Tonfo di Bper Banca e Banco Bpm a Piazza Affari. Ecco numeri e motivi.
Bper e Banco Bpm, con ribassi superiori al 6%, sono state le peggiori del Ftse Mib venerdì 29 ottobre.
Secondo gli analisti, con l’abbassamento degli incentivi alle fusioni bancarie introdotte con la Legge di Bilancio 2022 presentata dal Governo, le operazioni di M&A perdono appeal e questo penalizza i gruppi che avrebbero potuto esserne protagonisti.
In particolare, il Consiglio dei ministri ha approvato la manovra da 30 miliardi di euro che, per le banche, prevede un’estensione di sei mesi fino al 30 giugno 2022 degli incentivi alle fusioni, ovvero della possibilità di trasformare le imposte differite (deferred tax asset, Dta) in crediti d’imposta in caso di aggregazioni, ma rivede il tetto complessivo stabilendo un ammontare massimo di 500 milioni.
IL REPORT DI MORGAN STANLEY SU DTA, UNICREDIT, BANCO BPM E BPER
Morgan Stanley oggi ha calcolato che gli effetti delle mini Dta emergono soprattutto in Unicredit-Banco Bpm, riducendosi da 4 miliardi a 500 milioni di euro. E una combinazione Unicredit- Banco Bpm scende da 2,9 miliardi di benefici fiscali a solo mezzo miliardo. Diversamente, notano gli analisti della banca d’affari, un’operazione diversa che coinvolga Banco Bpm e Bper oppure Bper e la Popolare di Sondrio risentirebbero molto meno del taglio dei benefit fiscali.
L’ANALISI DI INTESA SANPAOLO
Gli analisti di Intesa Sanpaolo oggi scrivono che l’estensione del beneficio delle Dta con un limite sarebbe negativo per il settore perché ridurrebbe significativamente l’incentivo per le fusioni e acquisizioni che coinvolgono banche di grandi e medie dimensioni. Gli analisti ricordano che le Dta dedotte dal capitale, con le regole vigenti, ammontano a 1 miliardo di euro per Banco Bpm, 3,7 miliardi di euro per Mps, 4,3 miliardi di euro per Unicredit e 0,4 miliardi di euro per Carige. In base alla normativa che scade a fine anno, il beneficio è limitato al 2% del totale attivo delle società coinvolte nell’operazione escluso il gruppo più grande.
CHE COSA DICE EQUITA SU BPER E BANCO BPM
“La determinazione di un cap come massimo beneficio derivante dalla conversione delle Dta in caso di M&A riduce a nostro avviso l’appeal speculativo sul consolidamento del settore bancario e in particolare su un possibile deal tra Banco Bpm e Unicredit (secondo la norma attuale stimiamo un beneficio di 2,7 miliardi)”, hanno commentato gli analisti di Equita, sottolineando che “al contrario non cambierebbero in maniera rilevante le probabilità di M&A tra Banco Bpm e Bper Banca dato un beneficio a capitale da conversione Dta significativamente inferiore (ad oggi circa 900 milioni)”.
IL REPORT DI MEDIOBANCA SECURITIES
Mediobanca Securities parla di provvedimenti “inattesi”, soprattutto per quanto riguarda il tetto degli incentivi, che non può essere superiore al minore importo tra 500 milioni di euro e il 2% della somma delle attività dei soggetti partecipanti alla fusione: “Dopo l’interruzione dei negoziati tra Unicredit e il ministero delle Finanze su una potenziale transazione su Mps, abbiamo considerato a rischio l’estensione degli incentivi Dta fino a giugno 2022. L’emendamento di ieri che include gli incentivi nella Legge di Bilancio conferma che il cambiamento di rotta, a nostro avviso, mantiene di fatto invariato il sostegno per Carige e lo limita significativamente per tutti gli altri giocatori”.
IMPATTO NEGATIVO PER BANCO BPM E BPER
Secondo Mediobanca, “i cambiamenti non sono favorevoli per Banco Bpm e Bper. La prima potrebbe perdere il suo appeal speculativo come potenziale obiettivo di acquisizione di Unicredit. Per Bper le speculazioni su un potenziale accordo con Bpm potrebbero svanire, anche se sono state sempre meno presenti negli ultimi mesi. Tuttavia, le possibilita’ di un accordo tra Bper e Banca Popolare di Sondrio sono invariate, dato che nessuna delle due ha delle Dta ammissibili in sospeso”.
LO SCENARIO
Le nuove regole, se confermate, entrerebbero in vigore dopo l’approvazione del Parlamento e la del presidente della Repubblica, “quindi potrebbero richiedere settimane o mesi. Questo, in teoria, non esclude la possibilità che i Cda annuncino una fusione nelle prossime settimane, prima che le nuove regole siano in vigore. Uno scenario al quale e’ difficile attribuire un’alta probabilità”.