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Ecco come Boeing fa volare la cassa

Boeing completa la vendita della divisione Digital Aviation Solutions a Thoma Bravo per 10,6 miliardi di dollari: con l'operazione il gruppo rafforza la sua posizione finanziaria, concentrandosi sulle attività principali. Tutti i dettagli

Cambio di rotta per Boeing.

Il colosso americano dell’aerospazio ha completato la cessione della sua divisione Digital Aviation Solutions al fondo di private equity Thoma Bravo per 10,6 miliardi di dollari, confermando una delle operazioni più rilevanti dell’anno nel settore dell’aviazione e dei servizi digitali.

La vendita di Digital Aviation Solutions segna un nuovo capitolo nella ristrutturazione di Boeing e conferma l’interesse crescente del private equity per i servizi digitali ad alta intensità tecnologica nel comparto aerospaziale. La cessione rientra negli sforzi del management di Boeing per razionalizzare il gruppo, rafforzando la propria posizione finanziaria. Boeing, che ha pubblicato la trimestrale la scorsa settimana, ha registrato ricavi in crescita e flusso di cassa positivo per la prima volta dal 2023. Ma il programma 777X costa 4,9 miliardi di oneri.

Tutti i dettagli.

L’OPERAZIONE

L’accordo, annunciato lo scorso aprile e ora finalizzato dopo il via libera delle autorità regolatorie, segna un passo importante nella strategia di razionalizzazione di Boeing, che punta a focalizzarsi sulle attività core legate alla produzione e al supporto degli aeromobili civili e militari, dopo gli scandali sulla sicurezza degli ultimi anni.

La divisione Digital Aviation Solutions riunisce una vasta gamma di piattaforme software e servizi per la gestione dei dati di volo, l’analisi delle flotte, la pianificazione della manutenzione e la sicurezza operativa. Con questa acquisizione, Thoma Bravo – tra i maggiori investitori mondiali nel software enterprise – consolida la propria presenza nel settore aerospace & defense tech, dopo recenti operazioni in ambito cybersecurity e cloud industriale.

COSA RESTA IN CASA BOEING

Boeing manterrà le principali capacità digitali collegate direttamente agli aeromobili, in particolare quelle relative ai dati proprietari di volo e alle soluzioni predittive per la manutenzione, diagnostica e riparazione. Questi asset restano strategici per i clienti commerciali e della difesa, e continueranno a essere integrati nei servizi post-vendita del gruppo.

LA STRATEGIA

Ad aprile il ceo di Boeing Ortberg aveva spiegato che la transazione è una “componente importante della nostra strategia per concentrarci sulle attività principali, integrare il bilancio e dare priorità al rating creditizio investment grade”.

L’uscita dal business dei servizi digitali integrati riflette la volontà di Boeing di rafforzare la liquidità e ridurre l’esposizione in attività non core, in una fase di profonda trasformazione interna segnata dal rilancio dei programmi 737 MAX e 787 e dall’aumento dei costi di produzione e certificazione.

Per Thoma Bravo, invece, l’operazione rappresenta un ingresso in un segmento in piena espansione, dove data analytics, AI e cloud computing stanno ridefinendo le operazioni di volo e la gestione delle flotte civili e militari.

IL COMMENTO DELL’ESPERTO ALEGI

“La vendita di questo importante ramo d’azienda si può leggere su due piani” osserva a Startmag il professor Gregory Alegi, saggista, docente di storia americana ed esperto di cose aeronautiche. “Il primo, puramente finanziario, è la necessità di far cassa per coprire perdite ed extra costi dall’attività ordinaria e dai programmi, spesso in ritardo, con il 777X”.

“Il secondo, – prosegue l’esperto – industriale, riguarda il ribilanciamento delle attività. In sostanza, Boeing esce dai settori adiacenti l’aeronautica strettamente intesa, come la cartografia specializzata di Jeppesen, e si rifocalizza sulla costruzione di aerei in senso stretto, come evidente dal riacquisto di Spirit Aero Systems, la ex Boeing Wichita, che costruisce le fusoliere del bestseller 737″.

“Questi ribilanciamento è, in ultima analisi, la rivincita dell’ingegneria sulla finanza, o se vogliamo la sconfitta della linea portata avanti da una serie di amministratori delegati, da Harry Stonecipher in avanti. Basterà per riconquistare la fiducia degli enti regolatori, delle compagnie aeree, del pubblico? È presto per dirlo, ma la direzione era ormai probabilmente inevitabile” conclude Alegi.

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