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Banco Bpm

Ecco come i sindacati prendono in castagna Banco Bpm

A distanza di quasi 2 mesi dalla fine del lockdown non hanno ancora riaperto circa 250 filiali sul territorio nazionale di Banco Bpm guidato da Castagna, chiuse per l'emergenza Covid-19. Tutti i dettagli sulla denuncia dei sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin

 

A distanza di quasi 2 mesi dalla fine del lockdown non hanno ancora riaperto circa 250 filiali sul territorio nazionale di Banco Bpm, chiuse per l’emergenza Covid-19.

E’ la denuncia contenuta in un comunicato unitario dei sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, che paventano rischi di un ridimensionamento futuro della rete di sportelli, oltre a quello già annunciato, con ricadute sull’occupazione”.

Non c’è nessun impegno alla completa riapertura da parte dell’azienda se non per fine anno – riporta la nota – una prospettiva commerciale davvero poco credibile. Tutto questo mentre l’amministratore delegato Giuseppe Castagna dichiara che il Piano industriale presentato a marzo è di fatto sospeso e che le filiali in chiusura saranno di più delle 200 precedentemente dichiarate. Quello che possiamo leggere nelle scelte di Banco Bpm e dalle dichiarazioni stampa dell’a.d. Castagna – sottolineano le sigle sindacali – è soltanto una pervicace ricerca della riduzione dei costi, un progressivo abbandono del modello di banca del territorio verso un modello più automatizzato di servizio a distanza, senza peraltro vedere traccia di adeguati investimenti tecnologici”.

“La prospettiva occupazionale e di sostegno alle economie locali del terzo gruppo bancario nazionale ne uscirebbe fortemente compromessa”, concludono Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin che chiedono “l’immediata e totale riapertura di tutti gli sportelli”.

Per questo le organizzazioni sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori del Gruppo chiedono con forza l’immediata e totale riapertura di tutti gli sportelli, sostengono tutte le istanze di clienti e istituzioni per mettersi totalmente al servizio del paese, impegnando tutte le capacità produttive e commerciali, senza lasciare indietro nessuno, a partire dai territori più svantaggiati, soprattutto in questo momento di particolare bisogno di credito di imprese e privati”, conclude la nota unitaria.

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