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Carige

Ecco come il governo M5s-Lega soccorrerà Carige (alla Mps). Fatti, numeri e polemiche

Che cosa ha deciso il governo Conte su Carige. L'approfondimento di Start Magazine

La garanzia pubblica per nuove emissioni di bond e, in scenari di “particolare severità”, la possibilità di accedere a una ricapitalizzazione a scopo precauzionale. Ecco quanto ha deciso ieri il governo su Carige.

IL DECRETO DEL GOVERNO M5S-LEGA

Due settimane dopo il naufragio dell’aumento di capitale di Banca Carige per l’astensione del maggiore socio, il gruppo Malacalza, il governo interviene su Carige dopo la decisione della Bce di nominare tre commissari ai vertici della banca ligure dopo le dimissioni concordate dei consiglieri di amministrazione.

I MOTIVI DELL’INTERVENTO

La situazione era troppo delicata dopo l’amministrazione straordinaria della Bce, tanto che l’esecutivo ha deciso di approvare ieri sera un decreto “a tutela della clientela e dei risparmiatori”, come si legge nel comunicato di Palazzo Chigi.

CHE COSA HA DETTO IL PREMIER

Il decreto “interviene a offrire le più ampie garanzie di tutela dei diritti e degli interessi dei risparmiatori della Banca Carige, in modo da consentire all’amministrazione straordinaria di recente insediata di perseguire in piena sicurezza il processo di consolidamento patrimoniale e di rilancio delle attività dell’impresa bancaria”, ha spiegato il premier, Giuseppe Conte.

GLI OBIETTIVI DEL PROVVEDIMENTO

Entrando nel dettaglio, il governo è corso ai ripari per rassicurare i mercati – il titolo è ancora sospeso – e soprattutto gli investitori. Includendo nel decreto la “possibilità per la banca di accedere a forme di sostegno pubblico della liquidità”.

FORMA E SOSTANZA

La forma non è secondaria, perché qui ci sarebbe la “concessione da parte del ministero dell’Economia e delle finanze della garanzia dello Stato su passività di nuova emissione ovvero su finanziamenti erogati discrezionalmente dalla Banca d’Italia”.

INTERVENTO IN STILE MPS

Infatti nel provvedimento ci sono anche le garanzie sui finanziamenti straordinari erogati da Bankitalia/Bce (il cosiddetto Ela, Emergency liquidity assistance), altro strumento previsto a suo tempo per le altre banche in crisi. E, soprattutto, la possibilità di mettere sul piatto un intervento del Tesoro nel capitale della Cassa di risparmio, come avvenuto per Mps, sottolinea oggi il Sole 24 Ore: “Strumento da prospettare come ombrello di ultima istanza in caso se il tentativo di rimettere in carreggiata la Cassa di risparmio di Genova e Imperia non dovesse andare a buon fine. E che si è reso opportuno dopo gli esiti negativi degli stress test”.

COME FUNZIONA L’OMBRELLO DELLO STATO

Un ombrello decisivo, con la protezione dello Stato ad una delle banche più importanti del nostro comparto. Ma non solo: come extrema ratio per l’istituto ligure c’è l’opzione di “accedere – attraverso una richiesta specifica – a una ricapitalizzazione pubblica a scopo precauzionale, volta a preservare il rispetto di tutti gli indici di patrimonializzazione”.

L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE

L’obiettivo al momento non è questo, si dice nella maggioranza di governo, semmai quello di “preservare la stabilità e la coerenza del governo della società, completare il rafforzamento patrimoniale dell’Istituto già avviato con l’intervento del Fondo Interbancario dei Depositi” e “proseguire nella riduzione dei crediti deteriorati”. Senza dimenticare di avanzare nella “operazione di aggregazione”, che secondo alcuni leghisti e pentastellati potrebbe rispondere al nome di Monte dei Paschi di Siena. Una follia, secondo il giornalista del Sole 24 Ore, Carlo Festa. Circolano anche le ipotesi di Unicredit, Banco Bpm e Ubi. Si vedrà.

IL RUOLO DELLA SGA

Alle riunioni del governo ha partecipato anche Alessandro Rivera, che da direttore generale del Tesoro è anche presidente della Sga, la ex società di recupero crediti del Banco di Napoli rilevata nel 2016 dal ministero dell’Economia: “E proprio la Sga, in un altro parallelismo con la vicenda delle due banche venete, potrebbe avere un ruolo chiave nella gestione di un pacchetto da almeno 2,8 miliardi di Npl”, ha scritto il Sole.  La banca si ritrova ad oggi con circa 2,8 miliardi di crediti deteriorati (un miliardo di sofferenze e il resto di Utp) che devono essere eliminati, così da riportare l’Npe ratio in equilibrio.

LA POLEMICA POLITICA

Nel frattempo si è scatenata la polemica politica visto che il governo di fatto ha fatto ricorso a un provvedimento del governo Gentiloni che in particolare il Movimento 5 Stelle all’epoca aveva contestato.

Ha scritto Enrico Zanetti, viceministro alle Finanze nel governo Renzi, su Facebook: “La rete di protezione finanziaria per la Carige, che giustamente il governo è pronto a usare in caso di necessità, esiste perché a gennaio 2017 le forze di governo dell’epoca e di opposizione seria e responsabile (FI) votarono il decreto che stanziava 20 miliardi da usare appunto all’occorrenza, mentre Lega e 5 Stelle votavano contro urlando che era un “regalo alle banche”. Quante palle e quanto odio con l’unico obiettivo di andare al potere per il potere”.

Di seguito alcuni dei più significativi tweet sulla decisione del governo:

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