L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha inflitto una sanzione di 3 milioni di euro a Virgin Active Italia per aver adottato pratiche commerciali scorrette nella gestione dei propri servizi.
La società, che gestisce 40 centri fitness e benessere nelle principali città italiane e nel 2023 ha realizzato un fatturato pari a 162.526.940 euro, è infatti finita sotto la lente dell’Antitrust dopo numerose segnalazioni da parte dei consumatori, che hanno portato all’apertura di un’istruttoria nel dicembre 2024.
ABBONAMENTI TRUFFALDINI
In particolare, stando a quanto riferito dall’Agcm, nel corso del 2024 Virgin Active Italia – che ha superato quota 100 mila abbonati – avrebbe fornito informazioni insufficienti e poco chiare in merito alle condizioni contrattuali, specialmente su adesione, rinnovo automatico, modalità di disdetta e possibilità di recesso anticipato.
RINNOVO AUTOMATICO SENZA PREAVVISO
Secondo quanto emerso dall’istruttoria, tra le pratiche scorrette evidenziate dall’Autorità c’è per esempio la mancata comunicazione sul rinnovo automatico poiché la società non ha inviato comunicazioni preventive ai consumatori in prossimità della scadenza dell’abbonamento, informandoli del rinnovo automatico e del termine entro cui era possibile esercitare il diritto di disdetta.
“In particolare – si legge nel provvedimento del Garante -, per gli abbonamenti annuali, sulla base dell’art. 1.b.3 delle Condizioni di Abbonamento, “alla scadenza dei primi 12 (dodici) mesi di durata dell’Abbonamento, … l’Abbonamento ‘OPEN12’ si rinnova tacitamente per ulteriori 12 mesi e così di 12 mesi in 12 mesi”.
“Il medesimo art. 1.b.3 prevede altresì che tale meccanismo di rinnovo – prosegue l’Autorità – possa essere evitato attraverso una “disdetta scritta da comunicarsi ai sensi dell’art. 11.d, entro il giorno 15 del mese nel quale intendi avvalerti di tale facoltà con le modalità di cui all’art. 14”, ovvero i canali digitali (ove disponibili); la compilazione e sottoscrizione dell’apposita modulistica presente presso le reception delle sedi di Virgin Active Italia; via PEC o raccomandata A/R da indirizzarsi presso l’indirizzo della sede di appartenenza.
AUMENTI DI PREZZO FUMOSI
Per l’Autorità, Virgin Active Italia inoltre non ha informato adeguatamente i consumatori riguardo agli aumenti di prezzo applicati agli abbonamenti nel corso del 2024. Per esempio, le comunicazioni inviate in merito all’incremento di livello di alcune sedi a partire dal febbraio 2024 (per Venezia-Mestre e Reggio Emilia) e dal maggio 2024 (per Milano Baranzate) non menzionano alcuna variazione delle condizioni economiche che sarebbero state applicate presso tali centri. Mentre la comunicazione per il Club Roma – Valle Aurelia di agosto 2024, “sebbene il testo della comunicazione lasci intendere che ci sarà un aumento di prezzo – si legge nella relazione -, la formulazione non contiene le informazioni essenziali sulle variazioni economiche, quali, ad esempio, il nuovo listino”.
DIRITTO DI RECESSO NEGATO
Dalla documentazione in possesso dell’Agcm, infine, sono emersi ostacoli al recesso del contratto per impossibilità sopravvenuta, limitando la libertà di scelta dei consumatori.
Stando all’Autorità, infatti, Virgin Active Italia “ha rigettato varie richieste di risoluzione del contratto di abbonamento per impossibilità sopravvenuta, motivate da quelle causali che le stesse condizioni di abbonamento qualificano come impedimenti oggettivi che consentono lo scioglimento del vincolo contrattuale, quali ragioni di salute, trasferimenti in altre città o perdita del lavoro”.
“In questi casi – afferma l’Agcm – Virgin Active Italia ha rifiutato – senza valide argomentazioni – tali istanze o ha ostacolato lo scioglimento del contratto con ridondanti richieste di documentazione, nonostante le istanze fossero supportate da attestazioni circa la ricorrenza della causa ostativa”.
IL PARERE DELL’AGCM
Tutte condotte, dunque, che l’Autorità considera lesive dei diritti dei consumatori perché, in pratica, molti clienti si sono ritrovati vincolati a contratti non pienamente compresi o non voluti, con costi addebitati per servizi di fatto non richiesti
L’Agcm ha quindi concluso che le condotte di Virgin Active Italia hanno integrato una pratica commerciale scorretta, in quanto hanno ostacolato la trasparenza e la consapevolezza dei consumatori riguardo alle condizioni contrattuali. Motivo per cui ha stabilito una sanzione di 3 milioni di euro che mira a disincentivare tali comportamenti e a tutelare i diritti dei consumatori nel settore dei servizi fitness e benessere.