrie diverse.

IN COMUNE NESSUNO S’È ACCORTO DI NULLA?

Tradotto: sarebbe dovuta essere una semplice ristrutturazione, invece sono nati palazzi del tutto nuovi. Al centro delle indagini della Procura anche l’allora direttore pro tempore dello sportello unico per l’edilizia e l’allora direttore pro tempore della direzione urbanistica, rei di non essersi accorti dell’evidente difformità tra il dichiarato e il realizzato. Il Comune di Milano risulta invece parte lesa.

Nell’avviso di chiusura indagini figuravano tra gli indagati anche i legali rappresentanti della Orione Property Management srl che ha costruito la torre da 102 appartamenti per 320 abitanti. Lo sponsor del progetto è invece la storica Impresa Rusconi attiva dal 1907.

LA PROCURA FA SCALO IN VIA VALTELLINA

Si arriva quindi a pochi giorni fa, per la precisione all’8 novembre. Annotava Il Sole 24 Ore: “Mentre a Roma si lavora per chiudere il decreto Salva Milano, che dovrebbe portare a una sanatoria sulle tante inchieste della procura di Milano per presunta lottizzazione abusiva, poche ore fa il nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf di Milano ha avviato una serie perquisizione e sequestrato un’area urbana di Milano, all’angolo di via Valtellina-via Lepontina. Si tratta del progetto “Scalo House”, del gruppo Green Stone, dove sorge una residenza universitaria e sono in corso di realizzazione 2 nuovi edifici abitativi, di 8 e 13 piani”.

LA PORTATA DEL PROGETTO

Nei previsti 65 appartamenti, ancora in corso di costruzione, si ipotizza la presenza di circa 180 abitanti, che si aggiungono agli ospiti dei 122 posti letto dello studentato, numeri utili a prefigurarsi la portata del progetto come pure l’impatto e il carico urbanistico.

I reati contestati sono la lottizzazione abusiva, il falso ideologico (per i dipendenti comunali) e le false dichiarazioni relativamente al conflitto di interesse. Secondo il gip il sequestro è stato necessario per fermare “un’operazione di mera speculazione edilizia, la cui unica ragione è la prospettiva della lucrosa rendita che ne sarebbe derivata, ai danni del territorio, degli interessi della comunità dei residenti e del rispetto delle regole che li tutelano”.

QUEL SISTEMA RAVVISATO DALLA PROCURA…

Per il giudice “desta allarme” che “tale sistema di illegalità manipolatoria e di falsificazione ideologica dei titoli edilizi e alterazione del procedimento non accenni ad arrestarsi e sembro anzi avere subito un’accelerazione ed essere diventato ancora più pervasivo”.

Ancora una volta si registra poi l’inadempienza degli uffici comunali: “Al di là della dichiarazioni di intenti delle circolari numero 3 e 4 di marzo del 2024, dei direttori e dei dirigenti degli uffici dell’edilizia di Milano, non risulta che nel presente caso e in altri enunciati (via Crescenzago, cortile di via Compagnoni, torre di via Stresa, via Anfiteatro, via della Zecca Vecchia etc.) il gruppo di lavoro del Direttori e dirigenti abbia rivisto le pratiche e compiuto istruttorie, attenendosi alle indicazioni date dal gip, come era stato, appunto, dichiarato che avrebbe fatto”, si legge nel decreto. “Non è dato sapere nemmeno, ad esempio, quali siano state le iniziative del Gruppo in ordine ai numerosissimi casi di costruzioni in cortile, su cui questa Procura aveva chiesto formalmente di essere informata”.

Il Consiglio di Amministrazione di Green Stone Sicaf Spa è presieduto dal Dott. Pierluigi De Biasi e si compone di Domenico Cefaly in qualità di Amministratore Delegato e Direttore Generale, Stefano Cervone, Chiara Maria Rosa Altamura, Alessandra Fiorelli e Gianandrea Ciaramella. Curioso che il progetto bloccato non sembri annoverato tra quelli in via di realizzazione, mentre il sito ufficiale sia “under construction” esattamente come il cantiere. Questo nonostante il copy scelto per Google sia “scopri tutti gli appartamenti!”, mentre poi si finisce cliccando su una pagina desolatamente vuota.

LA POSIZIONE DEL COSTRUTTORE

“Green Stone e l’Amministratore Delegato Domenico Cefaly sono totalmente estranei alle contestazioni che sono state mosse dalla Procura di Milano, in quanto hanno sempre operato in perfetta liceità e legittimità, nel rispetto delle normative nazionali, regionali e comunali. Green Stone Sicaf spa non è coinvolta direttamente nel procedimento penale in cui riveste unicamente la posizione di terzo interessato, in qualità di gestore del comparto proprietario, sia del cantiere avente ad oggetto il progetto residenziale, posto sotto sequestro impeditivo in data odierna, sia della residenza universitaria convenzionata per 122 posti letto, che ospita da questa primavera gli studenti offendo un servizio di interesse pubblico e generale”.

GLI INDAGATI E I PERQUISITI

Gli indagati in questo caso sono 14, tra cui scrive sempre il quotidiano di Confindustria l’attuale assessore all’urbanistica di Torino Paolo Mazzoleni, per la terza volta coinvolto in un’inchiesta di questo tipo, in quanto ex presidente di Commissione paesaggistica a Milano. Indagato ancora anche l’ex direttore dello Sportello Unico Edilizia, Giovanni Oggioni, che al contempo sedeva al tavolo promosso da Assimpredil Ance “C’è Milano da fare”.

La Gdf ha perquisito inoltre abitazioni e uffici di alcuni funzionari e dirigenti comunali e membri della Commissione per il paesaggio. L’ex vice sindaca e assessora all’Urbanistica di Milano, Ada Lucia De Cesaris (socia di studio dell’attuale assessore comunale alla Casa, Guido Bardelli), è stata perquisita, ma non risulta indagata.

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