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Del Vecchio Mediobanca

Ecco come Del Vecchio aggredirà Mediobanca e Generali

Mosse, numeri e scenari su Del Vecchio in Mediobanca e Generali. L'articolo di Fabio Pavesi, giornalista esperto di finanza e banche già al Sole 24 Ore

 

Quaranta milioni di euro di guadagno potenziale su 195 milioni di capitale investito. Una plusvalenza del 20% in soli 3 mesi è la performance strappata da Leonardo Del Vecchio nel suo ultimo blitz sui titoli Mediobanca. Che possa diventare o meno il padrone assoluto di Piazzetta Cuccia, in grado anche di determinarne le strategie future, poco importa. La sua scalata all’unica vera banca d’affari italiana ha già il sapore del successo pieno.

Leonardo Del Vecchio, 85 anni, ha dato un’ulteriore scossa ai suoi acquisti di azioni che l’hanno portato nei giorni scorsi a detenere il 13,2% del capitale dell’istituto. Un passo in avanti per arrivare a quel 20% che lo renderà primo azionista assoluto di Mediobanca.

Gli acquisti si sono fatti vivaci a cavallo tra il 2020 e il 2021. A novembre dell’anno scorso ha comprato a piccoli pacchetti un totale di 7,4 milioni di azioni. A dicembre ha arrotondato con altri 8 milioni di azioni e a gennaio ha corroborato lo shopping con 10,5 milioni di pezzi. In tre mesi Del Vecchio tramite la sua holding lussemburghese Delfin ha rimpinguato la sua dote di titoli di Piazzetta Cuccia di 26 milioni di titoli.

Il prezzo medio di carico dell’ultima abbuffata è attorno ai 7,5 euro. Oggi il titolo quota poco sopra i 9 euro registrando già una plusvalenza implicita di quel pacchetto aggiuntivo del 3% di 40 milioni di euro. Un bel guadagno potenziale del 20% in poco più di tre mesi. Mentre ovviamente tutti si chiedono cosa farà Del Vecchio della “sua” Mediobanca e indirettamente di quel 13% di Generali che la banca d’affari ha da sempre in pancia, quando avrà raggiunto il 20% del capitale, l’85enne ex Martinitt si gode la bontà del suo investimento finanziario.

Certo Del Vecchio non sarà di certo un primo azionista silente. In passato si è espresso più volte sulla necessità di dare maggiore dinamismo sia ai business tipici di Mediobanca, sia soprattutto alle Generali di cui Mediobanca è il primo socio. Del Vecchio rimprovera a Generali strategie sonnacchiose. Per il fondatore di Luxottica, il Leone di Trieste ha massa critica troppo bassa per competere con i giganti dell’insurance europei come Axa e Allianz tre volte più grandi delle Generali.

E da socio principe di Mediobanca potrebbe spingere Piazzetta Cuccia a varare un aumento di capitale propedeutico a dotare Generali delle munizioni per politiche di m&a che portino il Leone di Trieste ad acquisire competitor e quote di mercato. Ma intanto il creatore del gigante mondiale dell’occhialeria, la sua Luxottica andata a nozze con Essilor, si gode il suo nuovo investimento finanziario.

Che già dà i frutti sperati quanto a guadagni. Quel 13,2% di capitale di Mediobanca vale sul mercato oggi poco più di 1 miliardo e quando avrà compiuto la scalata al 20% si troverà con un pacchetto di titoli del valore (ai prezzi odierni) di oltre 1,6 miliardi. Capitale di rischio ovviamente come tutti gli investimenti azionari, ma difficile che la puntata su Mediobanca si rilevi infruttuosa. In fondo è l’unica banca d’affari del Paese e la natura del suo business la rende più immune ai contraccolpi dell’economia.

Rispetto alle banche commerciali il rischio credito è assai più basso e Mediobanca può contare sui lauti profitti derivanti da commissioni da corporate banking e dal wealth management su cui ha investito parecchio negli anni scorsi. I fondamentali sono solidi e la banca ha resistito più di altre alla crisi da Covid. I conti del semestre chiuso a dicembre 2020 vedono i ricavi a 1,3 miliardi con un utile netto a 411 milioni. Il ritorno sul capitale tangibile è al 10% e il 70% dell’utile netto andrà in dividendo.

(Estratto di un articolo pubblicato su affaritaliani.it)

 

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