Ecco le ultime novità sul dossier Carige.
COSA SUCCEDE AL TITOLO CARIGE
Ancora una seduta sotto i riflettori per Banca Carige a Piazza Affari. I titoli della banca ligure salgono del 5,48% a 0,8428 euro, con un massimo toccato a 0,847 euro, quando Ftse Mib e Ftse All Share salgono rispettivamente dello 0,19% e dello 0,14%. Vivaci gli scambi: sono passati di mano oltre 2,8 milioni di titoli, a fronte di una media degli ultimi 30 giorni per l’intera seduta di 1,3 milioni.
LA PARTITA CARIGE TRA BPER E CREDIT AGRICOLE
Il titolo resta sotto i riflettori con il mercato che vede avvicinarsi una soluzione sul fronte M&A. Secondo quanto riportato oggi dai quotidiani – sulla scia di un’indiscrezione dell’Ansa di ieri sera – al Fondo interbancario (Fidt), che è azionista all’80% di Carige, sono arrivate almeno tre offerte per l’istituto e lunedì si saprà qual è il soggetto scelto per trattare l’operazione tra Bper, Credit Agricole Italia e il fondo Cerberus (di cui parla con certezza soltanto il Sole 24 Ore oggi).
LE MOSSE DEL CREDIT AGRICOLE SU CARIGE
Stando a indiscrezioni, la richiesta di ricapitalizzazione – operazione propedeutica alla vendita di Carige – della banca italo-francese sarebbe inferiore a 700 milioni di euro, quando Bper si è giù vista bocciare una ipotesi di ricapitalizzazione da un miliardo di euro, somma sotto la quale si troverebbe anche la richiesta di Cerberus.
Intanto, le uniche parole ufficiali da parte del Fondo interbancario sono arrivate ieri sera e hanno solo indicato che ‘il Fondo ha ricevuto offerte preliminari e non vincolanti, subordinate, tra gli altri, allo svolgimento di attività di verifica e due diligence e che contemplano la concessione di diritti in esclusiva’.
IL RUOLO DEGLI ADVISOR
La nota del Fitd non fa nomi di offerenti ma arriva all’indomani delle indiscrezioni su una proposta arrivata al Fondo da parte della banca francese, che in Italia ha già conquistato l’anno scorso il Creval, e che si muoverebbe con gli stessi advisor, Jp Morgan e BonelliErede: «Il Fitd non ritiene opportuno commentare il contenuto di tali indiscrezioni, né rettificare alcune inesatte indicazioni quantitative in esse contenute».
LE INDISCREZIONI SUL CREDIT AGRICOLE
Le indiscrezioni circolate ieri parlano di una richiesta dell’Agricole di circa 700 milioni di dote, quindi inferiore al miliardo chiesto da Bper, ha sottolineato il Corriere della Sera: “Entrambe poi lancerebbero un’opa sul flottante: Bper offre 0,80 euro, valore al quale si è allineato ieri il prezzo delle azioni genovesi, in rialzo del 4,58% in una giornata all’insegna del ribasso in Piazza Affari (Ftse Mib ha chiuso a -1,8%)”.
COME SI MUOVERA’ IL CREDIT AGRICOLE SU CARIGE
Anche la banca francese guidata in Italia da Giampiero Maioli si è trincerata dietro un «no comment». Ma è evidente che la proposta sarebbe alternativa a quella annunciata da Bper un mese fa. Il 13 dicembre scorso Maioli, intervenendo al convegno della Fabi, aveva escluso nuove mosse di risiko: «Nel giro di pochi mesi, intorno al 20-25 di aprile, incorporiamo Creval, che è una migrazione informatica importante. E a fine anno incorporiamo FriulAdria, quindi solo nel 2022 abbiamo due fusioni, non sono poche. Oggi non abbiamo altri dossier».
L’ANALISI DEL CORRIERE DELLA SERA SU CARIGE-FITD
Il Fitd ha limiti statutari ai cosiddetti «interventi preventivi» nelle banche, che vengono calcolati dagli esperti in appunto 650-700 milioni, ha aggiunto il Corriere della Sera: “Un eventuale ok alla proposta dell’istituto modenese guidato da Piero Montani potrebbe comportare l’intervento per esempio dello Schema Volontario del Fitd, quindi una sorta di colletta tra le banche. Gli istituti più grandi sarebbero favorevoli alla soluzione Bper (che è sostenuta dal suo primo azionista, Unipol) e in questa direzione si è espresso per esempio nelle scorse settimane il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro. Gli istituti più piccoli invece storcono il naso perché un ulteriore esborso peserebbe sui conti, a tutto vantaggio di un diretto concorrente”.
COSA SCRIVE REPUBBLICA SU CARIGE E CREDIT AGRICOLE
La possibile discesa in campo del Credit Agricole riporterebbe d’attualità la storica alleanza fra Carige e il mondo del credito francese, ai tempi attraverso il sistema delle casse di risparmio, a lungo alleate dell’allora prima azionista – la Fondazione Carige – nella difesa della “genovesità”, ha scritto il quotidiano La Repubblica: “Oggi Credit Agricole, conquistando Carige darebbe vita a una banca ligure, tenuto conto che già controlla Carispe, la Cassa di Spezia, mentre a Carige oggi fanno capo Genova, Imperia e Savona”.
LA SPACCATURA NEL FONDO
Ci sono comunque tensioni ai vertici del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) sul dossier Carige (Fitd è il primo azionista di Carige con l’80%, a cui aggiunge l’8,3% in mano a Cassa Centrale Banca). L’offerta di Bper ha spaccato il board del Fondo: da una parte le grandi banche, disposte a chiudere nel più breve tempo possibile la grana Carige, per uscire dal capitale; dall’altra parte medie e piccole banche, con le prime timorose dell’avanzata di Bper come terzo polo aggregante (ci sono istituti che avrebbero ambizioni simili a quelle di Bper come Banco Bpm) e le seconde – le piccole – che cercano di spuntare più entrate e meno aggravi dall’operazione con Bper per il Fondo. Sia le medie che le piccole – si bisbiglia in ambienti Abi – attendono altri pretendenti per Carige: la proposta del gruppo francese li alletta molto.