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Bilancio

Ecco come l’Ue sta procedendo verso una riforma della governance economica

L’intervento di Alessandra Servidori, docente di politiche del lavoro, componente del Consiglio d’indirizzo per l’attività programmatica in materia di coordinamento della politica economica presso la presidenza del Consiglio   Il 9 novembre la Commissione europea ha adottato una comunicazione che definisce gli orientamenti per un quadro di governance economica dell’UE riformato. Tenendo conto delle principali…

 

Il 9 novembre la Commissione europea ha adottato una comunicazione che definisce gli orientamenti per un quadro di governance economica dell’UE riformato.

Tenendo conto delle principali preoccupazioni relative al quadro attuale, esse mirano a rafforzare la sostenibilità del debito e a migliorare la crescita sostenibile e inclusiva attraverso investimenti e riforme. Mirano a garantire che il quadro sia più semplice, trasparente ed efficace, con una maggiore titolarità nazionale e una migliore applicazione, consentendo nel contempo le riforme e gli investimenti e riducendo gli elevati rapporti debito pubblico/PIL in modo realistico, graduale e sostenuto.

In tal modo, il quadro riformato dovrebbe contribuire a costruire l’economia verde, digitale e resiliente del futuro, garantendo nel contempo la sostenibilità delle finanze pubbliche in tutti gli Stati membri, in linea con il discorso sullo stato dell’Unione del 2022 della presidente von der Leyen.

Questa iniziativa è stata preceduta da un’ampia sensibilizzazione delle parti interessate e degli Stati membri. Nel merito si propone di passare a un quadro trasparente di sorveglianza dell’UE basato sul rischio che distingua i paesi tenendo conto delle sfide in materia di debito pubblico. I piani strutturali fiscali nazionali a medio termine sono la pietra angolare del quadro proposto dalla Commissione. Integrerebbero gli obiettivi di bilancio, di riforma e di investimento, compresi quelli volti ad affrontare gli squilibri macroeconomici ove necessario, in un unico piano olistico a medio termine, creando così un processo coerente e semplificato. Gli Stati membri disporrebbero di un maggiore margine di manovra nel definire il loro percorso di aggiustamento di bilancio, rafforzando la titolarità nazionale delle loro traiettorie di bilancio. Un unico indicatore operativo – la spesa primaria netta, ossia la spesa sotto il controllo di un governo – servirebbe da base per definire il percorso di aggiustamento di bilancio e svolgere la sorveglianza di bilancio annuale, semplificando così notevolmente il quadro.

Nell’ambito del quadro comune dell’UE, la Commissione presenterebbe un percorso di aggiustamento di bilancio di riferimento, che copre un periodo di quattro anni, sulla base della sua metodologia di analisi della sostenibilità del debito e dovrebbe  garantire che il debito degli Stati membri con problemi di debito consistenti o medi sia collocato su un percorso plausibile verso il basso e che il disavanzo rimanga credibilmente al di sotto del valore di riferimento del 3% del PIL stabilito nel trattato. Gli Stati membri presenterebbero quindi piani che definiscano il loro percorso di bilancio a medio termine, le riforme prioritarie e gli impegni in materia di investimenti pubblici. Inoltre, gli Stati membri potrebbero proporre un periodo di aggiustamento più lungo, estendendo il percorso di aggiustamento di bilancio fino a tre anni, quando il percorso è sostenuto da una serie di impegni di riforma e di investimento che sostengono la sostenibilità del debito e rispondono alle priorità e agli obiettivi comuni dell’Ue.

La Commissione valuterà i piani, fornendo una valutazione positiva se il debito è collocato su un percorso discendente o rimane a livelli prudenti, e il disavanzo di bilancio rimane credibilmente al di sotto del valore di riferimento del 3% del PIL nel medio termine. Il Consiglio approverebbe i piani a seguito di una valutazione positiva da parte della Commissione.

La Commissione controllerà costantemente l’attuazione dei piani. Gli Stati membri presenterebbero relazioni annuali sullo stato di avanzamento dell’attuazione dei piani per facilitare un monitoraggio efficace e trasparente Agli Stati membri sarebbe concesso un maggiore margine di manovra per la definizione delle loro traiettorie di bilancio. Allo stesso tempo, stiamo anche mettendo in atto strumenti di applicazione dell’Ue più rigorosi per garantire la consegna. La procedura per i disavanzi eccessivi basata sul disavanzo (PDE) sarebbe mantenuta, mentre la procedura per i disavanzi eccessivi basata sul debito sarebbe rafforzata. Si attiverebbe quando uno Stato membro con un debito superiore al 60% del PIL si discosta dal percorso di spesa concordato.I meccanismi di applicazione sarebbero rafforzati: il ricorso a sanzioni finanziarie sarebbe reso più efficace riducendone gli importi. Ci sarebbero anche sanzioni più severe per la reputazione.

La condizionalità macroeconomica per i fondi strutturali e per il dispositivo per la ripresa e la resilienza sarebbe applicata in uno spirito analogo, vale a dire che anche i finanziamenti dell’Ue potrebbero essere sospesi qualora gli Stati membri non abbiano adottato misure efficaci per correggere il loro disavanzo eccessivo. Inoltre, un nuovo strumento garantirebbe l’attuazione degli impegni di riforma e di investimento alla base di un percorso di aggiustamento più lungo. La mancata attuazione degli impegni di riforma e di investimento potrebbe comportare un percorso di aggiustamento più restrittivo e, per gli Stati membri della zona euro, l’imposizione di sanzioni finanziarie. La procedura per gli squilibri macroeconomici (PSM) mira a individuare tempestivamente i potenziali rischi macroeconomici, prevenire l’emergere di squilibri macroeconomici dannosi e correggere gli squilibri già esistenti.

Le proposte di riforma per la procedura per gli squilibri macroeconomici sono incentrate su un dialogo rafforzato tra la Commissione e gli Stati membri al fine di creare una migliore comprensione comune delle sfide individuate nell’ambito della procedura per gli squilibri macroeconomici e delle politiche necessarie per affrontarle. Ciò comporterebbe, a sua volta, l’impegno degli Stati membri a includere le riforme e gli investimenti necessari per prevenire o correggere gli squilibri nei loro piani strutturali di bilancio nazionali a medio termine. Il ruolo preventivo della procedura per gli squilibri macroeconomici sarebbe rafforzato in un contesto macroeconomico caratterizzato da rischi nuovi e in evoluzione. La valutazione dell’esistenza di squilibri sarebbe resa più lungimirante al fine di individuare e affrontare tempestivamente gli squilibri emergenti. Si attribuirebbe maggiore importanza agli sviluppi tendenziali e all’attuazione di politiche per affrontare gli squilibri, nel valutare se gli squilibri siano stati corretti.

La sorveglianza post-programma valuta la capacità di rimborso degli Stati membri che hanno beneficiato di programmi di assistenza finanziaria. Nell’ambito del nuovo quadro, e pur mantenendo invariato il testo legislativo, la Commissione propone di applicarlo in modo diverso fissando obiettivi più chiari, con l’intensità del quadro collegata a tali obiettivi. In particolare, la sorveglianza post-programma si concentrerebbe sulla valutazione della capacità di rimborso, sul monitoraggio dell’attuazione delle riforme incompiute e sulla valutazione se siano necessarie misure correttive nel contesto delle preoccupazioni relative alla capacità di rimborso o al mantenimento dell’accesso al mercato. L’intensità della sorveglianza post-programma evolverebbe nel tempo, insieme all’evoluzione della valutazione del rischio.Un rapido accordo sulla revisione delle norme di bilancio dell’UE e di altri elementi del quadro di governance economica è una priorità urgente nell’attuale momento critico per l’economia dell’UE.

Gli Stati membri e la Commissione dovrebbero raggiungere un consenso sulla riforma del quadro di governance economica prima delle procedure di bilancio degli Stati membri per il 2024.

La Commissione valuterà la possibilità di presentare proposte legislative sulla base di questa comunicazione  e delle discussioni che seguiranno. Fornirà nuovamente orientamenti per la politica fiscale per il prossimo periodo nel primo trimestre del 2023. Tali orientamenti faciliteranno il coordinamento delle politiche di bilancio e la preparazione dei programmi di stabilità e convergenza degli Stati membri per il 2024 e oltre. Dal trattato di Maastricht del 1992, il quadro di governance economica dell’Ue ha contribuito a creare le condizioni per la stabilità economica, la crescita economica sostenibile e l’aumento dell’occupazione. Tale quadro è costituito dal quadro di politica di bilancio dell’Ue (patto di stabilità e crescita, semestre europeo e requisiti per i quadri di bilancio nazionali), dalla procedura per gli squilibri macroeconomici e dal quadro per i programmi di assistenza finanziaria macroeconomica. Tuttavia, sebbene il quadro si sia evoluto nel tempo per affrontare alcune debolezze, è anche diventato sempre più complesso e non tutti gli strumenti e le procedure hanno superato la prova del tempo.

Infine, le proposte di riforma contenute nella comunicazione fanno seguito a un riesame dell’efficacia del quadro di sorveglianza economica avviato per la prima volta nel febbraio 2020 (e rilanciato nell’ottobre 2021). La revisione è stata effettuata in linea con le cosiddette riforme legislative six-pack e two-pack, che prevedono che la Commissione riesamini e riferisca in merito all’applicazione della legislazione ogni cinque anni. Gli orientamenti odierni tengono conto dell’ampio dibattito pubblico e del processo di consultazione in cui un’ampia gamma di parti interessate ha espresso il proprio parere sugli obiettivi chiave del quadro, sul suo funzionamento e sulle nuove sfide da affrontare.

Gli insegnamenti tratti dalle risposte politiche ai recenti shock economici, compresa l’interazione tra riforme e investimenti nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, hanno ispirato la proposta della Commissione relativa a un quadro di riforma. Le proposte di riforma sono inoltre modellate dai livelli di debito pubblico più elevati e diversificati e dalla necessità di agevolare gli investimenti per le priorità comuni dell’UE, in particolare per garantire le transizioni verde e digitale e la sicurezza energetica negli anni a venire.

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