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Germania Merkel Cina

Ecco i miliardi che la Germania ha risparmiato con i tassi bassi della Bce. Report Bundesbank

Tutti i costi evitati dalla Germania grazie ai tassi di interesse bassi. L'articolo di Elena Dal Maso, giornalista di MF/Milano Finanza, su un report della Bundesbank

Lo Stato tedesco ha risparmiato 368 miliardi di euro di costi per interessi da quando la crisi finanziaria è iniziata nel 2008 grazie ai bassi tassi di interesse. Ciò corrisponde a più del 10% del prodotto interno lordo, secondo quanto ha calcolato la Bundesbank. Lo riporta il quotidiano tedesco Handelsblatt.

Solo nell’ultimo anno il risparmio di interessi del governo federale, degli stati federali, dei comuni e delle assicurazioni sociali ammontava a 55 miliardi di euro. Secondo la Bundesbank, la zona euro nel suo insieme ha risparmiato 1.420 miliardi di interessi dalla crisi finanziaria. A beneficiarne di più è stato il Paese guidato da Angela Merkel, a seguire la Francia con un risparmio di 350,3 miliardi di euro, seguito dall’Italia con 261,5 miliardi.

La Bundesbank ha confrontato i tassi di interesse in vigore nei Paesi dell’euro nel 2007 (allora il rendimento del Bund era in media del 4,2%), l’anno prima della crisi finanziaria, con i livelli del costo del denaro alla fine del 2018.

Nel frattempo i dati macroeconomici continuano a confermare che l’economia della Germania sta rallentando. La bilancia commerciale del Paese, in termini destagionalizzati, ha registrato, a novembre, un surplus di 19 miliardi di euro, al di sopra del consenso degli economisti contattati dal Wall Street Journal che si aspettavano un avanzo di 18 miliardi. Le esportazioni tedesche sono scese dello 0,4% rispetto al mese precedente, mentre le importazioni sono calate dell’1,6% mese su mese. E intanto il surplus delle partite correnti si è attestato a 21,4 miliardi di euro rispetto ai 22 miliardi attesi dal consenso.

I dati sulla bilancia commerciale della Germania alimentano i timori del mercato addirittura sulla stagnazione dell’economia tedesca, primo motore dell’Unione Europea, visto che le esportazioni continuano a perdere slancio, scrivono oggi gli analisti di Ing. Berlino paga due problemi: la crisi del diesel, un motore creato dai tedeschi e la frenata della Cina, mercato di riferimento per l’export della Germania.

«Anche l’euro debole ha fatto ben poco per migliorare le performance dell’export» della Germania, scrivono gli economisti. Ing ritiene comunque che Berlino si riprenderà, sebbene non a un ritmo così solido come precedentemente previsto. Inoltre la produzione industriale in Germania è scesa dell’1,9% a livello mensile a novembre, secondo i dati pubblicati ieri e ha deluso nettamente il consenso degli economisti, che si aspettavano un aumento dello 0,3%.

Su base annuale, il dato è calato del 4,7%. A questo si aggiunga che la lettura di ottobre è stata rivista poi al ribasso dal -0,5% mese su mese al -0,8% e dal +1,6% anno su anno al +0,5%. Infine l’output del comparto manifatturiero è sceso dell’1,8% rispetto al mese precedente, mentre quello del settore costruzioni è calato dell’1,7% mese su mese.

 

Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza

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