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Ecco come la manovra del governo sarà riscritta sotto dettatura di Bruxelles

Riscrittura in corso della manovra. Fatti, numeri, rumors e scenari

Riscrittura in corso della manovra. Sotto la coltre di dichiarazioni, annunci, rassicurazioni e voci (anche di dimissioni del ministro dell’Economia, Giovanni Tria), c’è un dato: il governo è al lavoro per rivedere in maniera strutturali i saldi della legge di Bilancio per venire incontro alle richieste della Commissione europea. E la riscrittura non riguarda soltanto il deficit del 2019 ma anche quello dei due anni successivi.

COME CONTE LAVORA SULLA MANOVRA E SUI SALDI

Fonti del ministero dell’Economia fanno sapere – ha scritto Andrea Bassi del Messaggero – che la trattativa con Bruxelles – si tradurrà in un nuovo Documento programmatico di bilancio, il terzo: “Se le previsioni saranno confermate, Palazzo Chigi e Tesoro proporranno di rivedere il 2,4% di deficit abbassandolo ad una cifra vicina al 2%”.

LE VARIAZIONI IN CANTIERE A PALAZZO CHIGI

I risparmi (4-4,5 miliardi) arriveranno da una revisione delle due misure cardine, il Reddito di cittadinanza e la riforma «Quota 100» delle pensioni. Il deficit, come ha confermato lo stesso Conte, scenderà anche nel 2020 e nel 2021, ha aggiunto Bassi. Comunque, al momento non emerge ancora, nella riscrittura della manovra, la correzione attesa dall’Europa per evitare all’Italia la procedura d’infrazione.

LE TRATTATIVE IN CORSO

Il deficit calerà. Di quanto e come? Giuseppe Conte punta a convincere Bruxelles con poco più di 7 miliardi di tagli per portare il deficit dal 2,4% al 2%. Ma l’Ue in partenza chiede uno sforzo da 16 miliardi per far calare il deficit strutturale: per un’intesa, secondo alcune fonti, serve di più. E’ “complicato” il negoziato, ammette il presidente del Consiglio. Ma, aggiunge, “non impossibile”.

GLI INCONTRI

Conte vedrà il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker martedì sera o mercoledì a Strasburgo. Ma l’incontro sarà probabilmente interlocutorio perché, ha scritto l’Ansa, la Commissione chiede al governo italiano cifre precise, messe nero su bianco e votate dal Parlamento.

TAPPE E TEMPI

Due gli step con cui, entro il 19 dicembre, i gialloverdi possono provare a evitare la bocciatura: un nuovo Documento programmatico di bilancio (da votare entro il 13 in Cdm e portare alle Camere), che riveda i saldi della manovra abbassando deficit e debito nel prossimo triennio; un voto del Senato su un “superemendamento” che cambi i connotati della manovra, siglando l’impegno della maggioranza in Parlamento a rientrare nei binari delle regole europee.

IL SUPEREMENDAMENTO

Ed è dal superemendamento che parte il lavoro del premier, investito direttamente del dossier con una irrituale dichiarazione pubblica che è stata di interpretata dai più – anche nei palazzi europei – come un ridimensionamento di fatto del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Che starebbe valutando, secondo quanto ha rivelato oggi il Giornale, alle dimissioni, sulla base di un sms che Tria avrebbe inviato al forzista Renato Brunetta, con cui Tria ha collaborato a lungo ai programmi di Forza Italia nel passato.

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